Intolleranze estetiche

Il galateo rappresenta quell’insieme di comportamenti che denotano buona educazione. Si tratta perlopiù di norme convenzionali che, per loro stessa natura, sono passibili di modifica. Se infatti identifichiamo il bon ton come un codice che stabilisce le aspettative del comportamento sociale, questo non può che modificarsi con ogni significativo cambiamento all’interno della società.

Il primo autore a proporre delle regole di comportamento fu Clementino Alessandrino tra le pagine del suo Il pedagogo. Gli seguirono Erasmo da Rotterdam (De civilitate morum puerilium, 1530) e Giovanni della Casa che, tra il 1551 e il 1555, scrisse un trattato dall’evocativo titolo Galateo ovvero de’costumi. C’è però chi identifica dei primi accenni al galateo nella filosofia confuciana. L’intellettuale era infatti solito enfatizzare l’aspetto della moralità personale e governativa nei suoi scritti, così come la correttezza della relazioni sociali.

È però teoria comune che durante l’Illuminismo, l’étiquette assunse un ruolo di maggior rilievo nella società, interessando per forza di cose anche la sfera dell’abbigliamento. A seguire, le usanze sviluppatesi nell’era vittoriana ci offrono un importante esempio della normalizzazione del bon ton nella vita di tutti i giorni. Un esempio, in fatto di moda, è l’introduzione in via informale degli abiti da tè, da indossare per intrattenere ospiti a casa. Allo stesso modo, in quegli anni, gli uomini si trovano per la prima volta ad aderire a un codice di abbigliamento che prevede l’utilizzo di determinati capi, con le ascot tie o il blazer, in specifici momenti della vita.

Il galateo continua ancora al giorno d’oggi a cambiare ed evolversi e quelli che fino a qualche anno fa potevano apparire come faux pas sono diventati espressione di uno stile più libero. Ad esempio, alcune delle manie del regista Alfred Hitchcock, raccontate nella biografia di Edward WhiteThe Twelve Lives of Alfred Hitchcock, forse oggi sarebbero risultate ridicole.

Tra le pagine, l’autore racconta infatti dell’assoluto disprezzo del regista per l’attore Paul Newman, colpevole di essersi presentato con un abbigliamento casual a una cena organizzata a casa Hitchcock e di aver scelto di accompagnare il suo pasto con della birra, invece che con un vino adatto alla pietanza servita.

Al giorno d’oggi probabilmente non storceremmo neanche il naso davanti a un paio di scarpe non abbinate alla borsa; una delle regole d’oro di Marilyn Monroe che non usciva mai di casa con accessori di colori diversi.

Qualche anno fa aveva fatto scalpore la frase pronunciata da Karl Lagerfeld che sentenziava: «I pantaloni della tuta sono un segno di sconfitta. Avete perso il controllo della vostra vita se uscite con la tuta». Oggi, lo sportswear è uno dei mercati in maggiore crescita e attraverso l’utilizzo del termine athleisure è finito col diventare parte del nostro abbigliamento per tutti i giorni.

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