Contro Donald Trump presidente: le manifestazioni nel mondo

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Una delle manifestanti alla Marcia delle Donne contro Donald Trump a Washington, 21 gennaio 2017
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La folla di Los Angeles durante la Marcia delle Donne contro Donald Trump - 21 gennaio 2017
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I cartelli di protesta delle donne durante la Marcia contro Donald Trump a Washington - 22 gennaio 2017
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La manifestazione delle donne contro il presidente Trump - Washington, 21 gennaio 2017
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Manifestanti contro Donald Trump a San Francisco - 21 gennaio 2017
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La folla di Seattle durante la Marcia delle Donne contro Donald Trump - 21 gennaio 2017
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Un gruppo di donne in marcia a Seattle contro Donald Trump - 2 gennaio 2017
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I manifestanti contro Donald Trump al Civic Center di San Francisco - 21 gennaio 2017
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A midtown, Manhattan (New York), le proteste contro Donald Trump durante la Marcia delle Donne. Sul cartello la scritta "Non fare la pipì su di me" - 21 gennaio 2017
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A midtown, Manhattan (New York), le proteste contro Donald Trump durante la Marcia delle Donne - 21 gennaio 2017
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A midtown, Manhattan (New York), le proteste contro Donald Trump durante la Marcia delle Donne - 21 gennaio 2017
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La folla di Los Angeles durante la Marcia delle Donne contro Donald Trump - 21 gennaio 2017
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La Marcia delle Donne a Washington - 21 gennaio 2017
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Dimostranti contro il nuovo presidente Donald Trump poche ore prima l'insediamento a Washington, DC. 20 Gennaio 2017 Donald Trump will be sworn in as the 45th president of the United States Friday -- capping his improbable journey to the White House and beginning a four-year term that promises to shake up Washington and the world. / AFP / Jewel SAMAD (Photo credit should read JEWEL SAMAD/AFP/Getty Images)
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Una delle tante manifestazioni prima dell'Inauguration Day del presidente eletto Donald Trump il 20 gennaio 2017 a Washington, DC
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A un uomo vengono lavati gli occhi con l'acqua dopo che la polizia ha spruzzato sui manifestanti da spray al peperoncino durante una manifestazione anti-Trump il 20 Gennaio 2017 a Washington, DC. le persone in marcia stavano tentato di bloccare l'ingresso alla cerimonia
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La manifestazione di protesta a Manila, Filippine 20 gennaio 2017, alla vigilia dell'inaugurazione del presidente eletto Donald Trump come il presidente 45 degli Stati Uniti
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Due manifestanti vengono arrestati mentre un altro anarchico appartenente al movimento Disrupt J20 blocca incatenandosi al cancello l'ingresso del Consolato Generale degli Stati Uniti d'America a Hong Kong per protestare contro l'inauguration day del presidente degli Stati Uniti eletto Donald Trump, il 20 gennaio 2017
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Un manifestante anarchico appartenente al movimento Disrupt J20 blocca incatenandosi al cancello l'ingresso del Consolato Generale degli Stati Uniti d'America a Hong Kong per protestare contro l'inauguration day del presidente degli Stati Uniti eletto Donald Trump, il 20 gennaio 2017
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Manifestanti in marcia a Manila, Filippine 20 gennaio 2017, alla vigilia dell'inauguration day del presidente eletto Donald Trump
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La bandiera degli Stati Uniti bruciata durante una manifestazione di protesta di fronte all'ambasciata degli Stati Uniti a Manila, Filippine 20 gennaio 2017, alla vigilia dell'inaugurazione del presidente eletto Donald Trump come il presidente 45 degli Stati Uniti
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Michael Moore alla manifestazione anti Donald Trump a Columbus Circle a New York - 19 gennaio 2017
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Le proteste contro Donald Trump presidente a Manhattan, New York - 19 gennaio 2017
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Le proteste contro Donald Trump presidente a Manhattan, New York - 19 gennaio 2017
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Michael Moore alla manifestazione anti Donald Trump a Columbus Circle a New York - 19 gennaio 2017
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Le proteste contro Donald Trump presidente a Manhattan, New York - 19 gennaio 2017
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I manifestanti contro Donald Trump a Washington, 19 gennaio 2017
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Una donna durante una veglia per ringraziare il presidente uscente Barack Obama e respingere il neo eletto Donald Trump prima del suo insediamento in un parco di Tokyo, in Giappone, il 20 gennaio 2017
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Protesta in un parco di Tokyo, in Giappone, per respingere il neo eletto Donald Trump prima del suo insediamento, il 20 gennaio 2017
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Un cittadino palestinese manifesta contro la costruzione di insediamenti ebraici nella Cisgiordania occupata e contro il presidente americano eletto Donald Trump, il 20 gennaio, 2017, vicino alla colonia di Maale Adumim, ad est di Gerusalemme
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Manifestanti prima dell'Inauguration Day del presidente eletto Donald Trump il 20 gennaio 2017 a Washington, DC
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Persone in marcia contro l'eletto presidente Donald Trump prima dell'Inauguration Day il 20 gennaio 2017 a Washington, DC
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La gente si riunisce per protestare in favore delle donne e contro il nuovo presidente americano Donald Trump durante l'inaugurazione presidenziale degli Stati Uniti, a Bruxelles, in Belgio, il 20 gennaio 2017. La protesta belga è stata organizzata in solidarietà con la Marcia delle donne a Washington
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Manifestanti in piazza prima dell'inaugurazione del Presidente eletto Donald Trump il 20 gennaio 2017 a Washington, DC
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Bruxelles, in Belgio, il 20 gennaio 2017. Striscioni e candele per protestare in favore delle donne durante la giornata del giuramento presidenziale a Washington
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La gente si riunisce per protestare durante l'inaugurazione presidenziale a Bruxelles, in Belgio, il 20 gennaio 2017. La protesta è stata fatta in solidarietà con la marcia delle donne a Washington

Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca. Ed è subito iniziata ''la resistenza'', una lotta che andrà avanti per i primi 100 giorni e oltre.

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21 gennaio
Due milioni e mezzo in piazza in tutto il mondo contro Donald Trump, al quale è stato inviato un messaggio chiaro: l'America ''non sei tu''. ''Resisteremo, battendoci''. Da Washington a New York, da Londra a Sydney, da Roma a Berlino, da New Delhi a Cape Town, centinaia di migliaia di manifestanti hanno invaso le strade per dire no al 45/mo presidente degli Stati Uniti.

Ognuno lo fa per i suoi motivi. Se negli Usa la protesta è contro colui che non si ritiene essere il proprio presidente e in difesa dei diritti civili, in Europa e nel resto del mondo si manifesta e si esprime preoccupazione per il populismo e il protezionismo di Trump, e i loro effetti anche sulla pace.

A Washington si riversa sulle strade almeno mezzo milione di donne, ed il numero dei partecipanti è talmente elevato che gli organizzatori e le forze dell'ordine sono costrette a rivedere il percorso del corteo: impossibile passare davanti alla Casa Bianca. Ma la manifestazione va al di là dei confini della capitale, contagiando tutta l'America con una marea rosa.

A New York l'appuntamento è sotto la Trump Tower vicino alle Nazioni Unite, poi l'invasione della Quinta Strada, dove proprio Trump ha abitato fino a pochi giorni fa. Lo slogan è "Not my president", per dire chiaramente che Trump non riflette l'America e i suoi valori. Anzi rischia di spazzarli via.

Trump, è la denuncia delle donne, rischia di incenerire i loro diritti, così come quelli dei gay e dell'ambiente, gettando un'ombra su anni di lotta e di conquiste anche davanti ai saggi della Corta Suprema. A rischio c'è il diritto all'aborto e alle nozze fra lo stesso sesso, con la minaccia di Trump di nominare alla Corte Suprema un giudice conservatore.

I manifestanti fanno sentire la loro voce, il loro scontento. Con loro, anche se a distanza, c'è Hillary Clinton, la loro paladina, colei che avrebbero voluto vedere alla Casa Bianca e che invece, nonostante la vittoria al voto popolare, è stata relegata in tribuna, stoicamente, durante il giuramento di Trump.

Le manifestazioni, le più grandi della storia americana contro un presidente che ha appena giurato, sono pacifiche ma preoccupate dall'imprevedibilità di un presidente che, i manifestanti, definiscono un "dittatore". ''Sexist, racist and anti-gay, Donald Trump go away'' cantano in tutta America le donne anti-Trump.

Le prime indicazioni della nuova amministrazione sembrano confermare le loro paure: dal sito della Casa Bianca di Donald Trump sono sparite le sezioni dedicate alla lotta al cambiamento climatico e alla comunità Lgbtq. Nel sito non compaiono in nessuno dei documenti sulle politiche del presidente le parole "nero" o "afro-americano". E la sezione che era dedicata al cambiamento climatico è sostituita da "An American First Energy Plan", in cui non si parla di clima e si afferma che il presidente "è impegnato a eliminare le politiche non necessarie e dannose come il Climate Action Plan''.

Al presidente l'imponente manifestazione di Washington, che rischia si superare per numero di partecipanti quella del 1969 contro la Guerra in Vietnam, non sfugge. A bordo di "The Beast" per spostarsi dalla National Cathedral alla Casa Bianca, Trump ha l'occasione di assaggiare, dal finestrino, il clima della protesta, alla quale prendono parte molte di quelle star di Hollywood che hanno rifiutato di partecipare alla sua inaugurazione: da Michael Moore ad Alicia Keys, passando per Scarlett Johansson.

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20 gennaio
Mentre a New York si è svolta la prima grande manifestazione delle tante previste in tutta America, a Washington si sono registrati momenti di tensione quando alcuni manifestanti anti-Trump sono venuti a contatto con fan del tycoon che partecipavano a un evento organizzato anche da un gruppo di estrema destra.

Scontri a Washington per il giuramento di Trump | video

Durante i tafferugli e il lancio di oggetti davanti all'edificio del National Press Club una persona è rimasta ferita, mentre alcuni giovani incappucciati e con delle maschere nere sono entrati in azione incendiando dei cassonetti della spazzatura. Gli agenti in tenuta antisommossa sono riusciti con un pò di fatica a riportare la situazione alla calma e a disperdere i manifestanti.

Almeno una ventina le manifestazioni annunciate nella sola capitale federale. La più imponente chiamata "la marcia delle donne". Ma si protesterà in tutti e 50 gli stati Usa. A partire dal 21 gennaio, esattamente il giorno dopo l'insediamento di Trump e il colore che prevarrà su tutti sarà il rosa dei cappelli di lana cuciti a mano da centinaia di donne e uomini che hanno aderito al The Pussyhat Project, un progetto nato dall'idea di due amiche di Los Angeles: la sceneggiatrice Krista Suh e l'architetto Jayna Zweiman.

Intanto a fermarsi già è stata Manhattan, scesa in piazza contro Donald Trump: migliaia hanno invaso Columbus Circle, sotto una delle Trump Tower. Una manifestazione imponente. ''Sessista, razzista, e anti-gay. Donald Trump vai via'', uno dei cori che si è alzato dalla folla. ''Questa è la democrazia'', hanno cantato altri.

Sul palco si sono alternate personalità politiche e star, in uno show hollywoodiano che e' sembrato rivaleggiare con le celebrazione per l'Inauguration Day. Robert De Niro ha scaldato la folla. ''Qualsiasi cosa accada difenderemo i nostri diritti'', ha affermato l'attore, passando poi la parola ad Alec Baldwin, il Donald Trump del Saturday Night Live: il suo intervento è iniziato proprio con l'imitazione del tycoon. ''È un disastro'', ha detto Baldwin, ma ''resisteremo''. ''Il potere della gente è più forte di quello di Washington'', gli ha fatto eco Cher. Ha preso la parola anche il sindaco di New York, Bill de Blasio, dichiarando guerra all'amministrazione sulla quale ''vigileremo''. Alle proteste hanno fatto seguito le voci arrabbiate anche degli attori Mark Ruffalo, Julianne Moore, Marisa Tomei, Sally Field.

Tra gli attori, anche Alec Balwin ha preso parte alla manifestazione anti-Trump che si è svolta nella notte a Manhattan a poche ore dal giuramento e insediamento ufficiale del nuovo Presidente alla Casa Bianca.

Baldwin, volto di Donald Trump (con tanto di parrucca bionda e carnagione tendende all'arancione) al Saturday Night Live, è salito sul palco per pochi minuti riprendendo la satira presidenziale che tanto fa ridere gli americani e ammiccando all'amicizia del Tycoon con il Presidente russo Vladimir Putin.

L'appello alla "resistenza" è arrivato anche da Michael Moore che, definendo il neo eletto ''narcisista e sociopatico", si è detto pronto insieme ai politici locali e ai sindacalisti, a invocare l'unità sotto lo slogan "We stand united" contro quello che rappresenta di male il presidente eletto. 

Sempre in America l'artista Illma Gore, 24 anni, ha presentato alla galleria d'arte Samuel Freeman di Los Angeles, un murale per esprimere attraverso l'arte la sua opposizione al Presidente degli Stati UnitielettoDonald Trump realizzato con sangue umano, donato da altri artisti che desideravano collaborare all'iniziativa. La pittura è una rivisitazione della tela di Henry Mosler nella quale veniva rappresentata Betsy Ross, che secondo la leggenda, è stata la creatrice della prima bandiera statunitense.

Questo è ciò che avviene nelle principali città degli Stati Uniti a cui fanno eco anche le proteste del resto del mondo. 

A Londra uno striscione del gruppo Bridges not Walls, (cioè Ponti non muri), il cui nome allude alla promessa elettorale di Trump di costruire un muro lungo il confine con il Messico, campeggia sul Towert Bridge. Altre manifestazioni simili sono previste contro il magnate repubblicano a Toronto, Sidney, Addis Abeba, Tokyo, Dublino.

Centinaia di palestinesi hanno manifestato a Ramallah, Hebron e Nablus, in Cisgiordania, contro l'intenzione del presidente eletto di trasferire l'ambasciata Usa in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Le manifestazioni, organizzate in gran parte da Fatah, il partito del presidente Abu Mazen, hanno confermato la contrarietà della leadership palestinese alla mossa. A Nablus, il governatore Akram Rujoub - citato dai media di Ramallah - ha detto che la protesta "è il messaggio nazionale palestinese al mondo in cui si esprime chiaramente che qualsiasi cambio di questa fatta della politica Usa" ha il significato che "non ci sarà uno Stato palestinese o diritti nazionali per il popolo". "Questo - ha spiegato - è il più pericoloso messaggio che Trump potesse mandare".

Ed è solo l'inizio. Per contrastare il fascismo crescente, il razzismo e la misoginia Belgrado, come in altre decine di città, le donne si stanno attrezzando per scendere in piazza contro Donald Trump. Vari movimenti e organizzazioni femminili in Serbia hanno annunciato un corteo. "Purtroppo le donne devono di nuovo scendere in strada per difendere i diritti acquisiti. Per questo accorrete in tante", si legge in un appello che annuncia la manifestazione prevista per il 21 gennaio. Nel documento si denuncia al tempo stesso la larga presenza nelle sfere del governo serbo di politici e personalità che appoggiano il trumpismo, e pertanto la partecipazione al corteo anti-Trump sarà l'occasione per dimostrare che "le donne sono contro la politica neofascista che avanza in Serbia e nel mondo", e che sono per questo 'solidali con le donne negli Usa.

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