Il Canada ha legalizzato l'uso ricreativo della marijuana
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In Canada è legale l'uso ricreativo della marijuana: i pro e i contro

Un test politico, sociologico ed economico. La legalizzazione della marijuana a scopo ricreativo in Canada è tutto questo e la nuova legge entrata in vigore a mezzanotte del 17 ottobre dopo un iter legislativo che prosegue dal 2015 sarà una cartina al tornasole per il governo riformista di Justin Trudeau, ma anche dell'intero occidente.

Il Canadaè infatti la prima nazione occidentale ricca a seguire il modello della piena legalizzazione dell'erba (per uso medico era già legale dal 2001). Prima di lei in tutto il mondo solo l'Urugay aveva approvato una legge analoga.

Negli Stati Uniti sono nove gli Stati (tra cui la California) ad aver fatto lo stesso, ma non esiste ancora una legge a livello federale che autorizzi il consumo non medico della pianta.

L'esempio californiano

Proprio l'esempio californiano (che da solo è più popoloso non solo dell'Uruguay, ma anche del Canada) è stato il modello seguito dal Canada che, con il via libera alla piena legalizzazione, punta a ridurre lo spaccio, eliminare il mercato nero, impedire la vendita di stupefacenti ai minorenni e soprattutto ricavare profitti dalla tassazione della marijuana.

Esattamente come in California anche in Canada saranno i diversi distretti e le differenti municipalità a stabilire criteri di vendita e modalità di consumo dell'erba e il Governo ha avvisato che ci vorranno settimane se non mesi prima che tutto il Canada si adegui.

Ad esempio nell'Ontario, la provincia più popolosa del Canada, la vendita in negozio sarà consentita solamente dalla prossima primavera. Questione di licenze, di punti vendita, ma anche di reperibilità del prodotto visto che la quantità di piantagioni presenti al momento sul territorio si stima non siano sufficienti per coprire la richiesta. Inoltre il Governo sta lavorando a un'amnistia che liberi i detenuti che si trovino in prigione perché in possesso di quantità di marijuana ora legali.

Il giro d'affari

In California ogni cittadino può possedere al massimo sei piante in casa, mentre in Canada le piante consentite sono solo 4.

L'età minima per il consumo è di 21 anni e se qualcuno viene beccato a vendere marijuana a un minorenne rischia fino a 14 anni di carcere.

Si può comprare un massimo di 30 grammi di prodotto (contro i 28,3 della California), ma non si può fumare nei luoghi pubblici, in auto o nei pressi di scuole e ospedali.

La società di ricerca Ibis World a gennaio scorso, quando l'uso ricreativo della marijuana è diventato legale il California, aveva proiettato un giro d'affari da 3,8 miliardi di dollari già nel 2018, per salire a 5,1 miliardi di dollari nel 2019 (ma c'è chi stima oltre 7 miliardi di dollari) e il Canada punta ad analoghi risultati attirando l'interesse di molti osservatori internazionali che ritengono il Paese un ottimo laboratorio per verificare gli effetti benefici della vendita normata e tassata della marijuana all'interno del tessuto sociale.

La sfida politica di Trudeau

Si tratta di una sfida importantissima a livello politico per il premier canadese Justin Trudeauche, fin dal 2015, aveva messo la piena legalizzazione della marijuana tra i punti del programma della sua amministrazione.

Il prossimo anno il Canada verrà chiamato a nuove consultazioni e anche gli effetti dell'applicazione di questa legge verranno valutati dagli elettori.

In California a livello medico, nei primi 10 mesi di marijuana libera, non si sono registrati particolari casi di problemi medici legati all'uso o abuso di cannabis (se non qualche ricovero in più in cliniche di disintossicazione).

I rischi maggiori

Quello che invece fa discutere è lo scarso impatto che la legalizzazione ha avuto sul mercato nero.

La marijuana venduta legalemente, infatti, costa molto di più di quella comprata sul mercato nero e una buona fetta di consumatori non può permettersi di affrontare simili rincari. 

Stando a un calcolo dell'emittente americana Abc, nella sola Los Angeles, la somma di tasse e microtasse sul prodotto ha fatto lievitare i costi anche del 70%. 

Inoltre l'acquisto in contanti della droga, secondo alcuni analisti, potrebbe favorire l'attività di reciclaggio del denaro sporco.



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