Prestiti, le cinque cose da sapere prima di indebitarsi

Un calo del 3,3% nell'arco di un anno. E' l'ultimo diffuso dall'Abi (associazione bancaria italiana) sui prestiti erogati alle famiglie di tutta la Penisola, che oggi hanno sempre più difficoltà a indebitarsi per fare acquisti. A gennaio del 2013, infatti, i finanziamenti accesi dai nostri connazionali non hanno superato la soglia di 1.467 miliardi di euro, registrando una flessione che non si vedeva dal giugno del 1999.

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Eppure, almeno a sentire l'Abi, le banche del nostro paese non sono poi così avare come sembra. Nel complesso, infatti, il volume degli impieghi, cioè dei prestiti erogati ogni mese dagli istituti di credito al settore privato (famiglie e imprese), supera ancora di 166 miliardi il valore della raccolta dell'intero sistema bancario. Il guaio è, purtroppo, che molti italiani oggi non hanno un bel rapporto con le rate da pagare: nell'ultimo anno, assieme a una diminuzione dei prestiti erogati, c'è stato infatti un sensibile aumento delle sofferenze sui finanziamenti, che hanno varcato la soglia-record di 64 miliardi di euro (+12,5%, rispetto a fine 2012).

Dunque, mentre molti nostri connazionali non riescono a indebitarsi, ci sono anche parecchie famiglie che si sono indebitate male, cioè hanno fatto il passo più lungo della gamba e, negli anni scorsi, hanno acceso dei finanziamenti che adesso non riescono a rimborsare, anche a causa delle sopraggiunte difficoltà legate alla crisi economica. Per questo, prima di indebitarsi, le famiglie italiane devono tenere bene a mente alcune avvertenze importanti, che li mettono al riparo da alcuni inconvenienti negli anni successivi. Eccole nel dettaglio.

LA RATA SOSTENIBILE. Il primo passo da compiere consiste nel valutare la sostenibilità della rata di rimborso del prestito, che deve essere compatibile con il tenore di vita della famiglia e non superare una determinata quota dei suoi redditi mensili (in genere il 33%). Per orientarsi nel calcolo, una guida utile arriva dal sito Monitorata.it , creato da Assofin (l'associazione nazionale del credito al consumo). E' un portale internet dove ogni debitore può valutare il proprio stato di salute finanziario, stimando le spese che deve sostenere ogni mese per il mantenimento della famiglia, confrontandole poi con la rata del prestito.

MEGLIO POCHI  FINANZIAMENTI. Un errore che spesso compiono le famiglie italiane è quello di sottoscrivere molti prestiti contemporanemente, con scadenze e piani di rimborso differenti, per finanziare diverse categorie di spese. Ci può essere, per esempio, un finanziamento per l'acquisto dell'auto, a cui si aggiunge una carta di credito revolving (con rimborso rateale) oppure un piccolo prestito per comprare gli elettrodomestici o i mobili di casa. Alla fine, però, i nodi vengono al pettine: le rate da pagare ogni mese rischiano di accumularsi l'una sull'altra, diventando inostenbili. Anche perché, è bene ricordarlo, per i piccoli finanziamenti le banche e gli altri intermediari creditizi sono spesso un po' di manica larga e non effettuano una attenta valutazione sulla situazione patrimoniale e reddituale del debitore.

E' bene, dunque, che le famiglie concentrino su un solo prestito tutta la propria esposizione debitoria, cercando (se necessario) di allungare le scadenze del piano di rimborso, in modo da ottenere una rata più leggera. A questo proposito, va ricordato che esistono sul mercato i prestiti di consolidamento, attraverso i quali una famiglia può sostiture tutti i finanziamenti accesi in passato con un'unica linea di credito nuova di zecca, che ha un piano di rimborso maggiormente sostenibile.

LA SCELTA DEL TASSO. E' importante scegliere bene la tipologia di tasso del prestito, tenendo a mente un avvertenza: ci sono i finanziamenti a interesse variabile che di solito costano meno di quelli a tasso fisso ma espongono al rischio di un aumento della rata, nel caso di una crescita del costo del denaro. Inoltre, per valutare la convenienza di un finanziamento non bisogna guardare soltanto al Tan (tasso annuo nominale) che indica la percentuale di interessi passivi sul debito.  Un altro fattore importante  è il  Taeg (tasso annuo eggettivo globale), un indicatore che viene espresso in termini percentuali e che misura il reale costo del prestito, tenendo conto anche delle spese accessorie (come quelle per l' operazione di istruttoria).

GLI INSOLUTI  O I PROTESTI. Chi, nel passato, ha avuto problemi nel rimborsare dei prestiti incontra quasi sempre molte difficoltà nell'accedere al credito. In questi casi, per i lavoratori dipendenti assunti a tempo indeterminato, ci sono però alcune forme di finanziamento abbastanza flessibili come la cessione del quinto dello stipendio, che viene concessa anche a chi, nel passato, si è imbattuto in alcuni insoluti o protesti.

IL CONFRONTO ONLINE. La cosa più importante da fare, prima di accendere un finanziamento, è però la ricerca del prodotto migliore (e meno costoso), tra quelli presenti sul mercato. Per riuscirci, un valido aiuto arriva dai siti web degli intermediari come Prestiti.it o PrestitiOnline, che permettono di ottenere un preventivo gratuito dei finanziamenti al consumo venduti in Italia. Per un debito di 10mila euro destinato all'acquisto dell'auto e rimborsabile in 5 anni, per esempio, il prodotto migliore che appare nel sito di PrestitiOnline è Rataweb di Agos Ducato (taeg 7,43% e costo di 198,48 euro al mese), mentre sulle pagine di Prestiti.it a vincere il confronto è Credito Veicolidi Findomestic (taeg 9,33% e rata di 207,4 euro al mese).

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