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Schettino, il ladro ucraino e la giustizia strabica

Strane cose davvero accadono nella giustizia italiana. Ieri, nello stesso giorno, le aule giudiziarie hanno proposto all'opinione pubblica due vicende parallele, nei loro risultati così sideralmente, paradossalmente lontane da sembrare fatte apposta per devastare il rispetto della giustizia nel cittadino medio.

Ieri un trentenne ucraino senza fissa dimora, denunciato nel 2011 per il furto di una confezione di wurstel e di due pezzi di formaggio in un supermercato genovese (un totale di 4,07 euro), si è visto confermare 6 mesi di reclusione dalla Corte d'appello di Genova. I giudici hanno confermato anche la multa di 160 euro già inflitta in primo grado. L’accusa aveva chiesto la derubricazione del reato in tentativo di furto spinto dalla necessità, con la condanna a 100 euro di multa: nulla da fare.

Sempre ieri, ma qualche centinaio di chilometri più a sud, nel Tribunale di Grosseto, l’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, accusato di avere provocato colposamente la morte 32 passeggeri, è stato condannato a 16 anni: l’accusa aveva chiesto 26 anni e tre mesi, ma la corte non ha ravvisato la “colpa cosciente”. Insomma, ha trattato Schettino da comandante inconsapevole. Gli ha perfino proibito (paradosso nel paradosso) la guida di una nave per i prossimi cinque anni...

Così si articola la pena per Schettino: 5 anni per il disastro colposo, 10 anni per gli omicidi plurimi colposi, 1 anno per l’abbandono di persone minori o incapaci; più i danni che Schettino dovrebbe rifondere (dovrebbe, perché non li rifonderà mai e alla fine dovrà pensarci l’armatore) a soggetti come il ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana, l’Isola del Giglio, ovviamente i familiari delle vittime e infine i naufraghi della nave.

La morale tiratela voi.

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