Economia
June 13 2016
Se le Borse sono la cartina al tornasole dell'umore degli investitori, il rosso segnato dalle Borse mondiali ci dice una cosa: lo spettro dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea ha fatto aumentare il nervosismo nelle sale operative. O perlomeno sta offrendo una "buona scusa" per vendere. A dieci giorni dal referendum, Brexit oggi ha mandato ko i principali listini in Asia e in Europa, Milano compresa (-2,91% in chiusura).
Non è finita per ora: la volatilità resterà alta fino a quando i britannici esprimeranno le loro preferenze. Al 3 giugno la media deisondaggicalcolata daBloombergindicava i favorevoli alla permanenza al 47% e i contrari al 44%: a spostare la bilancia da una parte o dall'altra sarà il 9% di indecisi. È quest'ultima fetta di popolazione a innervosire i mercati, appunto. Cosa fare, dunque, con i propri investimenti in vista del 23 giugno, data del referendum?
Meglio non toccare niente, suggeriscono gli esperti, se si è un investitore di lungo termine. Chi guarda lontano, con un'ottica di 10 anni e oltre (come chi ha sottoscritto un pac o un fondo pensione integrativo), non dovrebbe dannarsi nel seguire ogni settimana i rialzi e i ribassi dei listini, ma rivedere una volta l'anno il proprio portafoglio. La prudenza consiglia, inoltre, di aumentare la quota di liquidità: parcheggiare un pò di denaro in un conto o in fondo o Etf di liquidità, da reinvestire dopo il 23 giugno, quando la rotta da seguire sarà più chiara.
Tenendo a portata di mano, magari, qualche previsione delle grandi banche globali. Lo scenario, secondo Bank of America Merrill Lynch, potrebbe essere questo: con una Brexit ("NO" al referendum) le Borse europee potrebbero calare del 15%, la sterlina indebolirsi nei confronti del dollaro di un ulteriore 10% con un allargamento di 50 punti base degli spread dei titoli obbligazionari britannici. Viceversa, le azioni europee potrebbero salire del 6%, gli spread sui titoli corporate ridursi di 20 punti base e la sterlina rafforzarsi leggermente sul dollaro.
Cosa fare, dunque, se si vuole investire nel brevissimo termine? Gli esperti, ad esempio, suggeriscono di sfruttare la fase di ribasso, qualora vincessero i "NO", per acquistare asset più rischiosi (azioni, obbligazioni high yield) a prezzi vantaggiosi. Difficile, poi, trovare porti sicuri a buon prezzo: Brexit potrebbe spingere anche gli investitori verso Bund e i Treasuries, che sono già cari e lo diventeranno ancor di più, mentre dovrebbe deprezzare il nostro Btp (lo spread con il decennale tedesco già oggi è salito sopra i 140 punti).
Se si vuole adottare una strategia ancora più speculativa, infine, si può scommettere al rialzo o al ribasso sulla sterlina o sulle Borse europee o di Londra (Eurostoxx 50, FTSE 100) utilizzando strumenti come gli Etf "short", sapendo però di andare incontro a perdite se il trend dovesse invertire di rotta. Perdite che possono essere anche ingenti (così come i guadagni più ricchi) se si utilizzano strumenti a leva, che raddoppiano o triplicano il risultato.