Paris Fashion Week: sfumature di rosa

Nel corso dei secoli, il rosa ha assunto diverse forme. Simbolo, nella sua sfumatura più intensa e vibrante, del film campione di incassi Barbie, questo colore dalla ricca storia è simbolo di transizione, così come gli atteggiamenti sociali nei suoi confronti. Una serie di testimonianze storiche suggeriscono, ad esempio, come nel XVIII secolo il rosa fosse considerato un colore maschile, simbolo di ricchezza (in quanto il pigmento era difficile da ottenere) e di eleganza. Specialmente nella corte francese di metà Settecento, il rosa era ritenuto più adatto agli uomini, poiché veniva interpretato in relazione al rosso dei militari. È solamente due secoli dopo che il colore rosa inizia a essere affiancato all’idea di femminilità e delicatezza, per poi diventare il colore del gentil sesso nell’America del secondo dopoguerra, cementando lo stereotipo del «rosa per le ragazze, blu per i ragazzi».

Sono però incursioni di rosa, declinato in tutte le sue incantevoli sfumature, a caratterizzare le passerelle di questa Paris Fashion Week dedicata alla moda uomo. Le collezioni presentate nella terza giornata di sfilate da Rick Owens, Home Plissé Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Dries Van Noten sembrano accomunate dal desiderio di ravvivare la palette di colori del menswear, da sempre caratterizzata dai toni del nero, del blu e del grigio. E così, quasi all’improvviso, in passerella ci sono rosa tenui e fucsia abbaglianti, c'è l'eterna speranza utopica di un posto migliore, come direbbe Rick Owens.

È proprio quest’ultimo ad aprire la terza giornata della Paris Fashion Week, con una collezione presentata tra le mura di casa sua, in Place du Palais Bourbon, «dove abbiamo iniziato a vendere le nostre collezioni 25 anni fa». Porterville - questo il titolo della sfilata di Rick Owens - si fa portatrice di un’intimità che sembra ormai perduta nell’universo scenografico della moda, dove lo stilista può confidare le sue paure e le sue inquietudini attraverso creazioni che sono incarnazione dell’oscurità.

Immersed in the Wilds of Creativity è invece il titolo della collezione Homme Plissé Issey Miyake creata insieme al designer/artista Ronan Bouroullec. Un’esplorazione della relazione tra abito e designo che trasforma lo spazio bianco dell’opera originale nella forma stessa degli abiti, dove le sfumature del plissé esaltano i colori profondi - tra cui il fucsia - e le pennellate delicate.

Il rosa fa incursione anche nella collezione autunno inverno 2024-25 firmata Yohji Yamamoto, dove si sprigiona una delicatezza romantica. Si sfila in coppia, unendo generazioni e condividendo il mood rilassato che caratterizza ognuno dei look presentati. La dualità tra bianco e nero viene spezzata, qua e là, da rosa e rossi che compaiono quasi come dei fiori che sbocciano all’improvviso su giacche e pantaloni.

È infine Dries Van Noten a chiudere la giornata con la sua inaspettata idea di eleganza che si riassume tanto nella palette delicata, dove i rosa pallidi si fanno strada tra blu e neri, quanto nei tagli inaspettati degli abiti che creano una fusione tra raffinato e rustico, sofisticato e casual. La silhouette è snella e allungata, i cappotti lunghi, ordinati nelle loro proporzioni, al contempo però i pantaloni cargo hanno forme rilassate e la maglieria è oversize. Cerniere e lacci sfidano le nozioni percepite su come si indossa un indumento, mentre la costruzione sartoriale si affianca alla decontrazione nei capispalla larghi e nei pantaloni “paracadute”.


Rick Owens






Rick Owens




Homme Plissé Issey Miyake









Yohji Yamamoto




Yohji Yamamoto






Dries Van Noten









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