Il Pd cambia idea sul Reddito di Cittadinanza per debolezza, non per convinzione

Ci sono cose che non si posso non sottolineare in questi giorni di “allarme sociale” (che non c’è) legato alla fine del Reddito di Cittadinanza. Quello che stupisce maggiormente non è tanto la lotta senza quartiere promessa dal Movimento 5 Stelle; il sussidio di stato è uno dei principi fondanti del grillinismo e lo scorso anno conte ne aveva fatto la propria bandiera durante la campagna elettorale, bandiera grazie alla quale avevano ottenuto grandi consensi al sud in una sorta di voto di scambio: tu mi voti-io ti garantisco il rdc.

Nulla di nuovo, quindi. A stupire invece è il cambio di rotta del Partito Democratico. A rileggere oggi le dichiarazioni dei big del Nazareno di un anno fa viene da ridere pensando alle parole di oggi. Un paio di esempi: cominciamo dal colorito governatore della Campania, regione dove il RdC tocca numeri senza eguali nel resto del Paese. Durante un comizio elettorale De Luca così sbraitava, a modo suo, dal palco: “Il Reddito di Cittadinanza è una grande truffa, una grande porcheria di clientela politica…”. Bene. Lo stesso De Luca ieri in merito ai famosi sms con cui l’Inps ha avvisato migliaia di percettori del reddito che il sussidio era terminato ha parlato di “trauma sociale”. Che poi, dato che questa storia degli sms ha fatto molto discutere chi li contesta dovrebbe spiegarci come avrebbero gestito loro la comunicazione dello stop al reddito. Cosa sarebbe stato giusto fare? Lo sapevano tutti che luglio sarebbe stato l’ultimo mese, quindi? Il governo avrebbe dovuto mandare un mazzo di fiori con biglietto di scuse ed auguri? Oppure una bottiglia di vino, per berci su? Quale sarebbe stata la metodologia corretta di informazione?

Ma torniamo al Pd. Dopo De Luca anche l’ex segretario dem, Zingaretti, ha compiuto la sua inversione di marcia. Nel 2018 parlava così ospite di una trasmissione tv: “Soldi e risorse non su questa pagliacciata del reddito di cittadinanza che nessuno sa cosa sia”. Pagliacciata. Un anno dopo, non contento, aggiungeva: “Bisogna investire per creare lavoro, altrimenti il RdC diventa Reddito di Sudditanza”. Sudditanza. Oggi la svolta: “Eliminare il RdC è accanimento contro la povera gente…”.

Avanti. Francesco Boccia, 2018: “Il RdC è una grande sciocchezza; aumenterà solo il lavoro nero”. Oggi, lo stesso Boccia: “Governo contro i poveri”.

Potremmo andare avanti ore con esempi analoghi, poco conta. Resta la debolezza del Pd impegnato più nella sua corsa a sinistra contro il M5S alla caccia di voti e spazi che in una vera e coerente opposizione. Fare meglio di Conte è il primo obiettivo al Nazareno, forse l’unico, dato che la rincorsa a Fratelli d’Italia è finita come è finito l’effetto Schlein nei sondaggi. Una guerra interna all’opposizione nella quale vale tutto, cambiare idea, rinnegare sé stessi e lanciare allarmi sociali che non esistono.

A questo proposito merita un approfondimento una notizia rimbalzata ieri su agenzie di stampa, siti, telegiornali e quotidiani. A Terrasini un uomo cui è stato sospeso il reddito si è presentato in comune gettando della benzina dentro all’ufficio del sindaco minacciando di dare fuoco a tutto “se non mi date i soldi”. Ovviamente in molti hanno lanciato la notizia, anzi, l’hanno cavalcata, vendendola come il primo di probabili altri casi di disperazione sociale. Peccato che, nei racconti degli addetti del comune si è scoperto che l’uomo è un pregiudicato ed ha rifiutato “per presunti problemi fisici” alcuni posti di lavoro trovati per lui dai servizi sociali.

Ognuno pensi quel che vuole. Non ci stupiremmo nel vedere questa persona trasformata come un martire anche dal Partito Democratico.

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