Christian Greco
ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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Chi è Christian Greco, il direttore del Museo Egizio di Torino

Una delle tappe fondamentali di una gita a Torino? Una visita alMuseo Egizio. Perla italiana, museo egiziopiù antico di quello del Cairo, unico a cui è secondo per importanza, l'istituzione torinese è ora oggetto di strali politici: contro il direttoreChristian Grecosi muovonole proteste di Fratelli d'Italia, che addirittura hanno minacciato di sostituirlo se il centrodestra vincerà le elezioni. Motivo delle ire di Meloni & Co? La promozioneche regala un biglietto d'ingresso, per tre mesi, alle coppie di lingua araba, una delle tante iniziative per avvicinare il Museo al pubblico. 

Conosciamo meglio Christian Greco e il suo contributoal mondo della cultura italiana.

Il curriculum di Christian Greco 

Egittologo quarantaduenne originario della provincia di Vicenza, nel 1999Christian Greco si è laureato in Lettere classiche all'Università di Pavia con una tesi in Archeologia del Vicino Oriente Antico. Come tante brillanti menti italiane, è andando all'estero che si è formato, per tornare poi come "figliol prodigo" ed esserenominato direttore del Museo Egizio di Torino nel 2014, a "soli" 39 anni (verdeetà per i canoni italiani), sbaragliando la concorrenza di candidati titolatissimi. 

La passione per l'Egitto? È nata in lui a 12 anni, quando con la mamma ha fatto il canonico viaggio nell'Egitto classico. Di fronte al tempio di Ramsete, è stato folgorato.

Greco deve molto all'Università di Leida, nei Paesi Bassi, dove ha fatto l'Erasmus nel 1997 e da dove è partita la sua prima stagione di scavi, vicino ad Aleppo. È anche lì che Greco ha imparato la dignità del lavoro: durante gli studi ha fatto le pulizie nei bagni pubblici della stazione e il guardiano di notte in hotel. 
Dopo la laurea, è a Leida che è tornato per un Master in egittologia. E sempre in terra olandese ha ottenuto la prima carica importante: a 34 anni è stato nominato direttore del Museo Nazionale di Leida.

La nomina a direttore del Museo Egizio 

Dal 28 aprile 2014 Christian Greco è direttore del Museo Egizio di Torino. Dopo 17 anni vissuti nei Paesi Bassi, era pressoché sconosciuto in Italia ma il suo curriculum è balzato agli occhi della presidente del Fondazione Museo Egizio di Torino Evelina Christillin. 

È subito diventato il "giovane faraone di Torino" - come lo definisce la Treccani -: il 17 giugno il ministro Franceschini l'ha nominato nel Comitato tecnico-scientifico per i beni archeologici.

Il suo primo proposito da direttore è stato coinvolgere la gente con proposte di visita diversificate, spiegando perché i Savoia vollero la collezione egizia a Torino e la sua importanza per la città. Da aprile 2015 il Museo è stato riaperto, completamente ristrutturato. Un traguardo che è stato il punto di partenza. 

Nel 2016 l'Egizio è stato il 7° museo più visitato in Italia, con 852.095 visitatori. Nel 2017 si è confermato su quei livelli con 845.237 visitatori. 

Cosa pensa la presidenza della Fondazione di Greco

In occasione delle critiche di Fratelli d'Italia, il Cda del Museo, per bocca della presidente Evelina Christillin, ha rinnovato il pieno e unanime consenso all'azione di Greco. "Sostengo totalmente ogni iniziativa deldirettore Christian Greco, con cui da quattro anni condivido quotidianamente idee, progetti e attività", ha dettoChristillin, che è anche membro del consiglio della Fifa. "La stima e l'affetto che mi legano a lui sono assoluti, ed è un onore eun piacere condividere lo sviluppo che il Museo Egizio conosce dal giorno del suo arrivo. Il concorso internazionale con cui è stato scelto, con professionalità e trasparenza, testimonia come in Italia il merito possa ancora venire premiato, e i risultati finora ottenuti lo dimostrano con chiarezza".

E ancora: "La Direzione ha dimostrato di aver saputo trasformare il Museo Egizio in un grande ente di ricerca grazie all'implementazione della squadra e a molteplici attività che vanno dallo scavo alla pubblicazione di una rivista scientifica in collaborazione con musei, università e enti di ricerca di fama mondiale", si legge in una nota. "Al contempo, vi sono sempre stateattente scelte economiche e gestionalie una particolare sensibilità verso la fruizione da parte del pubblico, che hanno portato il Museo a un più alto livello di professionalizzazione e a scalare le classifiche nazionali e internazionali di gradimento".

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