Ufficio Stampa/Iwan Palombi
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Carlo Conti: i 60 anni del conduttore anti-divo

Ci sono personaggi della tv che fanno del loro essere divisivi la chiave per essere riconoscibili e altri che invece riescono a trasformare la «normalità» in punto di forza senza correre il rischio di essere banali o, peggio ancora, trasparenti (la iattura peggiore per chi lavora in televisione). Carlo Conti – che compie 60 anni il 13 marzo - appartiene di diritto alla seconda categoria. «Faccio un lavoro speciale ma sono una persona normale», svelò proprio a Panorama.it qualche mese fa, dando una definizione perfetta di sé. Normale del resto è l'aggettivo più usato (o abusato, dipende dai punti di vista) quando si parla di lui. Seguono a ruota: bravo ragazzo, l'uomo della porta accanto, stakanovista. Poi ci sono quelle più cattive: democristiano, emblema del politicamente corretto, buonista. L'etichetta più fastidiosa, quella di «mediano di successo» se l'è invece scrollata di dosso da tempo con la triplette sanremese 2015-16-17: complici gli ottimi ascolti e le critiche positive, è entrato definitivamente da attaccante nella serie A televisiva.

Non è un caso che proprio al Sanremo 2017, quello che condusse in coppia con Maria De Filippi, risalgano le voci sul pressing da parte di Mediaset. «C'è stato un corteggiamento concreto, ma mai troppo serrato. Se ho programmi che mi piacciono e sto bene dove sto, non lascio la Rai», confermò sempre a Panorama.it. Perché cambiare quando un matrimonio funziona? Conti resiste alle sirene della concorrenza persino davanti al taglio del 30% che la Rai ha fatto al cachet degli artisti. In fondo, contratti milionari a parte, ci sono personaggi che hanno nel loro dna l'essere dei volti Rai: Conti è uno di questi assieme ad Antonella Clerici, ad Amadeus e a Mara Venier, tanto per citarne alcuni. E proprio come loro, ha un'altra caratteristica che il pubblico riconosce come vincente: incarna l'anti tele-divo, viene percepito più come il vicino di casa che una star patinata e inarrivabile. E non è affatto un limite, nel suo caso. Basta poco per comprende che, come Gerry Scotti o come il suo fraterno amico Fabrizio Frizzi, ha puntato tutto sulla cifra inclusiva e rassicurante più che sui vezzi da celebrità.

Per alcuni critici Conti ha un profilo troppo colloquiale e prevedibile ma in fondo è proprio su quello che si basa il patto di fedeltà che ha stretto con il suo pubblico e che dura da quasi quarant'anni: persona e personaggio coincidono e per piacere non ha bisogno di mostrarsi diverso da ciò che è. «Resto dell'idea che quando si entra a casa d'altri bisogna avere il tono giusto, insomma, chiedere permesso», risponde a chi lo accusa di eccesso di garbo, scambiandolo per altro erroneamente per forma affettata. «Ogni tanto dovrei arrabbiarmi, essere più ambizioso, più cinico. Ma non mi arrabbio mai, non so cos'è stare in tensione, non ho l'ossessione per gli ascolti», spiega. Sessant'anni all'anagrafe - «tre volte vent'anni», ironizza lui – di cui quasi quaranta passati in tv senza mai una polemica o uno scivolone. Altro che posto fisso e una vita in banca, che mollò da un giorno all'altro per provare a realizzare il suo sogno con il placet di Mamma Lolette.



La sua storia è la rivincita della provincia, da Firenze con furore fino al palco di Sanremopassando per le prime radio indipendenti, le serate da dj, le emittenti locali con i sodali Panariello e Pieraccioni, poi la tv dei ragazzi, Miss Italia, I Raccomandati, la tv venata di nostalgia con I Migliori anni e ancora i quiz del preserale e L'Eredità che lo consacra «uno di famiglia» («quando mi fermano per strada mi danno subito del tu poi si scusano. Ho cenato per 15 anni con milioni di italiani»), La Corrida (per qualcuno è l'erede di Corrado, ma gli manca un tocco di cinismo in più), Tale e Quale Show. Migliaia di ore di diretta, più di cento programmi in curriculum (ad aprile torna con Top Ten). Poi la svolta due anni fa, in contemporanea con la morte di Frizzi: rallentare per vivere più stabilmente a Firenze dove crescere in una dimensione più provinciale (ecco che la provincia ritorna) il figlio Matteo e godersi la vita con la moglie, la costumista Francesca Vaccaro, con cui ha messo su famiglia e cancellato il passato da conquistatore seriale (la fama che lo precedeva era questa). Giocare di sottrazione ma comunque esserci quando si ha qualcosa da dire, ecco il suo ultimo segreto. «Se a 60 anni continuassi a correre come a 20 o 50, vorrebbe dire che non ho capito qualcosa della vita. Io desidero tutto quello che ho e ho tutto quello che desidero». Evviva Carlo Conti (cit.)!

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