Hacker russi contro la Casa Bianca

Gli Stati Uniti sul piano informatico si trovano nel mezzo di un doppio fuoco. Da una parte i sempre attivi hacker cinesi e nordcoreani, dall'altro quelli russi che in quanto a tecniche e capacità non sono secondi a nessuno. Ci sarebbero proprio loro dietro ad una violazione effettuata lo scorso anno ai danni di alcuni computer della Casa Bianca attaccati nel corso di un'azione globale contro il Dipartimento di Stato americano. A svelare nuovi indizi sull'hacking di novembre è la CNN che ha spiegato come l'attacco in questione sia uno dei peggiori rilevati dai tecnici del governo visto che gli aggressori avrebbero navigato liberamente tra varie informazioni sensibili tra cui gli spostamenti del presidente Obama e gli appuntamenti dentro e fuori il paese. 


Buco di Intelligence

Nonostante i continui appelli alla sicurezza pare che questa volta l'Intelligence americana abbia fatto cilecca sottovalutando fin troppo l'accaduto. Secondo Ben Rhodes, vice consigliere per la sicurezza nazionale, il problema è che quando si inseriscono dati classificati su strutture informatiche il rischio di una fuoriuscita c'è sempre. "In altre parole bisognerebbe utilizzare un solo computer o un solo telefono per essere sicuri di poterlo tenere sotto controllo". E nemmeno in questi casi si avrebbe la certezza di un completo isolamento.

La pista russa

La novità rispetto all'hacking del 2014 è però lo fonte russa. Stando a quanto riportato dalla CNNla polizia avrebbe trovato l'evidenza di una matrice russa non indipendente ma collegata al governo di Mosca. Sia l'FBI che i servizi segreti sono al lavoro per investigare ulteriormente sulla questione che aumenterebbe ulteriormente la tensione tra Putin e Obama dopo la dichiarazione di quest'ultimo sulla necessità di stringere il cerchio intorno ai nemici delle democrazie occidentali che utilizzano tecniche informatiche per rubare segreti e mettere in pericolo la pubblica sicurezza.

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