L'inflazione nella Ue cala più del previsto ma la Bce non taglia i tassi

Il primo taglio dei tassi da parte della Bce potrebbe arrivare tra giugno e luglio. Si conferma dunque il passo cauto del Consiglio direttivo della banca centrale europea che anche nella riunione di oggi ha deciso di non toccare i tassi di interesse. “Vediamo segnali, ma non abbastanza per essere sufficientemente fiduciosi” sulla situazione e sulla fine dell’alta inflazione. “Abbiamo bisogno di più dati, e avremmo dati a sufficienza a giugno”, spiega Christine Lagarde, Presidente della Bce al termine della riunione del Consiglio direttivo.

Attualmente il livello di inflazione nell’Eurozona, stando alle ultime misurazione dell’Eurostat, a febbraio si è attesta al 2,6%, in calo rispetto al 2,8% di gennaio, quella core è invece al 3,1%, troppo alta per far muovere la Bce: "Da quando la Bce si occupa di definire i tassi d'interesse per l'Eurozona, li ha abbassati 21 volte, e mai quando l'inflazione core era al di sopra del 2,2%.Un taglio dei tassi della Bce a giugno è quindi lo scenario più probabile", commenta, Sylvain Broyer, Chief Economist Emea di S&P Global Ratings. Quando la Bce inizierà a tagliare i tassi, non bisogna però aspettarsi mosse troppo azzardate. Molto probabilmente “procederà con cautela con convenzionali step di 25 punti base”, spiega Konstantin Veit, Portfolio manager di Pimco, che aggiunge come ci si aspetta per il 2024 “tre tagli a partire da giugno o più avanti. La chiave è l’andamento dei salari”.

Aspetto, quest’ultimo, sottolineato anche dalla Lagarde che ha spiegato come continuerà ad “osservare l’evoluzione dell’economia, del mercato del lavoro, e come si comporteranno i salari. Tutti questi fattori saranno presi in considerazione per determinare le nostre mosse future". Sul comportamento della Bce si è espresso infine anche Carlo Cottarelli, ex commissario straordinario del governo per la spending review, che intervenendo al Festival del Management ha spiegato la prudenza della Bce come una perdita di credibilità da parte delle colombe:"Nel 2021 e 2022 le cosiddette colombe hanno perso credibilità dicendo che l'inflazione non era un problema e che non c'era bisogno di aumentare i tassi di interesse. E ora i falchi hanno buon gioco a dire 'vi eravate sbagliati prima, adesso ascoltate noi'. Altrimenti forse i tassi sarebbero già scesi".

Previsione andamento inflazione

Stando alle ultime previsioni pubblicate oggi dalla Bce l’inflazione è stata rivista al ribasso, in particolare per il 2024, per effetto del minor contributo dei prezzi dell’energia. Gli esperti indicano che ora si collocherebbe in media al 2,3% nel 2024, al 2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Stessa dinamica per l’inflazione al netto dell’energia e degli alimentari che vede una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2% nel 2026. Meno brillanti i dati sulla crescita dato che sono stati rivisti al ribasso: per il 2024 allo 0,6%, all’1,5% nel 2025 e all’1,6% nel 2026.

Infine, il Consiglio direttivo della Bce nella giornata di oggi ha anche discusso del tema dell’unione dei mercati dei capitali: “Abbiamo deciso di aggiornarla e concordato una nuovo comunicato che fissa l'imperativo di muoversi avanti e rapidamente", conclude Lagarde.

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