Le aziende italiane con sede legale in Olanda (per motivi fiscali)

E' inutile girarci intorno, finché le regole non cambieranno, chi può farlo lo fa. Se, in maniera legale, un imprenditore può decidere di tenere nelle proprie tasche le plusvalenze generate dagli introiti aziendali invece che versarle all'erario sceglierà questa opzione.

Ed è questa una delle ragioni per la quale la maggior parte delle grandi aziende italiane anche a partecipazione pubblica (Enel, Eni, per dirne alcune) hanno trasferito la propria sede legale o fiscale in Olanda.

A livello legale non fanno nulla di male: in nome del principio europeo della libera circolazione di merci e capitali nel territorio dell'Unione è possibile stabile la propria sede in un Paese che abbia un regime fiscale differente dal proprio.

In questo l'Olanda è il Paradiso in Terra pur non essendo un Paradiso Fiscale: semplicemente il diritto societario è meno complesso rispetto ad altrove. A fronte di aliquote che non sono molto differenti da quelle degli altri Paesi UE, infatti, a essere quasi nulla è la tassazione sugli utili. Quindi in maniera trasparente e legittima le plusvalenze societarie restano nelle casse dell'azienda.

Da Fca a Ferrari da Luxottica a Mediaset per finire con Campari, pertanto, quasi tutti i grandi marchi del made in Italy hanno fatto le valigie dirottando ad Amsterdam oltre 30 miliardi di euro che dovrebbero restare nelle casse italiane. Di questi 30 solo 10, però, finiscono al Fisco olandese, gli altri restano nelle tasche delle imprese.

ENI

Tra le primi a scegliere il profumo dei tulipani è stata ENI, società fondata dallo Stato italiano nel 1953 e di fatto controllata ad oggi da MEF e Cassa Depositi e Prestiti. Nonostante sia, quindi, un'azienda pubblica il Gruppo multinazionale è presente ad Amsterdam dal 1994 con la Eni International B.V. ed è attiva nei settori di petrolio, gas naturali ed energie rinnovabili.

ENEL

Altro big dell'energia che ha preferito il diritto societario olandese a quello italiano è Enel, compartecipata al 23,6% dal MEF. Enel in Olanda si trova attraverso le società finanziarie Enel Finance International N.V. e Enel Investment Holding B.V., che promuovono obbligazioni e altre forme d'investimento incentrate su produzione e distribuzione d'energia elettrica.

EXOR

Ma non è finita qui. L'intera famiglia Agnelli, baluardo di quell'Italia imprenditoriale ormai in bianco e nero, ha deciso, nel 2016, di trasferire i propri affari nei Paesi Bassi stabilendo lì la sede legale della holding di famiglia. Exor, infatti, rappresenta forse la più importante delle aziende italiane con sede in Olanda in quanto azionista di maggioranza di FCA, Ferrari, Juventus F.C. e dei gruppi editoriali GEDI e The Economis.

FCA

Anche con la fusione di FCA e PSA la sede legale di Fiat Chrysler resterà ad Amsterdam dove si trova la holding Fiat Chrysler Automobiles N.V. controllata a sua volta da Exor. Il gruppo automobilistico ha scelto l'Olanda nel 2014 e da lì non si è più mossa.

FERRARI

Restando in ambito automobilistico il cavallino rampante orgoglio del made in Italy versa le tasse ad Amsterdam e non a Roma da diverso tempo. Ferrari, infatti, è proprietà di New Business Netherlands N.V., rinominata Ferrari N.V. dopo lo scorporo da FCA di gennaio 2016, restando però sotto il controllo di Exor; nel 2018 ha stipulato un accordo con l'Agenzia delle Entrate e mantiene sede in Olanda.

MEDIASET

Da Cologno Monzese ha preso un biglietto di sola andata per Amsterdam anche Mediaset che ha creato la holding MFE (Media For Europe) rafforzando il suo controllo sulla spagnola Mediaset Spagna e sulla tedesca ProsiebenSat.1.

CEMENTIR

La multinazionale italiana del cemento e calcestruzzo - Gruppo Caltagirone – è in Olanda dal 2019 con lo scopo di evitare scalate dall'estero al gruppo vista la legislazione olandese in fatto di quote societarie.

LUXOTTICA

La sede legale è in Olanda dal 1999 ed è tra le aziende pioniere nel trasferimento all'estero per eludere il Fisco italiano

FERRERO

La multinazionale dei dolci ha sede fiscale all'estero praticamente da sempre. Nel 1973 aveva stabilito di pagare le tasse secondo il sistema lussemburghese per poi virare verso l'Olanda più di recente tramite il solito gioco delle scatole cinesi delle holding

Da ILLY a CAMPARI

L'elenco è molto lungo e conta decine di aziende che ogni anno fanno le valigie e si sottraggono alle regole italiane beneficiando delle agevolazioni fiscali olandesi. L'ultima, in ordine di tempo, è stata Campari che da Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, ha lasciato tutto per volare a Amsterdam. Stessa scelta già fatta da Illy come da Prysmian, da Telecom Italia come da molte altre.

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