Con Fazland l'artigiano lo prendi sullo smartphone

Devi imbiancare la casa? Prendi il telefonino, vai su Fazland e confronta i preventivi che ricevi. Semplice. Bastava pensarci. E a far entrare nel web 2.0 anche il settore dei servizi per la casa sono stati sono stati quattro giovani tra i 32 e i 34 anni che hanno rinunciato a un lavoro ben pagato all’estero per fare impresa in Italia. Partiti tre anni fa a Reggio Emilia con i soldi della liquidazione, adesso danno lavoro a una quindicina di persone e pensano di arrivare al pareggio entro la fine dell’anno.

Fazland è un’intuizione diventata una realtà di mercato nel 2013. Si tratta di un’app che mette in contatto domanda e offerta nel settore dei servizi per la casa e dove privati, artigiani e professionisti possono scambiarsi richieste, offerte e preventivi e infine arrivare alla commessa, sia essa un’imbiancatura, il controllo della caldaia o del parquet. “Funzioniamo come un grande markeplace di servizi” spiega Vittorio Guarini, fondatore di Fazland ed ex consulente strategico per grandi aziende estere. “Il privato accede alla piattaforma gratuitamente, entrando in contatto con i fornitori d’opera. I professionisti interessati alla fornitura invece, pagheranno da 8 a 25 euro per poter contattare il cliente e inviare il proprio preventivo da valutare”.

Il prezzo del “contatto cliente” viene deciso di volta in volta da un algoritmo, che tiene conto del valore del servizio richiesto e del numero dei concorrenti che hanno inviato il preventivo “e lavora in modo da lasciare il professionista assolutamente soddisfatto” continua Guarini. “Fazland funziona in modo molto accurato e un nuovo sistema permette al privato di girare un video della casa per chiedere offerte molto dettagliate”. E questo aiuta gli artigiani, che possono anche risparmiare visite, viaggi e tempo per arrivare alla commessa.

Oltre a Guarini, hanno creduto nell’avventura di Fazland i soci Alessandro Iotti (già dipendente di una multinazionale danese) Giovanni Azzali (professore informatico) e Federico Panini (tecnico informatico rientrato da Londra). Per il primo anno si sono autofinanziati, rinunciando allo stipendio e  investendo nell’impresa circa 10mila euro ciascuno. Poi, negli ultimi due anni, sono arrivati i fondi RedSeed Ventures, Zernike Meta Ventures, Angels For Innovation e B-Engine, lanciando in avanti il progetto. “Oggi la start-up può contare su 30 mila professionisti già iscritti, che entro l’estate dovrebbero diventare 50 mila” conclude Guarini. “Ogni mese riceviamo  tra le 10 e le 15 mila richieste di preventivo. E le nostre proiezioni sono così incoraggianti da ipotizzare il raggiungimento del break-even entro la fine di quest’anno”.

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