Profughi in fuga dalla Siria: 125 raggiungono l'Italia in aereo - Foto

Pablo Tosco/Oxfam Intermón
Khalil e la moglie Fatem preparano la colazione con il loro bimbo più grande Mohamad, fotografati nella cucina della loro piccola casa alcuni giorni prima di partire per l'Italia. - Dopo aver avuto buone notizie da un vicino di casa, anch'egli fuggito dalla Siria e giunto in Italia con un visto umanitario, Khalil ha cercato di ottenere un'opportunità simile. Dopo due interviste, Khalil e Fatem hanno ottenuto a loro volta un visto. Una cosa che non avrebbero mai immaginato. Sono ora molto ottimisti e pensano che tutto andrà per il meglio. Intendono imparare l'italiano, trovare un impiego e lavorare duro. Vogliono che i loro figli crescano in un paese sicuro, lontano dalla guerra.
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Fatem riguarda le foto del suo matrimonio, l'unica cosa che ha portato con sé in Libano quando è scappata dalla Siria. Avendo dovuto lasciare tutto il resto, ha scelto di conservare i buoni ricordi della sua vita, risalenti a prima che iniziasse la guerra.
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Quando è scoppiato il conflitto in Siria, Ayman (42 anni) e Susan (38) hanno deciso di fuggire da Zabadani con i loro tre figli: Ahmad (16), Aya (14) e Suleiman (8). Hanno lasciato la loro casa e i loro averi pensando di fare ritorno di lì a qualche mese, ma da allora sono trascorsi 6 anni. Rifugiatisi in Libano, hanno affrontato molte difficoltà, riuscendo a malapena a pagare un affitto per un'abitazione nella Valle della Beqa, dato che il padre non è mai riuscito a trovare che lavoretti.
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Susan prepara le valigie prima di partire verso l'Italia con la sua famiglia. Ahmad, il figlio più grande, soffre di una grave forma di distrofia muscolare, è su una sedia a rotelle e ha bisogno di cure costanti.

Senza dover affrontare drammatici "viaggi della speranza" attraverso il Mediterraneo,  tra il 27 e il 28 aprile 125 profughi, per la maggior parte siriani, hanno raggiunto Roma con due aerei di linea Alitalia, provenienti dal Libano. Sono uomini, donne e bambini vulnerabili, a cui - secondo l'UNHCR – potrà essere riconosciuto lo status di rifugiati nel nostro Paese: persone che hanno subito abusi e violenze, minori non accompagnati, famiglie con figli anche piccoli, donne e ragazze sole, anziani, persone malate.

Il progetto Corridoi Umanitari

A sottrarli all'incerto destino delle "carrette del mare" - i cui naufragi, nel solo 2017, hanno già causato oltre 1000 morti - è stato il programma Corridoi umanitari avviato dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dalla Tavola Valdese, in coordinamento con il governo italiano.

Il primo esempio in Europa

Si tratta del primo e unico esempio concreto in Europa di un progetto di reinsediamento dei profughi, in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni, realizzato e totalmente finanziato dalla società civile in coordinamento con le istituzioni. L'obiettivo prioritario dell'operazione è quello di garantire ai rifugiati più vulnerabili, un percorso di ingresso sicuro nel nostro Paese, senza che rischino di essere inghiottite dal Mediterraneo attraversandolo su imbarcazioni di fortuna.

Entro la fine del 2017 verrà offerta accoglienza a 500 persone che attualmente si trovano in paesi di transito come il Libano, il Marocco e l’Etiopia.

Le storie dei profughi arrivati in Italia

Fatem, 28 anni, madre di due bambini, arrivata il 28 aprile a Roma con il gruppo di siriani accolti da Oxfam, ha dichiarato: "Vogliamo solo avere una vita normale. I miei figli meritano la possibilità di un futuro migliore."

"In Libano non riuscivamo a trovare lavoro", aggiunge Ayman, 42 anni, padre di tre figli, "e quindi pagare un affitto, per il quale non ci venivano certo fatti sconti. Mio figlio è disabile, garantirgli una casa in cui vivere è il minimo che posso fare".

L'inadeguata risposta europea e il ruolo delle Ong

All'iniziativa Corridoi umanitari ha aderito Oxfam, che accoglierà 60 profughi, tra cui numerosi bambini, fuggiti dalle atrocità che insanguinano la Siria, in piccoli appartamenti situati in Toscana. La ong fornirà loro anche assistenza legale, corsi di lingua italiana e formazione professionale. 

"Le persone che tentano ogni giorno di raggiungere l'Europa, per fuggire da guerra e fame, sono alla disperata ricerca di sicurezza e dignità per sé stessi e per le proprie famiglie", ha detto il direttore generale di Oxfam Italia, Roberto Barbieri, che giudica inefficace la risposta alla crisi migratoria approntata dall'Unione Europea, limitatasi a politiche di chiusura delle frontiere per fermare gli ingressi irregolari, facendo invece "ben poco per garantire canali di accesso regolari". 

L'intervento delle Ong, in questi giorni sulla graticola per non meglio precisate accuse di collusione con le organizzazioni degli scafisti, "cerca di colmare il divario tra l'inadeguatezza delle politiche europee e l'azione necessaria a rispondere ad una delle più gravi crisi umanitarie degli ultimi decenni". In mancanza di canali di ingresso sicuri e regolari, per arrivare in Europa moltissime persone sono costrette a utilizzare percorsi sempre più pericolosi: "Per impedire che le persone siano costrette a rivolgersi ai trafficanti di uomini per raggiungere le nostre coste, non serve a nulla chiudere le frontiere, al contrario dobbiamo offrire loro alternative reali”, conclude Barbieri.

L'appello di Oxfam ai governi europei

In questo contesto, Oxfam invita perciò i governi europei a migliorare al più presto le procedure per l'accesso alla protezione internazionale, anche attraverso la concessione di visti per motivi umanitari. La Ong ritiene necessarie politiche più flessibili anche per i ricongiungimenti familiari e altri programmi di reinsediamento per il 10% dei profughi siriani entro la fine del 2017.

Oxfam chiede inoltre la creazione di diversi e più ampi canali in grado di permettere l'accesso regolare per motivi di lavoro, non restringendoli soltanto a settori altamente qualificati, ma adottando un approccio più progressivo in grado di creare in modo sicuro e trasparente diverse opzioni (temporanee o permanenti) per i migranti in tutti i settori.

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