Sorpresa, le preferenze per gli italiani non sono più un dogma

Nelle rilevazioni effettuate durante gli ultimi due o tre anni, emergeva che meno della metà degli italiani ritenesse importante avere una nuova legge elettorale, una questione politica, dunque, non così significativa. Era considerato essenziale, invece, reintrodurre nel sistema di voto la possibilità di esprimere le preferenze. Mediamente tra il 70% e l'80%.

Per l'Italicum ci si era inizialmente accordati, su proposta di Forza Italia, per una legge "a listini chiusi". Con l'ingresso nel dibattito del Movimento 5 Stelle e con le sempre più numerose voci di dissenso provenienti dall'interno del Pd e dalla stessa Fi, si ritorna in questi giorni a parlare, timidamente, di preferenze. O forse di un sistema misto, come quello che garantiva ilMattarellum, per cui il 25% dei parlamentari veniva eletto col sistema proporzionale a liste chiuse.

Introducendo questa nuova possibilità nei sondaggi, si rilevano sensibili variazioni nelle risposte degli italiani. E' da dire, in ogni caso, che la maggioranza delle persone opta ancora per il sistema delle preferenze tout court (54%), ma siamo lontani dai dati plebiscitari citati in precedenza. Circa un terzo dei cittadini, infatti, indica oggi il sistema misto come quello preferibile. A livello politico è interessante vedere come questa proposta discrimini tra le diverse formazioni. Ad esempio, per i piccoli partiti del centro, il sistema misto è quello da preferire (61%), mentre per l'Ncd è l'opposto (68% preferenze). Forza Italia si divide, con il 42% a favore delle preferenze, il 38%  per il sistema misto e solo il 20% per le liste chiuse. E anche la Lega: è a metà tra preferenze (52%) e sistema misto (48%), nessuno per il listino bloccato. A sinistra abbiamo il Pd che non si discosta dalla media nazionale, mentre invece, Sel, come anche l'M5S tendono alle preferenze (68%) pur avendo al loro interno il 25% di elettori che propendono per il sistema misto.

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