Siria, la Turchia conquista l'enclave curda di Afrin - Foto

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Civili fuggono dalla città di Afrin, nel nord della Siria, il 18 marzo 2018, dopo che le forze turche e i loro alleati ribelli hanno preso il controllo della città a maggioranza curda.
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Civili fuggono al riparo dalle esplosioni nella città di Afrin, nel nord della Siria, il 18 marzo 2018, dopo che le forze turche e i loro alleati ribelli hanno preso il controllo della città a maggioranza curda.
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Ribelli siriani sostenuti dalla Turchia si scattano una foto dopo che hanno raggiunto la città di Afrin, nel nord della Siria, il 18 marzo 2018.
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Combattenti arabi siriani, sostenuti dalla Turchia, saccheggiano i negozi dopo aver preso il controllo della città siriana nord-occidentale di Afrin, enclave dell'Unità di protezione del popolo curdo (YPG), 18 marzo 2018.
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Civili fuggono al riparo dalle esplosioni nella città di Afrin, nel nord della Siria, il 18 marzo 2018, dopo che le forze turche e i loro alleati ribelli hanno preso il controllo della città a maggioranza curda.
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Ribelli siriani sostenuti dalla Turchia saccheggiano i negozi dopo aver preso il controllo della città di Afrin, enclave dell'Unità di protezione del popolo curdo (YPG), 18 marzo 2018.
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18 marzo 2018. Combattenti arabi siriani appoggiati dalla Turchia hanno preso il controllo della città siriana di Afrin, enclave dell'Unità di protezione del popolo curdo (YPG).
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Civili fuggono dalle esplosioni nella città di Afrin, nel nord della Siria, il 18 marzo 2018, dopo che le forze turche e i loro alleati ribelli hanno preso il controllo della città a maggioranza curda.
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A Qamishli, città della Siria nord-orientale, i curdi-siriani manifestano contro i combattenti guidati dalla Turchia che hanno preso il controllo di Afrin, 18 marzo 2018.
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I veicoli di un convoglio bruciano all'incrocio di Al-Ziara nella regione di Afrin, nel nord della Siria, 22 febbraio 2018. Un convoglio di civili e combattenti, provenienti da territori curdi nel nord-est della Siria e diretti ad Afrin, è stato preso di mira dai bombardamenti delle forze turche e dei ribelli siriani filo-turchi, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani.
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Un combattente curdo fugge dopo un bombardamento dell'artiglieria turca vicino all'incrocio di Afrin, nella regione settentrionale siriana, dopo che le forze filo-governative siriane sono entrate nella regione, 20 febbraio 2018.
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Guerriglieri dell'opposizione siriana, sostenuti dalla Turchia guardano, una casa danneggiata mentre combattono per il controllo del villaggio di al-Bayyah a nord-est della città di Afrin, vicino al confine con la Turchia, 21 febbraio 2018.
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Combattenti dell'opposizione siriana, sostenuti dalla Turchia, camminano nel villaggio di Deir Sawwan di cui hanno preso il controllo, a nord-est della città di Afrin, vicino al confine con la Turchia, 21 febbraio 2018.
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Forze siriane filo-governative sventolano bandiere nazionali siriane mentre arrivano nella regione settentrionale di Afrin, 20 febbraio 2018. Sullo sfondo sventola la bandiera delle forze di sicurezza siriane curde.
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Combattenti ribelli siriani, sostenuti dalla Turchia, sparano dalla città di Salwah, a meno di 10 chilometri dal confine tra Siria e Turchia, contro le forze curde delle Unità di protezione popolare (YPG), nella regione di Afrin, 19 febbraio 2018.
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A nord di Azaz, ribelli siriani sostenuti dalla Turchia guardano il fumo che si alza dal villaggio di al-Amud dopo un bombardamento dell'artiglieria, 5 febbraio 2018.
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A nord di Azaz, ribelli siriani sostenuti dalla Turchia in piedi accanto a una struttura danneggiata, 5 febbraio 2018.
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I curdi libanesi con un'immagine della combattente delle Unità di protezione del popolo curdo (YPJ) di 23 anni, Barin Kobani, mentre partecipano a una manifestazione di fronte all'ambasciata Usa ad Aaoukar, a nord di Beirut, contro l'offensiva turca in corso nell'enclave siriano-curdo di Afrin, il 5 febbraio 2018.
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Una donna cammina davanti a un mercato nell'enclave kurda di Afrin, nel nord della Siria, il 5 febbraio 2018.
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Fumo di pneumatici in fiamme, usato per bloccare la visibilità degli aerei, nella città di Afrin, il 2 febbraio 2018.
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Una foto scattata il 2 febbraio 2018 nella città di Afrin mostra un ritratto della combattente YPJ di 23 anni, Barin Kobani, dopo che l'YPJ e l'Osservatorio siriano per i diritti umani hanno accusato i ribelli siriani sostenuti dalla Turchia di aver filmato la mutilazione del suo cadavere.
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Una donna curda siriana piange nella città settentrionale di Afrin durante i funerali dei combattenti della milizia delle Unità di protezione popolare (YPG) e delle Unità di protezione delle donne (YPJ), uccisi negli scontri nell'enclave curda nel nord della Siria, 1 febbraio 2018.
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Combattenti ribelli siriani con la bandiera della Turchia e quella dell'esercito siriano libero in un posto di blocco nella città siriana di Azaz, su una strada che porta ad Afrin, il 1 febbraio 2018.
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Un combattente ribelle siriano, appoggiato dalla Turchia, fa la guardia mentre una macchina passa davanti a un posto di blocco nella città siriana di Azaz, su una strada che porta ad Afrin, 1 febbraio 2018.
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Fumo si solleva dalla città curda di Afrin della Siria settentrionale, 31 gennaio 2018.
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Soldati turchi sorvegliano una posizione sul Monte Bersaya, a nord della città siriana di Azaz, vicino al confine con la Turchia, 29 gennaio 2018.
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Un convoglio militare trasporta combattenti ribelli siriani sostenuti dalla Turchia e veicoli di ribelli mentre vengono inviati al confine a Kilis, vicino al confine turco-siriano il 29 gennaio 2018, come parte dell'operazione "Ramoscello d'ulivo".
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Soldati e carri armati turchi attendono presso il confine siriano ad Hassa, nella provincia di Hatay, il 24 gennaio 2018.
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Combattenti ribelli siriani, sostenuti dalla Turchia, controllano un punto di avvistamento vicino al villaggio siriano di Qilah, sul bordo sud-occidentale della regione di Afrin, vicino al confine con la Turchia, il 24 gennaio 2018.
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Un combattente ribelle siriano, appoggiato dalla Turchia, occupa un punto di monitoraggio vicino al villaggio siriano di Qilah, nella zona sud-occidentale della regione di Afrin, vicino al confine con la Turchia, il 24 gennaio 2018.
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Un combattente ribelle siriano, appoggiato dalla Turchia, si riscalda vicino a un punto di monitoraggio vicino al villaggio siriano di Qilah, sul confine sud-occidentale della regione di Afrin, vicino al confine con la Turchia, il 24 gennaio 2018.
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Le truppe turche attendono vicino al confine siriano a Hassa, nella provincia di Hatay, il 24 gennaio 2018, all'interno dell'operazione "Ramoscello d'olivo".
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Combattenti ribelli siriani sostenuti dalla Turchia camminano attorno a un punto di avvistamento vicino al villaggio siriano di Qilah, sul bordo sud-occidentale della regione di Afrin, vicino al confine con la Turchia, il 24 gennaio 2018.
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Carri armati turchi sono parcheggiati vicino al confine siriano a Hassa, nella provincia di Hatay, il 24 gennaio 2018, come parte dell'operazione "Ramoscello d'olivo".
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Carri armati turchi sono parcheggiati vicino al confine siriano a Hassa, nella provincia di Hatay, il 24 gennaio 2018, come parte dell'operazione "Ramoscello d'olivo".
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Combattenti ribelli siriani sostenuti dalla Turchia avvistati intorno all'area del Monte Bersaya, a nord della città siriana di Azaz, vicino al confine con la Turchia, il 23 gennaio 2018.
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Un combattente dell'opposizione siriana si fa un selfie mentre i combattenti camminano di fronte alle truppe turche vicino al confine siriano a Hassa, nella provincia di Hatay, 22 gennaio 2018.
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Soldati turchi e combattenti ribelli siriani alleati della Turchia intorno all'area del Monte Bersaya, a nord della città siriana di Azaz, vicino al confine con la Turchia, 22 gennaio 2018.
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Combattenti ribelli siriani alleati dalla Turchia avvistati intorno all'area del Monte Bersaya, a nord della città siriana di Azaz, vicino al confine con la Turchia, il 22 gennaio 2018.
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Soldati turchi attorno all'area Monte Bersaya, a nord della città siriana di Azaz, vicino al confine con la Turchia, il 22 gennaio 2018.
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I soldati turchi intorno all'area del Monte Bersaya, a nord della città siriana di Azaz, vicino al confine con la Turchia, il 22 gennaio 2018.

(live blogging)

I turchi conquistano e saccheggiano Afrin

18 marzo 2018- Dopo due mesi di offensiva, le forze armate turche supportate dalle milizie siriane sono entrate nel centro di Afrin, cittadina capoluogo dell'enclave curda situata nel nordovest della Siria, al confine con la Turchia. Le bandiere rosse con la mezzaluna sventolano per le vie.

È di fatto conclusa l'operazione "Ramoscello d'Ulivo" iniziata il 20 gennaio contro la milizia Unità di Protezione Popolare (Ypg), organizzazione curda da Ankara considerata terrorista. I pochi combattenti curdi rimasti in città hanno però giurato che non si arrenderanno. 

L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) denuncia i saccheggi ad opera dei miliziani siriani filo-turchi, avvenuti ad Afrin casa per casa, dopo la fuga di centinaia di migliaia di civili curdo-siriani verso le zone controllate dal governo di Damasco. 

Il presidente turco Erdogan ha twittato: "Nell'ambito dell'operazione Ramoscello d'Ulivo, il centro di Afrin è completamente controllato dalle 8.30 di questa mattina dall'Esercito siriano libero sostenuto dalle forze armate turche".


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Il 20 gennaio la Turchia ha lanciato l'operazione "Ramoscello d'Ulivo", un'offensiva contro l'enclave curda di Afrin nel nordovest della Siria.

Mezzi terrestri e aerei da combattimento turchi hanno bombardato a più riprese la regione transfrontaliera controllata dall'organizzazione curda, la milizia Unità di Protezione Popolare (Ypg), considerata da Ankara un'organizzazione terrorista ma alleata chiave degli Stati Uniti nella guerra contro i terroristi dell'Isis. Le truppe turche sono affiancate da milizie siriane.

Dall'inizio dell'operazione, oltre 20 razzi sono stati sparati contro le province frontaliere di Kilis e Hatay.

Le ragioni dell'attacco turco ai curdi

Secondo il ministro della Difesa turco, Nurettin Canikli, la Turchia non ha avuto altra scelta che decidere di cacciare "elementi terroristi" dal nord della Siria. 
Con un comunicato, i militari turchi hanno riferito che il fine dell'iniziativa è proteggere i confini della Turchia, "neutralizzare" i combattenti curdi siriani nell'enclave di Afrin e salvare la popolazione locale da "pressioni e oppressione". 

L'offensiva, a loro dire, rientrerebbe nel diritto internazionale della Turchia di attuare una legittima autodifesa del suo territorio; Ankara intenderebbe rispettare l'integrità territoriale della Siria. Da colpire: "i terroristi", i loro rifugi e i loro arsenali. I militari garantirebbero "estrema attenzione" affinché i civili non siano colpiti. 

In realtà, l'intento di Ankara è tagliare l'erba sotto i piedi dei curdi interni ed esterni ai confini turchi, attraverso il controllo di una zona cuscinetto profonda una trentina di chilometri.

(fonte: Al Jazeera)

Le reazioni internazionali

La Turchia ha dichiarato di aver avvertito dell'offensiva gli Stati Uniti, nella persona del segretario di Stato Rex Tillerson.

La Russia ha annunciato di aver ordinato ai suoi militari nell'area di ritirarsi "per prevenire possibili provocazioni ed evitare che personale russo rischi la vita".

L'Iran invece ha condannato l'attacco parlando di conseguenze negative.

Il presidente siriano Bashar al Assad ha parlato di "brutale aggressione" della Turchia contro Afrin e ha accusato Ankara di sostenere i "terroristi" dell'Isis, che le milizie curde alleate degli Usa hanno aiutato a sconfiggere. 

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(live blogging)

Ad Afrin uccisi anche i civili

23 febbraio 2018 - Anche se la Turchia nega che ci siano finora civili coinvolti, l'ong Human Rights Watch denuncia che nella sua offensiva contro Afrin Ankara non sta prendendo le necessarie precauzioni per evitare vittime civili. In tre raid effettuati a fine gennaio dall'esercito turco sarebbero rimasti uccisi almeno 26 civili, tra cui 17 bambini.

In un'intervista all'Ansa, la leader del partito filo-curdo Hdp in Turchia, Pervin Buldan, denuncia cifre più terribili: ha parlato di oltre 100 civili morti dall'inizio dell'offensiva: "Ad Afrin la Turchia sta compiendo un massacro di civili", ha detto. "Abbiamo molte foto che documentano le vittime. Non e' facile fornire cifre esatte, ma dalle nostre fonti sappiamo che ci sono piu' di 100 civili uccisi".

Ankara contro l'appoggio del governo siriano ad Afrin

21 febbraio 2018- La Turchia non è affatto scalfita dall'idea che le truppe del governo siriano si muovano in appoggio dell'enclave curda-siriana di Afrin. Ankara intende proseguire la sua offensiva e, anzi, considera un "obiettivo legittimo" qualsiasi gruppo che aiuti la milizia curda Unità di protezione del popolo (Ypg)

"Qualsiasi misura di sostegno all'Ypg significa che chi la intraprende si mette sullo stesso piano dell'organizzazione terroristica e diventa per noi un obiettivo legittimo", ha dichiarato un portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin.

Le truppe di Assad entrano ad Afrin

20 febbraio 2018- Un mese dopo l'inizio dell'offensiva turca su Afrin, milizie fedeli al regime di Damasco sono entrate nell'enclave per cercare di dare man forte alle unità curde, portando a livelli di guardia le tensioni tra Turchia e Siria.

Secondo l'agenzia turca Anadolu, l'artiglieria turca ha immediatamente risposto, costringendo le milizie filo-Assad a ritirarsi di una decina di chilometri. 

1.641 "terroristi" neutralizzati

19 febbraio 2018 - Sono oltre 1.641 i militanti curdi dell'Ypg e dell'Isis "neutralizzati" (cioè uccisi, feriti o fatti prigionieri) nel primo mese dell'offensiva turca contro l'enclave curdo-siriana di Afrin, secondo le forze armate di Ankara. 

Dall'inizio dell'offensiva sarebbero state strappate ai curdi 72 località della regione di Afrin, tra villaggi e zone strategiche. Le cifre non sono verificabili in modo indipendente sul terreno. 

L'accordo tra curdi e governo siriano 

19 febbraio 2018 - I combattenti curdi hanno raggiunto un accordo con il governo di Damasco: le forze governative siriane andranno in sostegno militare a quelle curde nell'enclave di Afrin, sotto attacco da parte della Turchia e delle milizie locali alleate di Ankara.

Nei giorni scorsi il vice ministro degli esteri siriano Faysal Miqdad aveva affermato che la Siria considera Afrin parte integrante del paese e che non cederà un centimetro del suo territorio. 

999 "terroristi" neutralizzati dai turchi

7 febbraio 2018 - Secondo le forze armate di Ankara è salito a 999 il bilancio dei "terroristi" curdi e dell'Isis "neutralizzati" (cioè uccisi, feriti o fatti prigionieri) dall'inizio dell'offensiva turca contro l'enclave curdo-siriana di Afrin. Le cifre non sono verificabili in modo indipendente sul terreno.

A Roma proteste contro Erdogan

5 febbraio 2018- Nei giardini di Castel Sant'Angelo, a pochi passi da San Pietro, manifestanti della Rete Kurdistan Italia sono scesi in piazza per rompere il silenzio sul massacro del popolo curdo e gridare il proprio no alla visita al Papa del presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Roma. 

Intonati cori "Ieri Hitler, oggi Erdogan" e "Siamo tutti del PKK". Tra le testimonianze al megafono quella di Rudi, che ha sottolineato: "Vengo da Afrin, dove stanno massacrando donne e bambini. Nessuno dice nulla. Il nostro cuore è ferito". 

Cadavere miliziana curda mutilato

2 febbraio 2018- Fonti curde siriane hanno accusato i ribelli filo-turchi di avere mutilato e di avere poi fatto un video del cadavere di una miliziana delle milizie curde dell'Ypg, che combattono in difesa dell'enclave curda di Afrin, nel nord-ovest della Siria.

Le immagini sono impossibili da verificare, ma sembrano avere avuto l'effetto di provocare rabbia e avere quindi rinvigorito il morale delle forze curde, affiliate al Pkk turco, e della popolazione civile ad Afrin, stremata dall'offensiva dell'Esercito libero siriano (Els), coperta dai bombardamenti turchi. Il video è stato diffuso dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), con base in Gran Bretagna, che ha detto di averlo ricevuto da un combattente dell'Els. In esso si vedono una decina di uomini, alcuni armati, intorno al cadavere mutilato di una donna, trovato nella località di Qurna, nella enclave di Afrin vicino al confine con la Turchia.

Neutralizzati dai turchi "almeno 287 terroristi"

24 gennaio 2018 - Al quinto giorno di offensiva sarebbero stati "neutralizzati" (cioè uccisi, feriti o catturati) "almeno 287 terroristi" tra curdi dell'Ypg e del Pkk e miliziani dell'Isis. Lo sostiene il bilancio diffuso dalle forze armate di Ankara. Il 24 gennaio sarebbero stati distrutti 47 obiettivi in seguito a nuovi bombardamenti aerei contro postazioni armate e rifugi dei militanti curdi.

Le cifre fornite dalle autorità turche si discostano nettamente da quelle delle fonti curde, in una guerra di propaganda che prosegue senza sosta anche per la difficoltà di verifiche indipendenti sul terreno. 

Conquistato il villaggio strategico di Hammam

23 gennaio 2018-Nel quarto giorno dell'operazione "Ramoscello d'ulivo" le milizie siriane cooptate da Ankara, con il sostegno delle forze armate turche, avrebbero conquistato il villaggio strategico di Hammam e due colline circostanti nel distretto di Jindaras, a sud-ovest di Afrin, che secondo gli analisti militari veniva usato dalle milizie curde dell'Ypg per compiere attacchi armati contro il vicino distretto di Reyhanli, in territorio turco.

A riferirlo sono fonti sul posto dell'agenzia statale Anadolu, vicina al governo di Ankara. Non ci sono tuttavia verifiche indipendenti sul terreno. 


80 morti in due giorni di scontri

22 gennaio 2018 - Circa 80 persone, tra civili e miliziani, sono morti nelle ultime 48 ore di scontri e bombardamenti nella regione nord-occidentale di Afrin, confinante con la Turchia ma controllata dal Pkk siriano.

L'Osservatorio siriano per i diritti umani, che cita fonti sul terreno, afferma che 24 civili sono stati uccisi nelle violenze, tra cui due minori e una donna. 

I turchi dentro Afrin

21 gennaio 2018- Dopo due giorni di bombardamenti e raid aerei, le forze di Ankara hanno passato il confine e sono entrate via terra ad Afrin per concludere quella che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha definito una "lotta nazionale". 


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