Tasse, se la burocrazia costa troppo tempo alle imprese

In Italia, le tasse per le imprese non sono solo un grosso e sempre più pesante fardello economico, ma anche un grave impedimento di carattere burocratico che crea sempre più spesso seri problemi organizzativi. A denunciarlo, nel corso di un’audizione in Parlamento, è l’associazione di categoria Rete Imprese Italia, secondo la quale, per il solo disbrigo delle formalità legate al pagamento delle imposte, nel nostro Paese servono 240 ore l'anno, ben 85 ore in più rispetto alla media dei Paesi dell'Unione. Questo vuol dire che se consideriamo una giornata lavorativa media di 8 ore, circa 30 giorni, ossia più di un mese effettivo di lavoro, va perso per stare dietro ai cavilli della burocrazia fiscale italiana.

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Un percorso interrotto
Rete Imprese Italia ha in realtà messo in evidenza che un graduale e sostanziale processo di semplificazione delle norme riguardanti il pagamento delle tasse era stato in effetti intrapreso a partire dal 2014, e anche con buoni frutti. Negli ultimi mesi però si è assistito, secondo l’associazione di categoria, a un nuovo ingiustificato aumento degli oneri e degli adempimenti a carico delle imprese. A titolo di esempio è stata citata la recente introduzione dell’obbligo di comunicazione analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute con periodicità trimestrale, oppure l'obbligo di comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche Iva, sempre con periodicità trimestrale. E ancora, nella stessa impropria e criticata  direzione, va l’incremento del numero dei casi in cui sarà necessaria l'apposizione del visto di conformità per poter compensare i propri crediti, prassi che tra l’altro prevede l’uso obbligatorio delle procedure telematiche dell'Agenzia delle entrate.

Semplificazione: ecco cosa fare
Naturalmente dal fronte delle imprese non arrivano solo critiche, ma anche proposte pratiche che possano realmente portare ad una semplificazione delle procedure burocratiche legate agli adempimenti fiscali. Secondo Rete Imprese Italia bisognerebbe puntare innanzitutto sul riordino in testi unici delle disposizioni fiscali. Essenziale sarebbe poi un certo grado di stabilità nelle disposizioni che impongono gli stessi adempimenti fiscali. È stata poi auspicata la non retroattività delle disposizioni tributarie oltre alla "costituzionalizzazione" dello Statuto del contribuente. Infine, due richieste esplicite: fare in modo che i controlli fiscali non incrementino gli oneri burocratici delle imprese, e implementare una verifica periodica sulla reale efficacia delle norme introdotte per finalità di lotta all'evasione.

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