Lucio Dalla: un genio della canzone nato il 4 marzo 1943

Il primo marzo del 2012 è una data tristemente nota agli appassionati di musica perché ha segnato la morte improvvisa di Lucio Dalla, causata da un attacco cardiaco in un albergo di Montreux, la città del jazz, dove si era esibito la sera prima.

Le sue canzoni profonde e intense, la sua voce straordinaria, la sua musica così ricercata che attingeva alle sue esperienze giovanili nel jazz (soprattutto nell'uso dello scat), il suo personaggio buffo e al tempo stesso delicato, con il cappello e la barba, lo rendono un artista fuori dal tempo, che ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama della musica italiana.

Lucio era una persona schiva, riservata, ma anche vulcanica, allegra e positiva. Quando s'innamorava di qualcosa, di un paesaggio, di un'emozione, di una musica, cercava di tradurlo sullo spartito per trasmettere quella stessa sensazione al maggior numero di persone, riuscendo sempre a cogliere nel segno. Il primo a intuire il suo talento irregolare fu Gino Paoli, che lo conobbe nel 1963 a un Cantagiro dove Lucio suonava con i Flippers, un gruppo composto da Massimo Catalano,suo fratello Maurizio al basso, Franco Bracardi, Fabrizio Zampa e Romolo Forlai.



www.youtube.com


«Rimasi folgorato da Lucio e me lo tirai dietro per un sacco di tempo - ha dichiarato Paoli ad Avvenire- Per me era una sorta di elfo con una genialità e un talento talmente naturali che mi ero messo in testa di farlo emergere a tutti i costi come cantante. Aveva una totale capacità di inventarsi. Lui però, clarinettista che veniva dal jazz, non voleva assolutamente cantare. Io mi intestardii e feci bene». Un altro incontro fondamentale fu quello con il poeta Roberto Roversi, con il quale strinse un patto di esclusiva a partire dall'album Il giorno aveva cinque teste del 1973.

La tumultuosa rottura con il paroliere costrinse Dalla a reinventarsi, a 34 anni, autore dei suoi testi, circostanza decisamente fortunata a giudicare dalla clamorosa triolgia formata da Come è profondo il mare (1977), Lucio Dalla (1979) e Dalla (1980), che gli ha garantito un posto di primo piano nella storia della canzone italiana. Nel 1979 Lucio ha portato per la prima volta la canzone d'autore negli stadi grazie al trionfale tour di Banana Republic con il collega e amico Francesco De Gregori. Un'esperienza che hanno riproposto, con identico successo, trent'anni dopo con sold out in tutta Italia nel 2010.

Impossibile dimenticare la sua data di nascita grazie a 4/3/1943,probabilmente una delle dieci canzoni italiane più belle di sempre.

Con essa Dalla, allora ventottenne, arrivò terzo a Sanremo nel 1971, inaugurando un nuovo corso della sua carriera, vincendo inoltre il premio del miglior testo assegnato da una giuria presieduta da Mario Soldati. Ad accompagnarlo sul palco c'era l'Equipe 84, che in seguito incise una sua versione del brano.

Il testo è di Paola Pallottino, figlia del più grande etruscologo italiano, che all'epoca era operatrice nel mondo della pubblicità e poetessa dilettante, divenuta poi docente di Storia dell'illustrazione al DAMS di Bologna. 4-3-1943 racconta la storia di una ragazza di sedici anni che rimane incinta di un soldato alleato che poi morirà in guerra. Anche la ragazza, che crescerà da sola il figlio, avrà vita breve. A ricordare la sua storia è lo stesso figlio, chiamato ancora in età adulta Gesù bambino (il titolo originale della canzone).

La canzone ha avuto tre versioni: quella originale, quella di Sanremo censurata e quella registrata sul leggendario Banana Republic del 1979, realizzato con De Gregori. Nel testo originale l'epilogo della storia era "e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino". Dopo una breve trattativa con i dirigenti della Rai il verso fu trasformato in "e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino". Anche il titolo Gesùbambino, giudicato irrispettoso, fu cambiato all'improvviso prendendo spunto dalla data di nascita di Lucio, pur non essendo una canzone autobiografica.

4/3/1943 fu interpretata in francese, nello stesso anno, da Dalida, con un testo firmato da Pierre Delanoë. La versione più famosa è però quella di Chico Buarque de Hollanda, intitolata Minha história, che ascoltò la canzone direttamente da Dalla, la memorizzò a orecchio e ne scrisse un testo in portoghese. Molto bella anche la versione che ne fece Maria Bethania. Da noi ebbe un buon successo la cover dell'Equipe 84, che accompagnò Lucio proprio sul palco di Sanremo 1971.

Il brano non è il tipico motivo sanremese, ma presenta le caratteristiche di una ballata popolare da cantastorie, con quattro strofe uguali, introdotte da un orecchiabile refrain di violino suonato da Renzo Fontanella. L'arrangiamento è merito di Ruggero Cini. Lucio ha sottolineato che 4/3/1943 era l'unica canzone ancora in grado di commuoverlo mentre la cantava.


www.youtube.com


La copertina del 45 giri, pubblicato dalla Rca, raffigura il porto di Manfredonia in bianco e nero, il luogo dove Lucio aveva trascorso le sue vacanze estive da bambino e da adolescente. Una suggestiva foto in bianco e nero, con una freccia che indica il palazzo presso il quale il cantautore alloggiava con sua madre in quelle indimenticabili estati. Sul lato B è inciso Il fiume e la città, con testo di Sergio Bardotti e musiche di Armando Franceschini e Dalla. La canzone era già stata pubblicata l'anno prima nell'album Terra di Gaibola. Dalla amava la settima arte, era amico di Federico Fellini,Pupi Avati e Gabriele Salvatores e negli ultimi tempi aveva concentrato le sue energie su un progetto cinematografico, del quale sarebbe stato il regista.

La Fondazione Lucio Dalla è nata il 4 marzo del 2014 «per dare continuità e preservare la genialità dell'opera artistico-musicale di Lucio Dalla, e per diffondere e valorizzare la sua storia artistica, umana e culturale», oltre che per «ricordare e valorizzare le sue qualità di compositore, musicista, cantante, il suo amore per l'arte e la bellezza». Il primo progetto realizzato è stato l'apertura al pubblico della Casa Museo di Lucio Dalla, cui seguiranno l'istituzione di borse di studio, la realizzazione di pubblicazioni editoriali, la creazione di eventi, il sostegno o il patrocinio di iniziative celebrati in suo nome. Lucio aveva un fiuto impareggiabile talent scout, iniziato con la scoperta degli Stadio fino a quella più recente di Pierdavide Carone, che ha avuto l'onore di essere diretto proprio da lui sul palco del Festival di Sanremo 2012.

YOU MAY ALSO LIKE