La svolta etica degli smartphone

Lo stimolo è arrivato dal Fairphone:  da gennaio è infatti possibile acquistare il ‘’telefonino
etico’’.

Dopo la cioccolata, il caffè, i vestiti e tanti altri beni con poco più di trecento euro ci si può portare a casa un telefono con sistema  Android ottenuto con l’utilizzo di minerali ‘’conflict
free’’, ossia provenienti da zone non coinvolte in guerre o conflitti violenti, e pure facilmente riparabile.

In un anno, grazie al crowdfunding, la Fairphone Foundation presieduta dall’olandese Bas Van Abel è riuscita ad ottenere le cinquemila sottoscrizioni per realizzare il prodotto, acquistato poi da altre venticinquemila persone nel mondo.

Questa iniziativa ha avuto anche un impatto positivo nella responsabilità sociale delle grandi potenze dell’elettronica, se pensiamo che quest’anno Apple ha pubblicato l’elenco dei fornitori che potrebbero usare minerali provenienti da zone di guerra, e Intel ha annunciato che non ne avrebbe più usati per la produzione dei propri processori.

Dal maggio di quest’anno è diventato operativo il Dodd-Frank act, che negli USA impone alle aziende di rendere di pubblico dominio l’origine dei minerali utilizzati per la produzione dei propri apparecchi elettronici.

Il prossimo passo sarà quello di produrre un telefonino ottenuto dall’utilizzo di e-waste, scarti elettronici, per limitarne l’impatto ambientale e renderne più accessibile l’acquisto.

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