I migliori smartphone senza cornice

Aggiornato il 17/01/2018

Lo smartphone si è fatto grande, ma no, questa volta le dimensioni non c’entrano. A cambiare non sono le misure in senso stretto quanto quello che in gergo viene definito rapporto schermo/corpo (per chi mastica l'inglese screen-to-body ratio), praticamente la porzione di superficie frontale occupata dalla schermo rispetto al totale.

Questo valore, che fino a qualche tempo fa si aggirava intorno al 65%, negli ultimi tempi è cresciuto a dismisura. Ha cominciato Xiaomi con il suo MiMix (83.6%) seguita da Lg con il G6, (78,6%) e da Samsung con il suo Galaxy S8; poi via via sono arrivati tutti gli altri, Apple compresa. Ad oggi il record assoluto nella categoria appartiene all'Essential PH-1, dispositivo che con il suo 84.9% rappresenta quanto di più vicino esista all'ideale (utopistico?) di un telefono a tutto schermo.

I migliori smartphone senza cornice

APPLE iPHONE X (da 1.189 euro) - Il primo smartphone senza cornice di Apple si caratterizza per l'elevato rapporto schermo-corpo (pari all'82.9% della superficie frontale) e la fotocamera doppia con funzionalità di ritratto evolute. Il tasto home non c'è più, al suo posto tutta una serie di gesture touch e il nuovo sistema FaceID per lo sblocco del dispositivo attraverso riconoscimento facciale.

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Samsung
SAMSUNG GALAXY S8 PLUS (929 euro) - La versione Plus del top di gamma coreano ha uno schermo da 6.2 pollici con rapporto schermo-corpo dell'83.6%. All'interno del telefono batte un "cuore" Exinos con 4 GB di RAM. La fotocamera posteriore - a singolo obiettivo - si basa su un sensore da 12 megapixel stabilizzato otticamente.

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Huawei
HUAWEI MATE 10 PRO (849 euro) - Per il suo primo prodotto a cornici ridotte, Huawei ha pensato a un dispositivo da 6 pollici con rapporto schermo-corpo pari a circa l'81%. La presenza di un chipset neurale consente di analizzare rapidamente le informazioni che transitano sul telefono ed elaborale con criteri che si ispirano a quelli del cervello umano. La fotocamera posteriore (doppia) è stata sviluppata in collaborazione con Leica.

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Essential
ESSENTIAL PH1 (699 dollari) - Prodotto da Essential, startup americana creata dall'ex Google Andy Rubin, questo telefono si caratterizza per lo schermo da 5.7 pollici con rapporto schermo-corpo dell'84.9%. All'interno un SoC Snapdragon 835, 4 GB di RAM e ben 128 GB di memoria interna di archiviazione. Non c’è il jack audio da 3,5 mm, ma c’è una porta USB di Tipo C, oltre al lettore di impronte digitali.

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Lg
LG G6 (749 euro) - ha un display da 5.7 pollici con rapporto schermo-corpo del 78.6%. Il resto della dotazione prevede procesore Snapdragon 821, 4 GB di RAM, doppia fotocamera posteriore (normale e grandangolare) e batteria da 3.300 mAh.

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Lg
LG V30 (circa 850 euro) - Ha un display taglia XL da 6 pollici con rapporto schermo-corpo dell'81.2%. Fra i pezzi pregiati della dotazione il processore Snapdragon 835 (4 GB di RAM), la doppia fotocamera posteriore (da 16 e 13 megapixel) e il convertitore DAC a 32 bit.

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Samsung
SAMSUNG GALAXY NOTE 8 (999 euro) - Il più imponente fra i telefonini della serie Galaxy di Samsung si fa notare per il gigantesco display da 6.3 pollici con rapporto schermo-corpo dell'83.2%. Oltre al pennino, tratto distintivo della serie Note, spiccano le due fotocamere posteriori (entrambe stabilizzate), il processore Snapdragon 835, 6 GB di RAM e batteria da 3.300 mAh.

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Wiko
WIKO VIEW XL (229 euro) - Presentato al recente IFA di Berlino, View XL è il primo smartphone a tutto schermo prodotto dalla casa francese. Nella versione XL il display è da 5.99 pollici con rapporto schermo-corpo del 76.6%. Il comparto multimediale può contare su una fotocamera posteriore da 13MP e una anteriore da 16MP con Selfie Flash. La batteria è da 3000 mAh.

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Roberto Catania
SAMSUNG GALAXY A8 2018 (529 euro) - Fra i telefoni full-screen di fascia media troviamo anche il nuovo Galaxy A8 di Samsung, un dispositivo con "infinity" display da 5.6 pollici (75% di scrren-to-body ratio) con sistema di ricarica rapida e doppia fotocamera anteriore. Il sensore di impornte digitali è stato posizionato sul retro, ma volendo è possibile bloccare e sbloccare il telefono attraverso il sistema di riconoscimento del volto.

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TCL
ALCATEL 3C (129.99 euro) - Tra gli smartphone 18:9 dal miglior rapporto qualità prezzo vale la pena sottolineare questo Android-phone il cui schermo da 6 pollici occupa circa il 76% della superficie frontale. Il resto della dotazione prevede un processore quad core da 1.3 GHz, 1GB di RAM, 16 GB di memoria fisica (espandibile mediante schede microSD) e batteria da 3.000 mAh (ricaricabile in circa 4 ore).

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Honor
HONOR V10 (499 euro) - L'attuale modello di punta del brand nato da una costola di Huawei si caratterizza per display "full view" da 6 pollici (78.6% screen-to-body ratio) e 1080 x 2160 pixel di risoluzione. Fra i pezzi pregiati della dotazione la fotocamera doppia (16 + 20 M), la batteria da 3.579 nAh (con sistema di ricarica rapida) e il sensore di impronte digitali situato sulla parte frontale del dispositivo.

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ONEPLUS 5T (da 499 euro) - La versione a cornici ridotte dell'attuale portacolori della casa cinese è uno smartphone da 6 pollici con un display full view che da solo occupa l'80% della superficie frontale. Oltre allo schermo, è da notare la sovrabbondanza di RAM (da 6 a 8 giga), la doppia fotocamera posteriore e la batteria da 3.300 mAh con sistema Dash Charge per la ricarica rapida. Per riportare il telefono al 60%, bastano 30 minuti.

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Xiaomi
XIAOMI MI MIX (499 euro) - Uno dei primissimi smartphone a tutto schermo, il Mi Mix si basa su uno schermo da 6.2 pollici calato in un corpo da 15,8 x 8,1 cm di area (rapporto schermo-corpo dell'83.6%. Nella lista delle specifiche tecniche spicca la connettività LTE 4G fino a 600 Mbps, il processore SNapdragon 821 e la RAM da 4 GB. La fotocamera è da 16 megapixel.

Grande è bello 

Il messaggio al consumatore medio non passa ovviamente da questi coefficienti un po' indigesti. Detta in altre parole, i produttori fanno a gara a chi ce l’ha più grosso. C’è chi si rifà a concetti che richiamano il mondo televisivo o cinematografico, chi addirittura parla di display infinito. La sostanza in ogni caso non cambia. Di mezzo c’è sempre uno schermo capace di estendersi su (quasi) tutto il lato frontale del telefono.

Più degli slogan, però, parlano le immagini. I dispositivi a tutto schermo sono indiscutibilmente più freschi, attraenti e soprattutto moderni rispetto ai modelli tradizionali. Questione di look. Prendete due smartphone - uno con la cornice e l’altro senza - e metteteli uno accanto all’altro: vi basterà un semplice sguardo per capire dov'è il passato e dove invece il futuro.

Prendete due smartphone - uno con la cornice e l’altro senza - e metteteli uno accanto all’altro: vi basterà un semplice sguardo per capire dov'è il passato e dove invece il futuro.

Al di là della bellezza ci sono poi dei vantaggi  concreti: l’assenza della cornice permette di allargare il campo visivo senza però intaccare le dimensioni complessive del dispositivo. Significa che possiamo guardare un film su Netflix con un “respiro” quasi pari a quello di un tablet ma su un dispositivo che sta comodamente nel palmo di una mano. Ma anche lavorare in  multitasking con comodità, suddividendo lo schermo in due porzioni proprio come facciamo sul monitor del PC.

I compromessi da accettare

Ma, è bene precisarlo, non è tutto oro quello che luccica. Ridurre all’osso la cornice significa spostare, assottigliare o addirittura eliminare tutti quei componenti che fino a ieri risiedevano proprio al di sotto di questo spazio morto. Con risultati non sempre encomiabili. Il tasto home “fisico”, ad esempio, deve essere sacrificato, e con esso il lettore di impronte digitali, riposizionato  - scomodamente - sul lato B del telefono.

Ridurre all’osso la cornice significa spostare, assottigliare o addirittura eliminare tutti quei componenti che fino a ieri risiedevano proprio al di sotto di questo spazio morto. Con risultati non sempre encomiabili.

Stesso dicasi per gli altoparlanti stereo e le fotocamere frontali, trasferiti su bordi, anfratti e altre posizioni estreme - non sempre efficaci - per evitare di “sporcare” il design.

C’è poi un discorso di delicatezza: un telefono a tutto schermo è più facile da rompere per ovvi motivi (una caduta di spigolo diventa quasi fatale su un dispositivo che non ha spazi tampone) ma soprattutto più costoso da riparare. Giusto per dare un’idea: per sostituire il vetro di un Galaxy S8 Plus occorrono circa 300 euro, praticamente quanto un buon telefono di fascia media.

Ma indietro non si torna

Dinnanzi a malus del genere si potrebbe persino pensare che quella dei telefoni “bezel-free” sia solo una moda passeggera, un vezzo del momento destinato a implodere per insormontabili ragioni di scomodità. Ma non è così. Il dado è tratto, e ce ne renderemo conto nei prossimi mesi quando tutti i nuovi modelli top - compreso il prossimo iPhone 8 e il nuovo Huawei Mate 10 - passeranno al nuovo look.

Diventare moderni, è la storia che ce lo insegna, significa in alcuni casi accettare il compromesso. Ricordate le prime tastiere touch? All’inizio storcevamo il naso, poi ce ne siamo fatti una ragione, oggi sono la normalità. Indietro non si torna: sarebbe un po' come tornare al passato.

Per saperne di più

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