Per la MFW, Miuccia Prada propone l’anatomia di una storia d’amore

“Karl Largerfeld ha detto che gli stilisti devono solo lavorare e stare zitti. A lungo ho pensato anch’io la stessa cosa ma ora ho deciso che, al contrario, gli stilisti hanno il dovere di esprimersi. Di parlare non solo delle proprie collezioni e delle aziende ma anche di raccontare la loro visione del momento storico che si sta attraversando, perché nessuna creazione è mai del tutto staccata dalla realtà “ . Esordisce così Miuccia Prada prima di far sfilare la sua collezione per l’autunno/inverno 2019 /2020 che, proseguendo il racconto già iniziato durante la sfilata maschile, ha toccato le corde più dark e romantiche della passione amorosa. Anfibi, cappotti in panno color militare, bomber in nylon si alternano a abiti carichi di fiori applicati come in un ricamo in 3D mentre mantelline in pizzo coprono le spalle lasciate scoperte da tubini sartoriali: è un mix che non gioca con i contrasti bensì con la convivenza di diverse nature e sentimenti. Sullo sfondo, come nella miglior tradizione del genere fanta horror, c’è la paura per tutto ciò che è oscuro e imprevedibile. “Cosa temo.? La guerra, la violenza con tutta la sua asprezza” racconta Miuccia Prada arrivando a tradurre in abiti i diversi vissuti dell’umanita’ così come uno scrittore traduce in romanzo diversi frammenti di storie personali. Amore e guerra, impeto e assalto, rigore militare e maxi fiori stampati su una gonna verde come il,prato. Se a qualcuno sfugge la complessità che si nasconde dietro al concetto di romantico è bene che studi la collezione Prada. Di sicuro approderà a una propria conclusione forse non lontana da quell’ideale così nobile e così difficile che spinge a credere nei sentimenti.

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