Tra le cose più spaventevoli che mi siano mai capitate

È il Natale del 1917, e Kafka è invitato a casa di Max Brod. Ci sarà anche Felice Bauer, con la quale, dopo il fidanzamento e la sua rottura catastrofica in un hotel di Berlino «alla presenza di testimoni» (poche settimane dopo Kafka inizierà a scrivere Il Processo), non sta più da tre anni.

Il 27 dicembre, Franz si presenta nell’ufficio di Brod. Ha appena accompagnato Felice alla stazione. Ha il volto «pallido, duro e severo». Si siede accanto alla scrivania, sul seggiolino «preparato per postulanti, pensionati e imputati». Ad un tratto, nonostante nella stanza ci sia un collega di Brod, si mette a piangere. Brod è sgomento. «Fu l’unica volta che lo vidi piangere», dice, e «Non dimenticherò mai quella scena che è tra le cose più spaventevoli che mi siano mai capitate».


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