L'album del giorno: Foo Fighters, Sonic Highways

Il prossimo 4 luglio i Foo Fighters avrebbero dovuto festeggiare alla FedExField di Washington, insieme a 80.000 fan, i venticinque anni dall'uscita del loro eponimo album di debutto, un evento che è stato spostato a data da destinarsi a causa dell'emergenza del Covid-19. Partendo da questo episodio, Dave Grohl ha affidato a uno splendido articolo, pubblicato su "The Atlantic", alcune riflessioni sull'importanza della musica dal vivo, che esprimono perfettamente le sensazioni di milioni di appassionati di musica rock:"Nel mondo odierno di paura, disagio e distanziamento sociale, è difficile immaginare di non condividere più esperienze come queste. Non so quando si potrà tornare a cantare a braccetto a pieni polmoni, con i cuori che corrono, i corpi che si muovono, anime che esplodono di vita, ma so che lo faremo di nuovo, perché dobbiamo. Non è una scelta. Siamo umani. Abbiamo bisogno di momenti che ci rassicurino che non siamo soli. Che siamo capiti. Che siamo imperfetti. E, soprattutto, che abbiamo bisogno l'uno dell'altro. Senza quel pubblico - quel pubblico urlante e sudato - le mie canzoni sarebbero solo suono. Ma insieme, siamo strumenti in una cattedrale sonora, che costruiamo insieme notte dopo notte. E che ricostruiremo sicuramente".

Parole che, come sempre accade con l'ex batterista dei Nirvana, forse l'ultimo tedoforo che custodisce il sacro fuoco del rock nel terzo millennio, hanno colpito nel segno. Emblematico della loro concezione del rock come racconto collettivo è l'album Sonic Highways del 2014, un concept album che si snoda attraverso otto canzoni, ognuna delle quali è una tappa di un viaggio nella musica americana. Austin, Chicago, Los Angeles, Nashville, New Orleans, New York, Seattle e Washington non sono state solo fonte di ispirazione per il gruppo guidato da Dave Grohl, ma hanno rappresentato i luoghi dove ogni canzone è stata incisa, attingendo alla scena musicale locale e avvalendosi della partecipazione di artisti del luogo. L'album, prodotto da Butch Vig e dagli stessi Foo Fighters, è diventato anche un documentario pluripremiato per HBO.


Foo Fighters Sonic Highways. Seattle. S01E07 HDwww.youtube.com


Di alto livello, e non poteva essere altrimenti, il cast degli ospiti, che va da Gary Clark Jr a Joe Walsh, passando per Joan Jett, Rick Nielsen e Zac Brown. Sonic Highways, la title track dell'album è uno scrigno ricco di sorprese. L'inizio è malinconico, quasi dimesso, ma è solo un espediente per rendere la canzone più elettrizzante. Il costante crescendo, i cambi di ritmo, il progressivo inserimento di strumenti fino a quattro chitarre in contemporanea rivelano un grande lavoro in studio sulla struttura della canzone, ricca di dinamica. Il finale è tiratissimo e arrabbiato, con Grohl che dà fondo a tutta la sua voce: una lezione di hard rock per le giovani generazioni di musicisti. I ritmi si mantengono alti e sono ancora più indiavolati in The feast and The Famine, che si riallaccia alle precedenti produzioni del gruppo, con un micidiale riff di chitarra e con la batteria punk di Taylor Hawkins. Una canzone perfetta per il "pogo" (il caratteristico e scatenato ballo rock), quattro minuti di pura adrenalina. Congregation è un classico rock melodico e radio friendly, con un ritornello a presa rapida che entra subito in testa.

Verso la fine, una parentesi strumentale e un'epica chiusura in crescendo movimentano il pezzo. What did i do?/God as my witness è composta da due parti, ecco il motivo del doppio titolo. Accattivante l'incipit solo piano e voce che lascia spazio a una godibile cavalcata elettrica ,sorretta da una solida melodia rock anni Settanta e impreziosita dalla chitarra del virtuoso Gary Clark Jr. In Outside i ritmi tornano alti, mentre la chitarra di Joe Walsh degli Eagles conferisce un sapore piacevolmente vintage al brano, come i cori tipicamente West Coast. Il solido basso di Nate Mendel è l'architrave su cui poggia l'intero brano. Insieme a Congregation, il che non è un difetto, anzi. L'impatto sonoro del brano ricorda le trascinanti sonorità live di Bruce Springsteen e della E Street Band, veri maestri nel coniugare chitarre e fiati. La parte più intimista dell'album si apre con Subterranean, intensa power ballad dedicata a Seattle, la città natale di Dave Grohl, a cui è legatissimo. In molti si aspettavano un brano con sonorità grunge, per rendere omaggio alla città dove è nato l'ultimo importante movimento rock del Novecento, ma la qualità della canzone, dove i Foo Fighters usano il fioretto al posto della sciabola, non delude. La voce di Grohl è qui rotonda, espressiva e ricca di sfumature. Il brano che chiude l'album, I am a river, per mood e sonorità è quasi il proseguimento di Subterranean. I am a river è una power ballad evocativa e dilatata di sette minuti, con sonorità sempre più piene fino all' epica chiusura con gli archi. Sonic Highways ha il pregio di avere la durata giusta, quarantaquattro minuti, e di non annoiare mai, rendendo superfluo il tasto skip. La band guidata da Dave Grohl, dopo vent'anni di carriera, ha raggiunto qui la piena maturità espressiva, certificata da questo disco personale e ricco di colori, che conferma lo scettro di migliore rock band contemporanea nelle loro mani. Sonic Highways è un album che suona moderno e classico al tempo stesso, una preziosa testimonianza che il rock, troppe volte dato per morto, è ancora vivo e vegeto.

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