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Economia

Pensioni, quanto costa ritirarsi a 62 anni

A riposo a 62 anni d'età e con 38 annidi contributi. E’ la prospettiva ormai all’orizzonte per centinaia di migliaia di lavoratori italiani. Nel 2019, il governo Lega-5 Stelleè intenzionato infatti a istituire la quota 100, un sistema che consente di ritirarsi dal lavoro non appena la somma degli anni di servizio e dell’età anagrafica supera una determinata soglia (fissata appunto a 100). Con questi requisiti, potrà andare appunto in pensione chi ha 38 anni di carriera e 62 anni di età, ma anche chi ha 63 anni all’anagrafe e 37 anni di servizio. Non potrà accedere alla quota 100, invece, chi ha 39 anni di contribuzione e 61 anni di età. Il governo sembra infatti intenzionato a fissare comunque una soglia minima di pensionamento a 62 anni per tutti.

Meno contrbuti, assegno più magro

Chi rientra neinuovi requisitiè pronto a godersi la tanto attesa pensione ma dovrà accontentarsi di un assegno più basso di quello che sarebbe maturato andando in pensione a 67 anni o con 42 e 43 anni di servizio, cioè con i requisiti previsti attualmente dalla Legge Fornero. Dal 1995, infatti, in Italia è entrato progressivamente in vigore il metodo contributivo, in base al quale l’importo dell’assegno pensionistico dipende dalla quantità di contributi versati e non più, com’era prima, dalla media degli ultimi stipendi percepiti prima di mettersi a riposo. Piùcontributi si versa, più alta sarà la rendita. Al contrario,prima si va in pensione, più basso sarà l’assegno.

Un esempio concreto

E’ proprio ciò che accadrà a chi intende mettersi a riposo a 62 anni anziché a 67. Ecco, di seguito unesempio concreto. Si prenda il caso di un lavoratore con 62 anni di età, 38 anni di contributi e con uno stipendio di 30mila euro lordi all’anno (1.700 euro netti al mese). Andando in pensione nel 2019 e non nel 2024 (quando avrà 67 anni),questo lavoratore rinuncerà a mettere da parte ben 10mila euro di contributi all’anno per un totale di 50mila euro in 5 anni.  I maggiori contributi avrebbero fatto crescere l’importo della pensione di oltre 220 euro lordi il mese, corrispondenti a circa 150 euro netti. Chi vuole godersi il riposo prima del previsto, insomma, deve accontentarsi di un assegno un po’ più magro. Questione di scelte.

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