Yorgos Lanthimos con il Leone d'oro per "Povere creature!" (Foto: Ansa/Ettore Ferrari)
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Povere creature! vince l'ennesima Mostra del Cinema di Venezia senza picchi

È Povere creature! (Poor Things) di Yorgos Lanthimos il Leone d’oro della Mostra internazionale d'arte cinematografica numero 80, come da pronostici e da sentore collettivo. Purtroppo solo premio speciale della giuria per Zielona granica (Green border) della polacca Agnieszka Holland, film crudo e coraggioso, quello che più ci aveva convinto in questa ennesima Mostra che conferma l’elettrocardiogramma fiacco delle edizioni recenti: tracciati senza picchi, poche emozioni, qualità di livello medio senza entusiasmanti vette. Lo evidenziavano anche i Leoni d’oro assegnati nell’ultima manciata di anni, dal doc americano Tutta la bellezza e il dolore - All the Beauty and the Bloodshed al dramma francese La scelta di Anne - L'Événement, prove di un cinema impegnato ma debole che fatica a rigenerarsi.

Il Leone d’oro di quest’anno è senz’altro un film originale e vigoroso, esaltante a livello visivo e registico e nell’interpretazione di Emma Stone novella Frankenstein, ma disorientante e meno persuasivo a livello narrativo. La Bella protagonista si butta nell’esplorazione del mondo e del sesso con voracità quasi selvaggia. Il greco Lanthimos, uno dei migliori registi di questi anni, nel ricevere il premio non ha potuto non citare lo sciopero di sceneggiatori e attori di Hollywood in corso: «Grazie al cast meraviglioso che purtroppo non è qui a festeggiare con noi. La protagonista di Poor Things è una creatura meravigliosa che non esisterebbe senza Emma Stone che è un’altra creatura meravigliosa: questo film è tutto suo».

Sorride l’Italia con il Leone d'argento per la miglior regia a Matteo Garrone per Io capitano e con il Premio Marcello Mastroianni al suo giovane protagonista, il senegalese Seydou Sarr, che nel film si mette in viaggio dal Senegal attraverso il deserto del Sahara alla Libia fino in Sicilia. Ecco le parole del regista romano sul palco della Sala Grande del Palazzo del cinema: «Io capitano racconta il viaggio che fanno Seydou e Moussa attraverso l'Africa, attraverso il loro punto di vista, un controcampo. Mi sono aggrappato alla loro cultura e ai loro racconti per mettermi al servizio di questa storia. Voglio ringraziarli. Abbiamo girato questo film in Senegal e Marocco, quindi un pensiero va al Marocco». Il riferimento evidente è al terribile terremoto che ha colpito il Paese.
Emozionante il ritiro del premio da parte di Seydou Sarr, luminoso vestito in rosa, commosso, con pochissime parole calde in un italiano incerto: «Grazie a tutti, io sono molto contento e felice, veramente non ci sono parole, grazie mille».

Agnieszka Holland in Zielona granica (Green border) ha invece raccontato un’altra frontiera sulla rotta dei migranti, quella tra Bielorussia e Polonia: «Non è stato facile girare questo film per molte ragioni, alcune delle quali le potete immaginare», ha detto. «Fare questo film è stata una lotta ma dovevamo farlo, era un dovere. Da quando è iniziata la crisi nel 2015 a oggi circa 60.000 persone sono morte cercando di raggiungere l'Europa e ora la situazione ritratta nel mio film continua, in questo momento delle persone si stanno nascondendo nelle foreste, private dei loro diritti umani, alcune vivranno in Europa, alcune perderanno la vita, non perché non abbiamo le risorse ma perché non le vogliamo. Ma qui, in Europa e in Polonia, ci sono anche persone che stanno aiutando e credono che sia loro dovere l’umanità. Voglio dedicare questo premio agli attivisti e alle persone che stanno aiutando, dalla Polonia a Lampedusa».

Per il regista giapponese Ryūsuke Hamaguchipremio Oscar con Drive My car è arrivato il Leone d'Argento - Gran Premio della giuria per il suo Aku wa sonzai shinai (Evil does not exist), storia di una comunità in sintonia con la natura che si vede minacciata dalla costruzione di un glamping.

Premiata come migliore attrice Cailee Spaeny, che in Priscilla interpreta Priscilla Beaulieu, ex moglie di Elvis Presley. Migliore attore a sorpresa Peter Sarsgaard, teneramente indifeso e cordiale come cinquantenne affetto da demenza in Memory. Anche da lui – presente al Lido perché nel cast di una produzione indipendente - parole sullo sciopero degli attori del sindacato Sag-Aftra: «Sceneggiatori e attori ora sono in sciopero, il problema centrale è l'intelligenza artificiale: un autore è una persona, un attore è una persona, eppure sembra che non lo siamo. L'esperienza sacra di essere umani potrebbe essere consegnata ai miliardari, con una disconnessione che preparerà la strada a delle atrocità. Faccio appello ai membri dell’Amptp (Alleanza dei Produttori di Film e Televisione, ndr) per creare un futuro per i loro bambini».

Ecco tutti i premi di Venezia 80.

I premi di Venezia 80

  • Leone d'oro: Povere creature! (Poor Things) di Yorgos Lanthimos
  • Leone d'Argento - Gran Premio della giuria: Aku wa sonzai shinai (Evil does not exist) di Ryūsuke Hamaguchi
  • Leone d'argento per la miglior regia: Matteo Garrone per Io capitano
  • Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Cailee Spaeny per Priscilla
  • Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Peter Sarsgaard per Memory
  • Migliore sceneggiatura: Guillermo Calderón e Pablo Larraín per El Conde
  • Premio speciale della giuria: Zielona granica (Green border) di Agnieszka Holland
  • Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente: Seydou Sarr per Io capitano
  • Leone del futuro - Premio opera prima "Luigi De Laurentiis": Ai shi yi ba qiang (Love is a gun) di Lee Hong-Chi

Sezione Orizzonti

  • Miglior film: Magyarázat mindenre (Una spiegazione per tutto) di Gábor Reisz
  • Migliore regia: Mika Gustafson per Paradiset brinner (Il paradiso brucia)
  • Premio speciale giuria: Una sterminata domenica di Alain Parroni
  • Migliore interpretazione femminile: Margarita Rosa De Francisco per El Paraíso
  • Migliore interpretazione maschile: Tergel Bold-Erdene per Sèr sèr salhi (Città del vento)
  • Migliore sceneggiatura: Enrico Maria Artale per El Paraíso
  • Miglior cortometraggio: A short trip di Erenik Beqiri
  • Orizzonti Extra - Premio degli spettatori: Felicità di Micaela Ramazzotti

Venezia Classici

  • Miglior documentario sul cinema: Thank you very much di Alex Braverman
  • Miglior film restaurato: Ohikkoshi (In movimento) di Shinji Somai

Venice Immersive

  • Gran premio: Songs for a passerby di Celine Daemen
  • Premio speciale della giuria: Flow di Adriaan Lokman
  • Premio per la realizzazione: Empereur di Marion Burger e Ilan Cohen

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