Fuga dalla tv: in calo gli ascolti di Dazn

Il campionato più appassionante degli ultimi vent'anni con gli ascolti tv in calo. Da settimane, proprio nella fase decisiva della stagione e con gli stadi che si stanno riempendo, complice anche la fine delle restrizioni legate al Covid. E' il paradosso della Serie A targata Dazn, in attesa del cambio di metodologia di rilevazione dei dati imposta dall'Agcom a inizio febbraio sulla scia delle polemiche per i forti discostamenti tra i numeri forniti dalla Ott tedesca e certificati da Nielsen e quelli, seppure parziali perché legati solo alla fruizione sul grande schermo, di Auditel.

Al netto del dibattito metodologico, il calo progressivo e inarrestabile dell'appeal del campionato in tv e sui diversi device che rendono fruibile l'offerta di Dazn è certificato dai numeri della stessa azienda. La 35° giornata, quella che si è giocata nel fine settimana del 1° maggio, ha raccolto un ascolto cumulato di 6.025.585 individui ed è stata l'ottava peggiore performance dall'inizio dell'anno. Con una postilla, non secondaria: tolti i turni infrasettimanali, in cui fisiologicamente i numeri si abbassano, Dazn è tornata ai dati della scorsa estate nel periodo di lancio e con molti tifosi ancora in vacanza. Anche se la Ott dovrebbe raggiungere il proprio pubblico ovunque e, dunque, scontare meno dei media tradizionali l'effetto-ferie.

ASCOLTI IN CALO DALLA 31° GIORNATA

I 6 milioni della quartultima giornata di campionato, con il duello tra Inter e Milan, i match decisivi per la zona Champions ed Europa League e una corsa salvezza apertissima, sono insomma il peggior dato da inizio settembre tolti i turni di metà settimana. E sono la quinta rilevazione nelle ultime 6 giornate inferiore alla soglia dei 7 milioni; un trend a calare interrotto solo nel week end di Juventus-Inter (3 aprile) con i suoi 2,762 milioni di telespettatori rilevati da Dazn-Nielsen e un cumulato di 7,7 milioni.

La curva a scendere è evidente se si prende in considerazione quanto accaduto subito prima: tra la 21° e la 31° giornata (gennaio, febbraio e marzo) l'ascolto non era mai sceso al di sotto della linea dei 7 milioni con il record di 8,2 per il 26° turno. Cosa accadrà da qui alla fine del campionato? Difficile pronosticarlo. Mancano big match, che si sono concentrati tutti nella prima parte del girone di ritorno, ma la sfida a distanza tra Inter e Milan sembra disegnata apposta per incendiare gli animi degli appassionati e non a caso gli stadi si stanno riempendo facendo registrare una serie continua di sold out.

LE PRIME SERATE SENZA LE BIG

Il calendario asimmetrico che ha sbilanciato il peso delle sfide, togliendo i confronti diretti tra grandi nella fase finale del torneo, può aver avuto un peso. Ma qualche riflessione andrà fatta anche sui vincoli contrattuali che hanno consegnato al detentore dei diritti il potere assoluto sulla collocazione delle gare nel palinsesto, fatti salvi gli obblighi legati agli altri impegni agonistici delle squadre.

Dalla 22° alla 35° giornata, il girone di ritorno tolte le due di inizio gennaio giocate con slot differenti, in una sola occasione il match in prime time del sabato sera ha fatto meglio degli altri giocati in anticipo: Juventus-Udinese alla 22° con 821mila telespettatori. Poi basta. In quella finestra sono state piazzate partite spesso di secondo piano con il paradosso di rendere meno visibile la merce migliore del torneo. Per dare capirci, nello stesso arco di tempo la Juventus è passata solo due volte alle 20,45 del sabato (contro Cagliari e Udinese), il Milan idem (Cagliari ed Empoli) e l'Inter mai: confinate in fasce pomeridiane penalizzanti per l'ascolto.

Spezia-Lazio, Verona-Sampdoria, Lazio-Torino, Salernitana-Torino, Cagliari-Lazio, Sassuolo-Fiorentina, Torino-Venezia, Fiorentina-Lazio e Lazio-Atalanta: ecco i match offerti in co-esclusiva con Sky da gennaio a oggi (tolti quelli citati con le big) nel prime time del sabato, nel gioco di scelte e veti che ha finito con lo svuotare di peso uno dei momenti potenzialmente più ricchi di pubblico televisivo. Anche questa può essere una chiave di interpretazione del calo registrato negli ultimi mesi. Numeri che, in attesa della Total Audience di Auditel non possono non preoccupare anche i vertici della Lega, impegnati nei prossimi mesi a cominciare il percorso verso il bando per la vendita dei diritti tv nel triennio 2024-2027.

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