Brasile: Lula vince d'un soffio su Bolsonaro

Alla fine ha vinto. Luiz Inacio da Silva è arrivato primo al ballottaggio di domenica scorsa. Con oltre il 98% delle sezioni scrutinate, il Tribunale superiore elettorale ha proclamato vincitore il candidato di sinistra con il 50,8% dei voti. Il presidente uscente, Jair Bolsonaro, è invece al 49,1%: un risultato molto migliore di quello preconizzato dagli ultimi sondaggi, che lo davano indietro di quattro o cinque punti. “Il nostro impegno più urgente è porre fine alla fame. Se siamo il terzo produttore di cibo al mondo e il primo di carne, abbiamo il dovere di garantire che ogni brasiliano possa fare colazione, pranzo e cena ogni giorno. Non possiamo accettare come una cosa normale che intere famiglie siano costrette a dormire per strada”, ha dichiarato Lula. Per il momento, Bolsonaro non ha rilasciato dichiarazioni né sembra aver riconosciuto formalmente la vittoria del rivale. Non è d’altronde detto che, visto lo stacco così risicato (inferiore al 2%), il presidente uscente non provi a intentare un ricorso.

L’ultima campagna presidenziale brasiliana si è rivelata una delle più cattive e polarizzate della storia. Lula ha cercato di fare appello soprattutto alle classi meno abbienti, laddove Bolsonaro ha guidato un blocco di orientamento conservatore. Il primo elemento che andrà chiarito già nelle prossime ore è se, dal punto di vista interno, si registrerà o meno stabilità nel Paese. Un secondo elemento da sottolineare è che lo schieramento di Bolsonaro, il Partito liberale, è uscito rafforzato dalle ultime elezioni legislative al Congresso nazionale: un fattore, questo, che potrebbe mettere la presidenza di Lula in difficoltà. Un Lula che, come ricordato recentemente da Brian Winter, sconta anche un problema di idee piuttosto vecchie, idee che non è detto saranno in grado di reggere davanti ai nodi attuali del Brasile.

Infine, una terza considerazione riguarda la politica internazionale. Il ritorno al potere dell’ex presidente rappresenta un ulteriore spostamento a sinistra dell’America Latina. Un fattore, questo, piuttosto preoccupante per gli Stati Uniti. È pur vero che, nelle scorse settimane, l’amministrazione Biden aveva di fatto strizzato l’occhio a Lula. Tuttavia, ben lungi dall’essere una mossa strategica, essa risultava piuttosto il frutto di beghe interne: non dimentichiamo infatti che, a causa dei suoi stretti legami con Donald Trump, Bolsonaro è sempre stato una figura invisa a gran parte del Partito democratico statunitense. In definitiva, la mossa di Biden rischia di rivelarsi piuttosto miope. Non è infatti improbabile che Lula poterà il Brasile sempre più lontano dagli Stati Uniti. Ricordiamo d’altronde che l’ex presidente è noto per alcune posizioni di politica estera piuttosto controverse. A maggio scorso, disse che la responsabilità della crisi ucraina era tanto di Vladimir Putin quanto di Volodymyr Zelensky, mentre – in passato – aveva assunto una linea piuttosto blanda (per non dire amichevole) nei confronti di Cuba e dell’Iran. Joe Biden rischia di ritrovarsi a che fare con uno scenario tutt’altro che roseo.

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