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Il nuovo partito di Fitto-Capezzone? Una vera impresa

Correva l’anno 2003, e i Radicali italiani – come tante volte nella loro storia - si riunirono in un litigiosissimo congresso. Una simpatica tradizione dei membri di quel piccolo e a suo modo glorioso partito è di non essere mai d’accordo su nulla se non sulla devota ammirazione per Marco Pannella. In quell’occasione di trattava di scegliere il nuovo segretario, e la sfida era fra il diplomatico, accomodante (ma solo nei modi) Daniele Capezzone, cresciuto nei meandri della politica romana, e l’algido, sprezzante Benedetto Della Vedova, bocconiano e valtellinese fino al midollo.

60 anni del Partito Radicale

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Rutelli negli anni '70, segretario dei radicali romani. La protesta è per l'abolizione della legge Reale sull'ordine pubblico.

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Ernesto Rossi, uno dei fondatori dei radicali italiani. E'il quarto da sinistra assieme ai fratelli Carlo e Nello Rosselli

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Mario Pannunzio, direttore de "Il Mondo" (1 a sx). Fu tra i fondatori del Partito Radicale nel 1955.

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L' onorevole Emma Bonino del Partito Radicale con il questore Umberto Improta (D), Roma 12 maggio 1977

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(Archivio Partito Radicale)

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L'arresto di Enzo Tortora il 17 giugno 1983. i Radicali non esitarono a mostrare tutta la loro cultura garantista a favore del conduttore.

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1987. Ilona Staller in arte Cicciolina è eletta al parlamento nelle liste dei Radicali.

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Toni Negri. Fu scarcerato nel 1983 in quanto eletto con i Radicali.

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Marco Pannella faccia a faccia con Bettino Craxi negli anni '80. L'avvicinamento tra radicali e socialisti fu bloccato dalla posizione del leader PSI a favore del pentapartito.

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Da sinistra, Rita Bernardini, Marco Pannella e Emma Bonino durante la marcia di Natale organizzata dai Radicali dal titolo: "Carceri, amnistia e giustizia" nel 2013
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Capezzone voleva portare i radicali verso il centro-sinistra di Prodi, Dalla Vedova verso il centro-destra di Berlusconi. Vinse Capezzone, e di lì a poco Della Vedova lasciò il partito, e aderì a Forza Italia. Sono passati 12 anni e oggi, dopo percorsi parimenti tortuosi, le parti sono curiosamente rovesciate: il candidato segretario “di destra” Della Vedova è sottosegretario del governo di centro-sinistra (in quanto unico esemplare sopravvissuto della estinta compagine finiana), il candidato “di sinistra” Capezzone scalpita per lasciare Forza Italia, accusata di non essere abbastanza intransigente nell’opposizione al centro-sinistra.

Scalpita, appunto, ma non ci riesce. Già, perché Capezzone è l’ideologo del nuovo raggruppamento politico guidato da Raffaele Fitto, quello che dovrebbe riprodurre in Italia il modello dei conservatori britannici (con le differenza che loro vincono le elezioni). In effetti, l’impronta del giovane Daniele, che ai percorsi tortuosi è abituato (da feroce antiberlusconiano di sinistra a feroce custode dell’ortodossia Berlusconiana, infine a feroce antiberlusconiano di destra, ma sempre con toni tranchant, che contraddicono il suo approccio mito e garbato nei rapporti personali) si coglie fin dal nome della nuova compagine politica, Conservatori Riformisti, un raffinato ossimoro, un po’ come dire "macelleria vegetariana".


Un ossimoro, a ben vedere, perfetto per i due promotori dell’iniziativa, Capezzone, erede dei tortuosi ghirigori concettuali pannelliani, e Fitto, ultimo rampollo di quella DC pugliese su cui giganteggia la figura di Aldo Moro, altro raffinato cultore di bizantinismi, e autore del più celebre degli ossimori politici, le indimenticate convergenze parallele. Moro e Fitto, fra l’altro, sono compaesani, essendo entrambi nati a Maglie, paesone della provincia di Lecce, privo di altre significative ragioni di notorietà. Il parallelo fra i due, inutile precisarlo, comincia e finisce qui.

Raffaele Fitto

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Raffaele Fitto alla convention dei "ricostruttori" di Forza Italia a Roma - 21 febbraio 2015

Raffaele Fitto

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L'europarlamentare di Fi Raffaele Fitto durante la convention dei Ricostruttori - Roma, 21 febbraio 2015

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L'europarlamentare di Fi Raffaele Fitto durante la convention dei Ricostruttori - Roma, 21 febbraio 2015

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Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi

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Da sinistra Daniele Capezzone, Raffaele Fitto, Renata Polverini, Paola Pelino, al termine della riunione dei parlamentari ''lealisti'' del Pdl con Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli, Roma, 3 ottobre 2013. ANSA/ ANGELO CARCONI

Raffaele Fitto

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Raffaele Fitto (Maglie, 28 agosto 1969) è un politico italiano, presidente della Regione Puglia dal 16 aprile 2000 al 4 aprile 2005. Ministro per gli Affari Regionali nel Governo Berlusconi IV dal 2008 al 2011.  È figlio del politico democristiano Salvatore Fitto, anch'egli presidente della Regione Puglia dal 1985 al 1988.Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia. Il 24 marzo 2014 diventa membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia.


Raffaele Fitto

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Raffaele Fitto durante un comizio elettorale a Bari

Raffaele Fitto

Il leader dei "lealisti" del Pdl, Raffaele Fitto (Credits: ANSA/ANGELO CARCONI)

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Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi in Parlamento

L’impresa della coppia Fitto-Capezzone, tuttavia, stenta a decollare. Il progetto di creare gruppi parlamentari di Conservatori Riformisti, almeno alla Camera, pare su un binario morto. Al Senato, in qualche modo sono riusciti a raggiungere quota 12, cercando aiuto fra i profughi di Scelta Civica, un risultato comunque ben al di sotto delle aspettative e degli annunci, ma sufficiente a costituire un gruppo (e quindi avere soldi, uffici, personale). Naturalmente in nome dell’unità del centro-destra e della lotta agli sprechi.

Alla Camera invece sfortunatamente i colleghi in grado di apprezzare gli ossimori pare siano un po’ pochi. Il ruvido e concreto Saverio Romano, ex UDC trapiantato in Forza Italia e per questo fatto Ministro negli ultimi mesi del Governo Berlusconi, fin qui uno dei principali sostenitori del duo Fitto-Capezzone, per esempio, non è affatto per gli arabeschi concettuali. Ha fatto ampiamente capire che lui e il fido Pino Galati, se devono lasciare Berlusconi, lo faranno per qualcuno che possa offrire di più, non di meno.

Fra i deputati, al di là della solita pattuglia di fedelissimi pugliesi, solo pochi stravaganti ex missini, ansiosi di riprendere a menar le mani, sono pronti a salpare per la nuova avventura. Il più pittoresco è Maurizio Bianconi, ex-missino tutto di un pezzo, noto per la straordinaria somiglianza con Mickey Rourke (nessuno pensi a "Nove settimane e mezzo" – parliamo del Ruorke di oggi, dopo una vita di eccessi e di operazioni estetiche sbagliale) e per aver più volte preconizzato a Berlusconi un futuro in piazzale Loreto.

A tale variopinta compagnia, per raggiungere la sospirata quota 20 (i deputati necessari ad avere un gruppo parlamentare), Fitto tenta di aggregare altri componenti, senza guardare tanto per il sottile: gli ex-leghisti amici del sindaco di Verona Flavio Tosi, per esempio. Si, proprio quel Tosi che in Veneto si è alleato con l’NDC di Alfano e Lupi, un tempo bestia nera dell’aspirante leader pugliese.

Non è passato molto tempo – appena un anno e mezzo - da quando Fitto si proponeva come punta di diamante, insieme a Denis Verdini, dei “lealisti” berlusconiani contro i “traditori” di Alfano, di cui chiedeva a gran voce la cacciata. Sarà un caso, ma nei giorni scorsi in Transatlantico Fitto e Lupi, oggi capogruppo NCD, sono stati visti scambiarsi abbracci, sorrisi e battute ammiccanti.

Cosa abbiano poi a che fare vecchi democristiani, missini nostalgici, radicali smarriti e forse leghisti anti-Salvini, con il grande partito britannico che fu di Winston Churchill e di Margareth Thatcher, è un mistero che solo la tortuosa logica di Capezzone potrebbe forse spiegare.

Ma evidentemente neppure le sue spiegazioni sono convincenti, e così il progetto langue... in parallelo con quello di Verdini, anche lui alle prese con la voglia di andarsene e i pochi numeri disposti a seguirlo. Chissà che i due alla fine si ritrovino? In fondo, 18 mesi fa erano alleati di ferro.

Fitto e Verdini, i dissidenti di Forza Italia

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