Conte è nei guai; Elly Schlein gli ha tolto la sinistra

Prima la passerella sul palco della Cgil, poi quella a Milano. Se c'è una cosa che la settimana politica appena finita ha lasciato non è tanto l'operatività del nuovo segretario del PD (facilmente prevedibile) quanto le difficoltà di Giuseppe Conte, sparito dai radar.

Eppure fino ad un mese fa, alle primarie dem, il leader del Movimento 5 Stelle aveva conquistato non il ruolo di capo dell'opposizione, ma addirittura la guida della sinistra. Lui era quello che parlava con Landini, a suon di complimenti reciproci; lui era quello che si rivolgeva "ai poveri", con l'immancabile promessa del Reddito di Cittadinanza; lui il pacifista estremo pronto a fermare il rifornimento di armi all'Ucraina.

Ecco, Giuseppe Conte volava sempre più in alto anche nei sondaggi dove aveva raggiunto, superato e poi staccato anche di 4 punti il "fu" partito democratico. E anche alla vigilia del voto nei gazebo l'ex due volte premier (con due maggioranze diverse) non manifestava preoccupazione. Bonaccini infatti più legato alla vecchia struttura del Nazareno e più progressista che estremista non minava il suo campo d'azione politica. Il voto però ha ribaltato non solo ogni previsione ma, purtroppo per l'avvocato del popolo, tutti i posizionamenti e gli equilibri politici dell'opposizione. Ella Schlein ha infatti fatto irruzione nell'area della sinistra radicale che i grillini pensavano di controllare. Si sbagliavano.

La neo segretaria del PD in poche settimane si è ripresa lo spazio di manovra e gli elettori che avevano voltato le spalle alle bandiere rosse rifugiandosi tra le braccia dei pentastellati. E così ecco che i sorrisi e le carezze di Landini sono tutte per la giovane guida dei dem, ecco che il concetto di reddito di cittadinanza è stato sostituito dalla battaglia per il salario minimo. Per non parlare poi delle lotte per i diritti dove il M5S non ha alcuna credibilità e tradizione. E non è un caso se Giuseppe Conte sabato alla manifestazione di Milano non si sia proprio fatto vedere.Cosa farà quindi il leader grillino? Se provasse a restare a sinistra finirebbe schiacciato sempre più in basso, con il rischio di ritrovarsi alle elezioni europee del prossimo anno nel ruolo dell'alleato debole. Se provasse invece a cercare spazio al centro verrebbe facilmente accusato di incoerenza. Di sicuro potrà alzare più forte la voce nella sua lotta contro l'appoggio incondizionato a Kiev del nostro governo, posizione dove la Schlein (anche volendo) non può seguirlo.

Basterà questo per tenere in piedi un partito che ha perso gran parte della sua identità oltre che dei suoi fondatori e dei suoi valori di riferimento?Difficile dirlo. Di sicuro se la visibilità e l'entusiasmo di Elly Schlein non hanno minimamente scalfito la maggioranza, sui grillini e soprattutto sulla forza del loro leader stanno avendo l'effetto di un tornado che dietro di sé lascia solo macerie.

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