È il Natale dell'Inter, anzi, di Simone Inzaghi

44 punti a due giornate dalla fine del girone di andata; miglior difesa, blindata con 11 gare senza subire nemmeno una rete e miglior attacco, con la coppia Lautaro Martinez-Marcus Thuram su cui aleggiavano dense nubi di dubbi ad inizio campionato e che ora brilla come poche altre in Europa. Il Natale del campionato ci regala una padrona, l’Inter, che sta ricalcando non solo per i numeri la stagione trionfale del Napoli dello scorso anno. Allora, per onestà intellettuale, come lo scorso anno si è elogiato il lavoro allo Stadio Maradona di Luciano Spalletti oggi tutte le medesime belle parole vanno spese per Simone Inzaghi.

L’allenatore nerazzurro sta superando in questa stagione quello che da molti osservatori era visto come il suo tallone d’Achille, il «mal di campionato». Inzaghi è da sempre, dai tempi della Lazio, ritenuto un allenatore da tornei, da Coppa, da partita secca ma nelle maratone da 38 giornate, si diceva, fa fatica.

Quest’anno le cose stanno andando in maniera opposta, forse per scelta sua, o della società, o comune, sta di fatto che il meglio i nerazzurri da agosto lo hanno dato in campionato e non ad esempio in Champions League (dove non hanno vinto un girone molto facile finendo alle spalle della Real Sociedad). L’INter ha messo insieme una serie di risultati degni da padrona dal campionato vincendo a Bergamo contro l’Atalanta, a Napoli, a Roma con la Lazio, rifilando nel derby di andata un pesantissimo 5-1 al Milan ed hanno giocato per il pareggio, poi ottenuto, con la Juventus a Torino.

La squadra è molto più convinta che in passato, più conscia della propria forza; una condizione arrivata probabilmente dalla finale di Champions persa ma giocata alla pari con il Manchester City che alla vigilia sembrava destinato ad una passeggiata su Barella & compagni. Non solo; il vero merito di Inzaghi è stato quello di aver fatto sparire (al momento) la tipica follia dell’Inter, la «pazza Inter» che alternava grandi partite a minuti di follia in cui comprometteva tutto. Ecco, la pazza Inter non c’è più: c’è una squadra compatta, brava nel gestire i tempi delle partite e che è andata in affanno solo nella sconfitta interna con il Sassuolo (più merito di due miracoli di Berardi che altro).

Ai meriti dell’allenatore poi si possono aggiungere quelli dei singoli, con Lautaro tanto per dirne uno autore di un 2023 da mettere nei libri di storia, per non parlare di quelli della società brava nell’allestire una rosa che in Italia non ha rivali con tutti i limiti di budget del caso.

Ma chi ritiene oggi che l’Inter sia destinata a ripetere la cavalcata trionfale del Napoli dello scorso anno non fa i conti con la Juventus.

Allegri ed i suoi non mollano la presa; 4 punti di distanza sono pochi, non bastano a chiudere la gara. I bianconeri un anno fa avevano 3 punti in meno ed il Napoli si trovava con 7 punti di vantaggio, che sono una cifra ben diversa rispetto ai 4 di oggi. Le altre, con i risultati di ieri, si sono definitivamente chiamate fuori. La terza in classifica è il Milan in crisi a 11 punti di disaggio; le romane si sono chiamate fuori superate anche dal Bologna dei miracoli.

Ci si prepara quindi ad un inverno e soprattutto ad una primavera ad alto tasso di interesse nel più classico dei derby d’Italia: Inter-Juventus. Ma sotto l’albero Inzaghi festeggia come mai aveva fatto in campionato prima d’ora.

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