A scuola di imprenditoria del turismo

Da lontano, sembra una classe universitaria come un’altra. Poi ti avvicini, noti un po’ di grigio tra le chiome, osservi meglio e non ti sfuggono le “rughe d’espressione”. Età media, 40 anni. In effetti, ai workshop della sala grande della Camera di commercio di Brescia partecipano studenti un po’ particolari, che vanno lì a proprie spese – cioè gratis ma impiegando tempo prezioso di una giornata lavorativa – per diventare più bravi a fare il loro mestiere di imprenditori del turismo: albergatori, ristoratori, operatori turistici.

È una specie di “miracolo della consapevolezza”, gente normale, normalissima, che capisce quanto sia importante agganciarsi al cambiamento, che vuole decifrare espressioni gergali come “turismo esperienziale”, o “social media marketing” o “eventi emozionali” e così via. E coglie al volo l’opportunità offerta dalla Regione Lombardia.

"Noi ci crediamo, loro ci credono", commenta sintetico Mauro Parolini, l’assessore alle Attività produttive della Regione, bresciano ("di Desenzano", come precisa orgogliosamente lui) che sta accelerando sullo sviluppo turistico ed ha gestito sin dal, dieci mesi fa questo "Anno del turismo" che si è aperto con le celeberrime passerelle galleggianti di Christo sul lago di Iseo e si concluderà ai primi di giugno per far posto all’Anno della cultura. "Abbiamo capito che chi vive di turismo in Lombardia è convinto di poter crescere e vuole imparare a farlo sempre meglio. E noi ci siamo mossi in una logica di sussidiarietà", spiega a Panorama – che dell’Anno del turismo è media-partner.

Guardiamo qualche numero, per capire meglio. Gli iscritti ai workshop rappresentano per circa il 20% strutture ricettive sul territorio. Il 17% sono fornitori di servizi turistici (infopoint…), il 10% blogger ed influencer, il 5% tour operator e agenzie di viaggi, e poi consorzi (5%), ristoranti e bar (5%) e un 40% di genere vario, da docenti tecnici a funzionari di enti territoriali. Comunque, tutta gente che "ci campa" col turismo.

"La prima cosa che abbiamo fatto è stata mettere insieme le competenze di cui disponevamo, impegando la nostra società Explora come dmo (destination management organization, ndr)", continua Parolini. “Quindi abbiamo deciso di avere un approccio sistematico per la valorizzazione degi asset turistici che oggi non sono ancora divnetati veri e propri prodotti. Per capirci: d’accordo le città d’arte, ma valorizziamole col cicloturismo e facciamo sistema con il food… Benissimo la montagna ma fare solo sci non basta più: bisogna allungare la stagione, pensare all’estate, al relax, alle escursioni”.

Il claim è ambizioso, perché dice che la Lombardia vuol diventare la prima regione turistica italiana, addirittura il logo lo dichiara: inLombard1a, sostituendo la "i" con il numero 1. Non è un po’ troppo? "Non è una sfida velleitaria, ci crediamo. Certo, come tutte le sfide, deve contenere anche un filo d’ironia. Quel che conta è crescere, le classifiche le vedremo poi. Ma crescere si può e si deve, tantissimo".

Di qui la necessità di "formare" gli attori di questa crescita: "Educazione professionale e formazione tecnica: l’abbiamo proposta e la risposta degli addetti ai lavori è stata molto incoraggiante. Vogliono conoscere risorse che hanno, per spiegare meglio al mercato quant’è bello venire in Lombardia".

"Se ho imparato qualcosa?", commenta Angela che gestisce un bed and breakfast, Monticlaris, a Monti Chiari, ed ha appena concluso il workshop sul turismo esperienzale, “direi di sì: ho messo a fuoco meglio un po’ di idee che avevo troppo vaghe. Certo, occorrerebbe approfondire, a trovare il tempo”. “Sì, l’approfondimento serve”, confermano Anna e Gabriella, che fanno il marketing di una cantina in Franciacorta, “però ringraziamo gli organizzatori perché ora ci è più chiaro cosa e come approfondire”.

Orazio Spoto, tra i blogger turistici più apprezzati e seguiti d’Italia, ha appena concluso due moduli sul social media management: "Qualcuno mi ha chiesto di continuare ma ovviamente il tempo non c’è. Del resto, servirebbe una giornata solo per completare il giro d’orizzonte sui social network più utili al settore come Instagram. Ma l’interesse è stato tanto, e la semina di spunti e di stimoli mi pare che sia stata apprezzata".

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