I selfies dei narcos messicani

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Posano imbracciando mitra, fucili o pistole, spesso indossano vistosi orologi di marca, ma non si fanno mancare neppure gli scatti con ragazze avvenenti: sono i narcos, i trafficanti di droga che terrorizzano il Messico e che da qualche tempo sono "sbarcati" sui social network e in particolare su Instagram, con i propri selfie. La moda del'autoscatto non risparmia più nessuno e così anche loro non hanno esitato a usare questo mezzo, anche per far eproseliti.


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Alcuni degli scatti nei quali compaiono i narcos hanno immagini molto forti (imageneses fuerted), ma non mancano neppure i filmati: è il caso del profilo "Narcovideos", dove erano state postate due esecuzioni con tanto di decapitazione, poi rese invisibili modificando il profilo dell'utente in "privato". 


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Il messaggio che viene fatto passare, tramite selfie e foto, è che essere un narco è uno status symbol, un "privilegio": si guadagnano soldi in quantità, ci si possono permettere auto di lusso e anche animali esotici, come nel caso di questo scatto nel quale si vede un ghepardo in mezzo a potenti bolidi.


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I narcos postano foto nelle quali si vedono anche ragazze che, come in questo caso, mostra il proprio lato B insieme a mazzette di denaro. Il selfie in questione si trova insieme ad altri dello stesso genere su un sito che raggruppa tutti gli scatti dei cartelli che dominano il traffico di droga in Messico (@cartelreport2).


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Armati, senza paura e ricchi: i narcos messicani amano ritrarsi su Instagram a suon di hashtag come #narcos, #cartel, #cartelreport e #sinaloa, ovvero il nome di uno dei cartelli più temuti del Paese. E' detto anche Cartello del Pacifico o organizzazione Guzmàn-Loera e opera nello stato di Sinaloa, a nord ovest del Messico.


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Un altro dei cartelli più importanti del Messico è quello di Los Zetas, un'organizzazione criminale dedita anche ad altre attività illecite. L'hashtag in questo caso è #zetas, #cartellozetas o #cartelzetas. In questo scatto un'altra ragazza, probabilmente fidanzata di un boss del narcotraffico.


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Rispetto a Facebook - dove pure i narcos sono presenti - Instragram si presta meglio alla pratica del selfie. Non solo: permette, con uno scatto, di esprimere meglio il dominio che i narcotrafficanti hanno sul territorio. Secondo il ricercatore canadese Antoine Nouvet, esperto in digital empowerment, i narcos usano scatti e autoscatti per farsi pubblicità, come fosse una vera e propria agenzia di comunicazione.


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Come si può vedere, sono moltissimi gli scatti che riguardano auto sportive e di lusso, vere icone del potere dei narcos. Attraverso le immagini i criminali affermano la propria supremazia.


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L'auto che meglio di tutte (o più di frequente) rappresenta la ricchezza e la potenza dei narcos è la Ferrari: sportiva e costosissima. In questo caso l'autore del selfie non ha mancato di inquadrare anche l'orologio al polso, anch'esso di superlusso.


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La riprova dell'importanza data dai boss del narcotraffico messicano alla rete è data dal numero di sequestri eseguiti nel corso del 2012: ben 12 tra esperti della Rete, hacker e analisti informatici. L'obiettivo di queste azioni di forza è soprattutto quello di sfruttare le comptenze informatiche di queste persone per creare vere e proprie piattaforme digitali ad uso e consumo dei narcos. Non solo: tra gli altri scopi c'è quello di fermare i blogger che da qualche tempo denunciano sul web proprio le azioni dei narcos .


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Oltre a fermare i bloggers che lottano contro il traffico di stupefacenti, è stato aperto anche un blog del Narco (El Blog del Narco ), aggiornato con tutte le informazioni su questo mondo che la fa da padrone in Messico. Vi si riferisce di tutte le operazioni antidroga, ma anche delle incursioni violente dei boss della malavita, con esecuzioni e omicidi.


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La lotta al narcotraffico, che ricorre a mezzi come questi per cercare nuovi adepti con l'illusione di diventare ricchi e potenti, passa anche attraverso l'impegno di giovanissimi, come Lucy, pseudonomo della giornalista e autrice del blog del Narco, che da tre anni denuncia le violenze dei trafficanti. Lo scorso anno anche pubblicato un libro, intitolato "Morire per la verità: infiltrati nella violenta guerra contro le droghe in Messico". Un libro firmato da una donna che in molti considerano poco più che uno zombie, un morto vivente con le ore contate.


La moda dei selfie non risparmia nessuno, neppure i narcos. I trafficanti di droga messicani, infatti, sono sbarcati sui social network con autoscatti che li immortalano in compagnia di belle donne, circondati da mazzette di denaro, armati fino ai denti o a bordo di costosissime auto sportive. Moltissimo sono gli scatti di Ferrari e orologi di lusso, ma non mancano gli animali esotici come leoni e ghepardi. Un modo per affermare la propria potenza, ma anche per conquistare nuova "manovalanza" nella sanguinosissima guerra che ogni giorno si consuma tra le forze speciali e cartelli come Los Zetas e Sinaloa. Da qualche tempo, poi, sono aumentati i sequestri di esperti informatici per realizzare proprie piattaforme sul web e per contrastare i blogger che compbattono i narcos in Rete.

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