Lights Out - Terrore nel buio

I 10 film horror più belli del 2016

Notorious Pictures
"Cell" di Tod Williams
Koch Media
"Somnia" di Mike Flanagan
Koch Media
"The Neon Demon" di Nicolas Winding Refn
Koch Media
"It Follows" di David Robert Mitchell
Warner Bros. Pictures
"Man in the Dark" di Fede Alvarez
Eagle Pictures
"The Boy" di William Brent Bell
Warner Bros
"The Conjuring - Il caso Enfield" di James Wan
20th Century Fox
"The Other Side of the Door" di Johannes Roberts
Warner Bros.
"Lights Out - Terrore nel buio" di David F. Sandberg

Non male il cinema horror 2016. Tra morsi, sussulti, singulti e deliri, occhi lucenti e minacce nell’ombra. Sparsi durante l’anno, con la consueta corsia privilegiata della stagione estiva, i film da brivido e trasalimento si sono giovati spesso di una ritrovata vena creativa dei loro autori e del ricorso, non tanto massiccio quanto qualitativamente e accortamente distribuito, degli effetti speciali. Non troppo difficile, così, comporre una top ten del terrore senza rischiarne la credibilità , magari forzandone il box tanto per far numero. Eccoli, allora, i nostri preferiti. Osservando quanto questo genere, seguendo i suoi tracciati costitutivi, dunque obbedendo al proprio Dna, corrisponda quasi sempre al malessere sociale, alle derive culturali e di costume, alle nevrosi & necrosi collettive. Con elevato tasso allegorico.

10) ORGOGLIO, PREGIUDIZIO E ZOMBIE di Burr Steers

Jane Austen a piene mani. Dunque il romanzo che occupa una parte del titolo, con la famiglia Bennet, la campagna inglese tutto il resto. L’altra parte del titolo è occupata da “loro”. Gli zombie. Che inseguono, infettano e divorano, inferociti come sempre. Il film in sé, non spinge tra le fauci del terrore ma la contaminazione è curiosa, interessante, bizzara e sufficientemente singolare.

9) CELL di Tod Williams

Un suono stridulo e acuto generato dai cellulari trasforma in zombi famelici tutti coloro che al momento del segnale sono all’apparecchio. Evento mondiale, dunque disastro planetario per uno spettacolo agghiacciante, vischioso, apocalittico e istruttivo nella elaborazione del concetto di “dipendenza” globale dall’egemonico controllo dello smartphone. Dal romanzo di Stephen King.

8) SOMNIA di Mike Flanagan

I sogni molto speciali dell’orfanello Cody (interpretato dal giovanissimo Jacob Tremblay di Room), che quando si addormenta materializza, nel vero senso della parola, mostri, nuvole di farfalle e un essere immondo, l’Uomo Cancro, che solo a nominarlo si capisce che cosa può combinare. Insomma un incubo visionario di grandi palpiti, tra grumi di energia diabolica e apparizioni spirituali.

7) THE NEON DEMON di Nicolas Winding Refn

Il mondo della moda, con una modella accompagnata nella sua irresistibile ascesa da fluidi misteriosi e personaggi diabolici. Tra luci e ombre non si risolve il dilemma su un autore sempre sulla linea di confine tra genialità e sopravvalutazione che qua rimorchia il racconto sulle terre funeste di un horror rarefatto e pur sanguinoso, a momenti sull’orlo del kitschig, della necrofilia e dello splatter.

6) IT FOLLOWS di David Robert Mitchell

L’horror al tempo di Twitter, del web,  della viralità social e incontrollata. Accade che strane figure, visibili solo alle loro vittime, incomincino a seguirle per massacrarle. Followers, appunto. Una maledizione, insomma. L’impianto allegorico-psicologico è originale con effetti speciali poveri, una prima scena fulminante e un dichiarata devozione al cinema di Carpenter, Lynch, Welles e Cronenberg.

5) MAN IN THE DARK di Fede Alvarez

Horror e thriller, più il primo che il secondo nella storia pazza dei giovinastri che s’infilano a casa d’un veterano cieco per derubarlo. Ma non fanno i conti con un ribaltamento di ruoli dove la vittima diventa carnefice e li trascina, in un incubo che si dilata e tutto travolge, spettatori compresi, per l’intera durata del film. Non capita spesso d’incontrare tanta demònica potenza e virtuosismo narrativi.

4) THE BOY di William Brant Bell

Non è un bambino in carne e ossa ma un pupazzo di porcellana. Ma la giovane baby sitter, venuta dall’America in un angolo perduto e brumoso dell’Inghilterra, lo deve accudire come se fosse vero. E, forse, “vero”, un po’ lo è. Ne nasce un horror tumefatto e sfuggente nella sequenza  di eventi tenebrosi, segnali loschi, capricci del pupazzo, schianti notturni nella casa nemica per la più classica atmosfera da paura.

3) THE CONJURING – IL CASO ENFIELD di James Wan

Si rianima lo spirito maligno in casa Hodgson, braccato dagl’investigatori dell’incubo Ed e Lorraine Warren. E orchestrato dal maestro Wan il film prende il volo sepolcrale, grifagno,  mostruoso e perverso. Con una formidabile tecnica cinematografica e un finimondo del paranormale accompagnati da scoppi, urlanti uragani dell’occulto, sguaiate esultanti possessioni, scatenate ripugnanti deformità glaciali.

2) THE OTHER SIDE OF THE DOOR di Johannes Roberts

Non aprite quella porta, è il confine tra due mondi, quello dei vivi e quello dei morti. Ma la tentazione di una madre che vuole rivedere suo figlio è troppo forte, col rischio di scompensare un bilico e una “convivenza” troppo delicati. Paranormale tagliente, nervoso e allarmante, cornice templare indiana, sponda esplicita sul Cimitero vivente di King scritto e visto. Terrorizzante, funesto, imperdibile.

1) LIGHTS OUT – TERRORE NEL BUIO di David F. Sandberg

The best. Non solo del 2016. Uno dei migliori degli ultimi anni. Con la sua entità-creatura che si nutre del buio e si materializza nell’oscurità scomparendo con la luce. Metà vampiro metà spettro. S’accovaccia nella tenebra per sferrare i suoi attacchi ferini, deforme, alta, rostrata, gli occhi luminosi, nera. Un horror secco e sibilante, capace di far schioccare senza respiro la frusta della paura. Nel “nero” così minaccioso, profondo e glutinoso da diventare personaggio.

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