Sappiano al Consiglio europeo sull'energia che non c'è più tempo

Punto focale dell’agenda del Consiglio europeo di giovedì e venerdì sarà la crisi energetica. A distanza di un anno e mezzo, da quando i prezzi dell’energia hanno iniziato a salire vertiginosamente, l’Ue si è destata dal suo torpore iniziando a ragionare su possibili misure per combattere la crisi energetica: “ciò include: sfruttare appieno il peso negoziale della nostra unità a 27 acquistando congiuntamente gas, sviluppare un nuovo benchmark che rifletta in modo più accurato le condizioni del mercato del gas ed esaminare un limite di prezzo dinamico temporaneo. Sono fiducioso che, nonostante i diversi vincoli nazionali, affronteremo il nostro dibattito sull'energia in modo costruttivo, consapevoli del nostro urgente interesse collettivo” scrive il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ai paesi membri che domani si incontreranno al vertice.

I punti dell’agenda energetica

Acquisti comuni, un nuovo indice alla Borsa del gas di Amsterdam (tecnici sono già al lavoro per averlo pronto entro la primavera, in tempo per la nuova stagione di riempimento degli stoccaggi) e solidarietà tra i paesi dell'Unione europea. Questi sono i tre pilastri che il Presidente dell’Ue, Ursula von der Leyen, ha presentato, nel corso della conferenza stampa tenutasi al Parlamento europeo di Strasburgo in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì di questa settimana. Ma non solo, la Commissione pensa anche che l’Ue dovrebbe iniziare a considerare seriamente l’introduzione di un tetto al prezzo del gas usato nella produzione dell'energia elettrica, come hanno già fatto Spagna e Portogallo: "(la misura) ha prodotto risultati e ridotto il prezzo dell'energia elettrica. Pensiamo che sia un modello che merita di essere considerato per un'introduzione a livello europeo ", ha dichiarato von der Leyen. La misura al momento non è però stata inserita nelle proposte presentate al Consiglio, ma rientra nelle raccomandazioni che la Commissione europea ha inviato al vertice che si terrà nei prossimi giorni.

Misure tardive e poco impattanti

Gli animi in vista del Consiglio europeo iniziano a scaldarsi. Il Presidente del Ppe, Manfred Weber, nella sua risposta al dibattito con Ursula von der Leyen alla plenaria di Strasburgo, ha detto alla Presidente come sia necessario creare un’unione dell’energia: “Credete che per Adenauer e De Gasperi fu facile unire il mercato del carbone e dell’acciaio? No, non lo fu ma lo fecero. Anche oggi non è facile ma un'unione dell'energia va fatta come allora, senza perdere tempo per non mancare questo appuntamento con la storia". "Andiamo a Bruxelles al Consiglio Ue - conclude Weber- di domani e diamo dei risultati, serve un inverno di solidarietà". Obiettivo ambizioso visti i precedenti incontri dove è prevalso l’interesse nazionale (Olanda e Germania) a discapito del benessere di tutti gli altri paesi membri che si sono trovati in una sofferenza energetica maggiore.

Le polemiche non mancano neanche in Italia. Secondo il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il pacchetto di misure presentato dalla Commissione Ue sull’energia sono "poco efficaci e tempestive nell'ottica di contrastare la crescita senza precedenti e la volatilità dei prezzi del gas che stanno penalizzando famiglie e imprese”. "Anche se sono state definite di emergenza - prosegue Giansanti - molti dettagli operativi restano ancora da delineare in vista dell'entrata in vigore soltanto all'inizio del prossimo anno. Il calo dei prezzi del gas che si è registrato negli ultimi giorni dimostra il ruolo che gioca la speculazione". Altro aspetto negativo, secondo Confagricoltura, è che non sono previsti nuovi stanziamenti in un quadro di solidarietà: potrà solo essere rimodulata soltanto una parte dei fondi di coesione 2014-2020 non ancora utilizzati. Per l'Italia, sarebbero disponibili appena quattro miliardi di euro: “Una somma inadeguata alle necessità, considerando che i costi energetici hanno raggiunto un'incidenza del 25 % sul totale dei costi" conclude Confagricoltura. Anche Confindustria non guarda con fiducia al Consiglio Ue. Secondo Carlo Bonomi, Presidente dall’associazione, per salvare le industrie italiane, il governo italiano dovrà optare per uno scostamento di bilancio ma solo “come extrema ratio” se l'Europa non farà l'Europa", sottolinea - ospite di Rtl- Bonomi. E in effetti, oltre ai conflitti interni siamo di fronte ad un’Ue che "ha condiviso le sanzioni" per la Russia "ma non sta condividendo gli effetti di queste sanzioni. Paesi più esposti con il debito pubblico, come il nostro, vanno in difficoltà ma devono salvaguardare la propria industria", come la Germania "che sta creando condizioni asimmetriche di competitività. E noi non possiamo permetterci di abbandonare la nostra industria, perché è un tema di sicurezza nazionale", conclude Bonomi.

Altro aspetto su cui ci sono dubbi è il come verrà deciso il price cap temporaneo. Se si procederà con l’introduzione del tetto al prezzo del gas, secondo diversi esperti del settore energetico, la misura non avrà ripercussioni nel breve ma più sul lungo termine. Inoltre, sul tetto del gas la situazione potrebbe non realizzare gli effetti sperati, se il price cap, che verrà fissato, sarà troppo alto (anche se inferiore all’attuale livello). In questo caso le ripercussioni positive per imprese e famiglie si ridimensionano non andando ad incidere sull’attuale disagio energetico. C’è poi l’ipotesi concreta che il Consiglio europeo valuti la possibilità di non inserire un tetto del gas temporaneo, dato il recente trend discendente del prezzo dell’energia, estremamente legato all’attuale clima mite. Quest’ultima ipotesi risulta non essere poi così remota se si pensa che le posizioni tra gli stati membri sul price cap continuano a rimanere ancora estremamente divergenti fra loro.

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