Bruciato sul tempo da Nicolas Sarkozy, che soltanto una settimana fa aveva fatto visita a Calais, la cittadina francese considerata la porta d'ingresso al canale della Manica, Francois Hollande ha inviato un messaggio molto chiaro al suo dirimpettaio britannico Theresa May. E lo ha fatto proprio da Calais, dove sorge il più grande campo profughi di tutta Europa e dove, per decisione bilaterale tra Francia e Inghilterra, è previsto il controllo frontaliero tra i due Paesi.
«Che i britannici facciano la propria parte nello smantellamento del campo profughi». La Francia non intende, nelle parole del presidente francese, sobbarcarsi l'intero impegno politico e finanziario per smantellare la baraccopoli informale dove vivono, in condizioni disumane, oltre tremila migranti che desiderano andare in Gran Bretagna.
Non è un caso che Hollande abbia scelto proprio la cittadina francese per alzare il tono della polemica contro le autorità britanniche. Calais, che si affaccia sul canale della Manica, è l'ultimo lembo di terra francese prima del tunnel della Manica. Calais è l'argomento principe di una campagna elettorale per l'elezione del presidente della Repubblica francese dove non si parla d'altro che della questione dei migranti e delle politiche antiterrorismo. Hollande, la cui popolarità è in caduta libera in Francia da molti mesi, deve risalire la china nei sondaggi. Deve mostrare ai francesi di non essere secondo a nessuno quando si tratta di difendere il suo Paese.
Hollande ha iniziato la visita a Calais dalla gendarmeria, continuerà incontrando i rappresentanti politici, dell'imprenditoria e delle associazioni. Non è però prevista una visita all’interno del campo profughi, per motivi di sicurezza dovuti agli attentati a Nizza e a Saint-Etienne-du-Rouvray.