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Russia, tempi duri per chi si schiera contro Putin

Nonostante il successo della brillante operazione di marketing internazionale riguardo alla gestione della crisi siriana (che, beninteso, è tutt'altro che risolta, visto che a Damasco e dintorni si continua a sparare e a morire), Vladimir Putin non riesce proprio a dormire sonni tranquilli. I pacifisti vintage vorrebbero premiarlo col Nobel della pace, ma intanto gli attivisti di Greenpeaceprovano a salire sule piattaformeGazprom nell'Artico, le Pussy Riot continuano a far discutere e in quei di Mosca l'argomento più pruriginoso di cui si parla è il misterioso matrimonio segreto dello zar, che sarebbe avvenuto in un monastero ortodosso qualche settimana fa. Ma andiamo per ordine.

La bella Nadezhda Tolonnikova, una delle Pussy Riot, la band punk-femminista che nel 2012 ha fatto un blitz incappucciato esibendosi sull'altare della chiesa di Cristo Salvatore a Mosca con una canzone anti-Putin (Vergine Maria portati Putin via, recitava il ritornello), è stata dislocata in una cella di isolamento di un carcere in Mordovia. Secondo il direttore della colonia penale, Gennady Morozov, il trasferimento della ragazza (che dovrebbe essere liberata a marzo del 2014) si è reso necessario per proteggerla dalle minacce delle altre detenute che l'avevano presa di mira.

Ma, comunque, è difficile spiegare perché Nadezhda sia stata messa in una cella di isolamento larga quanto una scatola di scarpe e - soprattutto - come mai proprio in quel carcere, tristemente noto per essere una sorta di prigione anti-donne. Le detenute in Mordovia vengono costantemente vessate dalle guardie carcerarie. Le condizioni igieniche sono precarie (tanto per usare un eufemismo) e manca puntualmente l'acqua oltre al riscaldamento.

La regione ha un clima particolarmente freddo e se questo si associa alle pressioni psicologiche e non che molte detenute hanno denunciato negli ultimi anni, si comprende che la Pussy Riot non è certo stata mandata in un villaggio vacanze. Non che la precedente sistemazione lo fosse, ma almeno aveva acqua calda e termosifoni. La domanda a questo punto è: perché accanirsi contro Nadezhda? Un paio di anni di carcere non sono sufficienti per aver cantato una canzone (e nemmeno per intero) che ha ferito nell'orgoglio il presidente-zar di Russia? 

Misteri della Federazione. Ma la stessa sorte è capitata a un gruppo di attivisti di Greenpeace, in missione nell'Artico. Provenienti da diversi paesi e convogliati tutti sulla nave Arctic Sunrise avevano intenzione di salire su una piattaforma Gazprom per l'estrazione del petrolio. Sono stati immediatamente arrestati e su di loro è stata aperta un'indagine per "pirateria". Tra gli attivisti c'è anche un ragazzo italiano di origini napoletane, Cristian D'Alessandro.

Al momento i giudici russi non hanno ancora formalizzato le accuse, ma Vladimir Putin ha esplicitamente dichiarato che gli attivisti di Greenpeace non sono accusati di essere pirati, ma "hanno violato le leggi internazionali" e per questo dovranno pagare. Intanto - visto che lo zar è così "attento" alla legalità, sia in casa che fuori (altro eufemismo), qualcuno dovrebbe ricordargli che non è affatto legale impedire a una persona arrestata di parlare con il proprio avvocato. Cosa che sta succedendo proprio a Cristian D'Alessandro. 

Anche sul fronte omofobia e dintorni non ci si fa mancare nulla. Un gruppo di famiglie ortodosse ha chiesto a Putin che venga vietato il concerto di Elton John (il classico cantante gay-pop) in calendario per la fine dell'anno. Appellandosi alla nuova legge contro gli omosessuali, il gruppetto di genitori sostiene che i loro figli rimarrebbero impressionati dal concerto e, pertanto, il buon Elton è meglio che se ne resti a casa, se non vuole finire pure lui dietro le sbarre per istigazione all'omosessualità.

Insomma, nonostante lo scossone ricevuto alle ultime elezioni locali, quando lo zar ha perso la terza capitale di Russia, Ekaterinburg, dove il nuovo primo cittadino è un attivista anti-droghe (e anti partito di Putin), e ha quasi rischiato di assistere al ballottaggio per la poltrona di sindaco di Mosca, con l'oppositore Alexei Navalny che ha raccolto a sorpresa quasi il 30% dei consensi, il capo del Cremlino non sembra voler abbandonare le maniere forti con i rappresentanti delle opposizioni, sia politici che appartenenti alla società civile. 

E che il presidente russo non stia passando un buon momento lo si evince anche dall'intervista rilasciata al quotidiano Isvestia dal suo portavoce, Dmitri Peskov, costretto a chiedere il silenzio stampa sulle misteriose nozze di Putin. Già, perché a Mosca non si parla d'altro. Secondo la ridda dei rumors, lo zar sarebbe convolato a nozze con la sua amante storica in un monastero ortodosso. Putin ha divorziato dalla moglie Ludmilla a giugno. un divorzio ufficializzato dopo anni di separazione in casa.  

Il presidente vuole a tutti i costi proteggere la sua sfera privata, cosa più che legittima. Tanto che il suo portavoce ha sottolineato che "il presidente lavora troppo per poter pensare ai suoi affari privati". Sarà, ma a Mosca (e anche fuori) non ci crede nessuno. Vladimir Putin è il classico leader multi-tasking, che riuscirebbe a modulare il suo pugno di ferro contro gli oppositori persino dalla luna di miele. La vera domanda a questo punto però è un'altra: per quanto tempo ancora? Lo zar sembra vacillare, nonostante il suo sguardo di ghiaccio.

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