La scopata di Flaubert e l’ambizione di Balzac

In quel serbatoio di deliziose fatuità che sono i Diari dei fratelli GoncourtJules scrive sotto dettatura di Edmond, indifferentemente in prima persona singolare e plurale – redatti tra il 1851 e il 1870, si trovano aneddoti sconcertanti, pettegolezzi feroci, favole nere tra lo sconcio e il lirico capaci di fare la gioia dei feticisti delle biografie di artisti e letterati.

In merito a Balzac, i due fratelli riferiscono che «mangiava come un porco», fino a sfiorare l’indigestione. Quando ciò accadeva, «abbuffato e sul punto di impazzire, si coricava». A mezzanotte si faceva svegliare, «beveva del caffè e buttava giù grossolanamente qualche pagina». Nella vita sociale era «incorreggibile e asfissiante», in quella privata «incolto e ignobile, all’oscuro di tutto». Aveva «il vizio di spalancare gli occhi a ogni spiegazione», e in più «era zeppo di luoghi comuni, con una vanità da commesso viaggiatore».

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