Paolo Villaggio
ANSA/CLAUDIO ONORATI

Addio a Paolo Villaggio, al ragionier Fantozzi e all'Italia del posto fisso

Quanto ci ha fatto ridere! Mentre intanto si insinuava in noi il senso amaro di ridere di noi stessi e delle nostre debolezze.

Paolo Villaggio è morto a 84 anni, lasciandoci un'eredità comica "pazzesca", un bagaglio straripante di battute taglienti, personaggi grotteschi e vili, venature realistiche ed estremizzate dell'Italia degli ultimi. Di quelli che osano, in un impulso di ribellione, e poi nascondono entrambe le mani e lustrano le scarpe dei più forti, prostrandosi. Di "merdacce" come il ragionier Ugo Fantozzi e Giandomenica Fracchia, alla continua ricerca del riscatto e regolarmente umiliati. In primo luogo da se stessi.

Quella creatività ribollente e corrosiva

Genovese, caro amico di Fabrizio De André, Paolo Villaggio ha vissuto il debutto comico ufficiale negli anni Sessanta al teatrino di piazza Marsala, dove ha presentato il suo primo personaggio, il Professor Kranz. In questo prestigiatore aggressivo e sadico nei confronti del pubblico c'è già l'essenza dell'umorismo di Villaggio, cinico e irriverente, spietato e spiazzante

Penna vivace, creativà ribollente, Villaggio a ruota faceva nascere personaggi che hanno fatto la cultura popolare italiana, Giandomenico Fracchia, prima, l'altro volto del sottomesso e umiliato, quindi Ugo Fantozzi, il ragioniere più sfortunato e abietto, "il più grande 'perditore' di tutti i tempi".  

Villaggio li inventava e se li metteva addosso. Li animava e riempiva toltalmente, con una mimica inedita, piena e assoluta: la sua fisicità gommosa faceva tutt'uno con il personaggio. E dalla tv, dove è arrivata la consacrazione, il successo è esploso poi al cinema. 

Paolo Villaggio, tutti i volti di Fantozzi - Foto

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Paolo Villaggio in "Fantozzi in paradiso"

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Paolo Villaggio nel film "Fantozzi alla riscossa"

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Da sinistra, Milena Vukotic, Plinio Fernando e Paolo Villaggio nel film "Fantozzi alla riscossa"

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Da sinistra, Gigi Reder, Paolo Villaggio e Anna Mazzamauro sul set di "Fantozzi alla riscossa" (1990)

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Paolo Villaggio ne "Il secondo tragico Fantozzi" (1976)

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Da sinistra, Gigi Reder maniscalco e Paolo Villaggio cavaliere al tempo delle Crociate nel film "Superfantozzi" (1986)

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Paolo Villaggio vestito da antico romano in "Superfantozzi" (1986)

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Paolo Villaggio tentato da Eva Lena nel Paradiso terreste in "Superfantozzi" (1986)

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Da sinistra, Paolo Villaggio vestito da cavaliere medioevale ed Eva Lena nel film "Superfantozzi" (1986) di Neri Parenti

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Da sinistra, Paolo Villaggio e Anna Mazzamauro

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Da sinistra, Paolo Villaggio e Milena Vukotic nel film "Fantozzi - Il ritorno" (1996)

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Paolo Villaggio e Anna Mazzamauro nel film "Fantozzi alla riscossa" (1990)

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A sinistra, Plinio Fernando. A destra, Paolo Villaggio nel film "Fantozzi alla riscossa" (1990)

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Da sinistra, Paolo Villaggio e Gigi Reder nel film "Fantozzi alla riscossa" (1990)

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Paolo Villaggio e Milena Vukotic, nei panni di Pina Fantozzi, nel film "Fantozzi in paradiso" (1993)

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Paolo Villaggio in "Fantozzi in paradiso" (1993)

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Paolo Villaggio e Anna Mazzamauro in "Fantozzi in paradiso" (1993)

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Paolo Villaggio nel film "Fantozzi in paradiso" (1993)

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A destra, Paolo Villaggio nel film "Fantozzi in paradiso" (1993)

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Paolo Villaggio, nei panni del rag. Ugo Fantozzi, nel film "Fantozzi in paradiso" (1993)

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Paolo Villaggio in "Fantozzi in paradiso"

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Anna Mazzamauro e Paolo Villaggio in "Fantozzi in paradiso" (1993)

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Paolo Villaggio in "Fantozzi in paradiso" (1993) di Neri Parenti

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Paolo Villaggio in "Fantozzi 2000 - La clonazione" (1999)

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Paolo Villaggio nel film "Fantozzi" (1975) di Luciano Salce

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Paolo Villaggio in "Fantozzi"

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Paolo Villaggio ne "Il secondo tragico Fantozzi" (1976) di Luciano Salce

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Da sinistra, Paolo Villaggio e Liù Bosisio; di spalle, Plinio Fernando in "Fantozzi" (1975)

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Paolo Villaggio ne "Il secondo tragico Fantozzi" (1976) di Luciano Salce

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Anna Mazzamauro e Paolo Villaggio in "Fantozzi"

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Da sinistra: Liù Bosisio, Paolo Villaggio e Plinio Fernando nel film "Fantozzi" (1975)

Il ritratto dell'italiano medio

Come aveva fatto Alberto Sordi prima di lui, Villaggio incarnava i vizi degli italiani. Ma con un'indole più feroce e meno bonaria. Rimanendo intanto Paolo Villaggio, comico cinico e scontroso, acuto osservatore delle nostre miserie

Tramite Fantozzi, il suo personaggio più amato, Villaggio ha ritratto l'uomo medio, anzi, mediocre, l'archetipo dell'italiano anni '70, medio-borghese, impiegato dalla vita semplice, animato da fallimentari desideri di riscossa. Imbroglione che non riesce a imbrogliare. Idealista senza ideali. Intrappolato in un sistema di gerarchie, scrivanie, orari, frustrazioni. Un pullulare di fallimenti, di situazioni trucide e meschinità, di dolorosi "vorrei ma non posso". 

Era l'Italia del posto fisso e del cartellino da timbrare. Un'Italia che non c'è più. Come lo stesso Villaggio notava in maniera sardonica nel 2012: "Fantozzi di allora era un miserabile felice, almeno lui aveva un posto fisso".

Intanto Villaggio riempiva il nostro immaginario di figure tragicomiche e "mostruose": l'agognata signorina Silvani, il miope e pedante ragionier geometra Filini, la Signora Pina moglie racchia e desolata, la bruttissima Mariangela dalle sembianze scimmiesche che spaventava, alla vista, lo stesso padre. 

Fantozzi e la battuta di caccia con Filini

Una comicità pessimista piena di frasi cult

A Villaggio non interessava essere "buono" e rassicurante, neanche fuori dal set. Era quasi compiaciuto nel mostrarsi scorbutico e sprezzante. Come nell'intervista rilasciata nel 2013 a Panorama, quando con plumbeo realismo diceva "il mondo è fatto per la maggior parte da persone che nella vita hanno fallito. Grazie a Fantozzi ho fatto in modo che alcuni neppure si accorgessero di essere nullità. O al limite ho fatto sì che non si sentissero soli".

La sua comicità pessimista ci ha riempito di frasi cult. C'è un senso quasi liberatorio, che arriva anche a noi che scriviamo di cinema, nel giudizio di Fantozzi sul film proiettato al cineforum aziendale: "Per me... La corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!". 

Si sente ancora l'eco di quel lamentevole "Come è umano lei", che racchiude tutta la penosa e vile accettazione dell'essere sopraffatto. 

Paolo Villaggio, Fantozzi: "...è una cagata pazzesca!"

Paolo Villaggio e la morte

Quanto alla morte, nel 2005 Paolo Villaggio aveva detto: "Sono inviperito per questa tendenza che esiste soprattutto in Italia, forse per le sue radici cattoliche, di riconoscere i meriti degli artisti solo dopo la morte. Come se la morte nobilitasse".

In Fantozzi in Paradiso, nel 1993, l'ex ragionere, ormai anziano, affrontava con malinconia il tema angustioso della morte. Quando gli chiedono di pentirsi e di chiedere perdono, risponde: "Ma io mi pento solo... di non essermi goduto... la vita!". 

Paolo Villaggio la sua vita se l'è goduta.

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