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Blitz contro la rete che nasconde Matteo Messina Denaro: il punto sulle indagini

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Il fermo immagine tratto dal video della Polizia mostra un momento del blitz contro la rete di fiancheggiatori che protegge la latitanza del boss Matteo Messina Denaro - 5 giugno 2018
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Le operazioni della polizia si sono concentrate nelle zone di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara - 5 giugno 2018
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17 persone sono state arrestate a vario titolo, tutte accusate di essere vicine agli ambienti di Cosa Nostra - 5 giugno 2018
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Nell'operazione sono stati impiegati anche elicotteri e droni - 5 giugno
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L'obiettivo è quello di individuare anche la collocazione di possibili bunker dove potrebbe essere nascosto il boss - 5 giugno 2018
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Le auto della polizia hanno aspettato le prime luci dell'alba per dare inizio al blitz - 5 giugno 2018
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Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra i boss di Castelvetrano mentre nascondono i "pizzini" destinati al latitante Matteo Messina Denaro - 5 giugno 2018
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Un momento del blitz della polizia per cercare informazioni utili sulla latitanza di Matteo Messina Denaro - 5 giugno 2018
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Una serie di fucili trovati in una delle abitazioni dei 17 fermati - 5 giugno 2018

Si stringe il cerchio intorno al boss Matteo Messina Denaro, latitante da ormai 25 anni, diventato l'ultimo padrino di Cosa Nostra dopo la morte di Bernardo Provenzano. Uno tra i latitanti più ricercati al mondo, indicato come "Latitante di massima pericolosità" dal Ministero dell'Interno. Nelle ultime ore i blitz per raccogliere informazioni sulla sua fuga pluriventennale hanno portato 17 arresti, in manette persone collegate a Cosa Nostra e anche coloro che portavano i "pizzini" al boss di Castelvetrano.

L'operazione

All'alba di martedì 5 giugno sono iniziate una serie di perquisizioni disposte dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo in diversi comuni della provincia di Trapani. I blitz, a Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa Salaparuta e Campobello di Mazara, hanno portato ad iscrivere nel registro degli indagati 17 persone che nel corso degli anni erano già state arrestate per associazione mafiosa o che hanno avuto collegamenti con personaggi riconducibili a Cosa Nostra.

Chi è Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro è un mafioso facente parte di Cosa Nostra e latitante dal 1993. Membro dell'ala stragista di che uccise Falcone e Borsellino, è accusato anche per gli attentati mafiosi di Roma, Firenze e Milano. Capomandamento di Castelvetrano, controlla tutta la provincia di Trapani ed è l'ultimo padrino di Cosa Nostra ancora in libertà. Ha commesso il primo omicidio a 18 anni, inizio di una lista di oltre 50 delitti dei quali è accusato.

La ricerca del bunker

Nell'operazione sono stati impiegati oltre 150 uomini del Servizio centrale operativo (Sco), delle Squadre mobili di Trapani e Palermo e del Reparto prevenzione crimine. Nel mirino delle ispezioni e delle operazioni aeree sono finite abitazioni, terreni, attività commerciali, imprenditoriali e qualsiasi elemento utile alla cattura del boss e all'individuazione di possibili covi o bunker.

L'inchiesta

Un mese fa un altro blitz della Dda aveva portato in carcere 21 persone tra boss e gregari dei clan di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo. Le operazioni erano iniziate già a dicembre 2017 quando altri 30 presunti mafiosi erano finiti indagati dalla Dda sempre con l'accusa di aver favorito la latitanza di Messina Denaro.

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