100 anni fa Il volo su Vienna: Fra' Ginepro e Gabriele d'Annunzio

Courtesy DBS Edizioni
Girolamo "Gino" Allegri detto Fra' Ginepro ai comandi dello SVA il 9 agosto 1918
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Con D'Annunzio (centro) i piloti del volo su Vienna: da sx. Granzarolo, Allegri, Locatelli, Palli, Massoni, Finzi e Censi
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D'Annunzio, Allegri e Natale Palli a San Pelagio.
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Il centro di Vienna fotografato durante il volo del 9 agosto 1918
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Il pranzo di gala dopo l'impresa del 9 agosto ad Abano terme
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Fra' Ginepro, D'annunzio e il pilota dello SVA biposto del vata, Natale Palli.
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Girolamo "Gino" Allegri ai tempi del primo impiego lontano dal fronte: Cairo Montenotte (1916)
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Il campo di aviazione di Feltre dove Girolamo Allegri compì la "Beffa" il 7 giugno 1918
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Ansaldo SVA dell'87a Squadriglia "La Serenissima" sul campo di San Pelagio
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Girolamo Allegri "Fra' Ginepro" durante la manutenzione del suo SVA a San Pelagio
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Tabella di riconoscimento per la distinzione tra aerei amici e nemici

Gabriele d'Annunzio, il poeta-soldato, lo sognava da tempo. Nell'estate del 1918 il sogno divenne realtà. Dopo il fallimento delle ultime offensive austro-ungariche sul fronte occidentale e sul Piave, l'Italia ferita a Caporetto aveva ripreso in mano le sorti della guerra. Non ci sarebbe statomigliore atto di propaganda se non un raid dimostrativo nel cuore dell'Impero, per di più compiuto dall'aviazione di una nazione giovane ma capace di eccellere nella nuova specialità come l'Italia.

D'Annunzio, che non poteva pilotare in quanto privo del brevetto militare e perché offeso all'occhio destro dopo l'incidente di volo del 1916, scelse una squadriglia d'eccellenza, la 87ma meglio nota come "La Serenissima".

Basata sul campo di aviazione di San Pelagio (Padova) e dotata dei velocissimi biplani Ansaldo SVA 5, aveva fatto parlare di sè per un'ardita impresa compiuta poco prima da uno dei suoi piloti, il veneziano Girolamo "Gino" Allegri.

La sua esperienza è raccontata nel volume "Girolamo Gino Allegri: dalla beffa di Feltre al volo su Vienna" (DBS editore).

Girolamo "Gino" Allegri e la beffa di Feltre

Allegri, classe 1893, veniva da una famiglia agiata di Venezia, e come tanti giovani ufficiali entrò in Aeronautica per il fascino cavalleresco del volo. La sua carriera di pilota era iniziata nel 1916 lontano dal fronte, quando era stato assegnato alla difesa delle fabbriche di armi della Val Bormida. Desideroso di azione, fu trasferito in zona di guerra nel febbraio 1918 per approdare infine alla mitica 87a Squadriglia nel luglio di quell'anno. Allegri, dotato di molto coraggio e altrettanta spericolatezza, si era prodotto in un'azione che avrebbe fatto parlare di lui il 7 giugno 1918 quando sorvolò il campo di aviazione nemico di Feltre (Belluno). Tra il fuoco della contraerea, aveva spento il motore fingendo di precipitare colpito. Poi d'improvviso riattivò l'elica e riuscì con un'acrobazia a riprendere il controllo bombardando e mitragliando l'aeroporto.

Questa azione, che fu chiamata la beffa di Feltre, fu tra i motivi per cui D'Annunzio si convinse a scegliere gli Assi della "Serenissima" per il volo su Vienna.

Arriva il vate. Il volo su Vienna

Gabriele D'Annunzio arrivò al campo di San Pelagio alla fine del luglio del 1918 in pompa magna, com era suo costume. Al primo pranzo con gli aviatori pretese bottiglie di champagne "Piper" e notò la figura dimessa di Girolamo Allegri, rimanendo affascinato dall'aspetto monastico dell'aviatore caratterizzato dalla lunga barba rossiccia.

Un primo tentativo dell'impresa di Vienna, strappato da D'Annunzio al Comando Superiore dell'Aeronautica, si svolse la mattina del 2 agosto 1918. La squadriglia di 14 SVA (di cui uno modificato appositamente in biposto per ospitare il vate) decollò da San Pelagio ma dovette desistere per le violente turbolenze sulle Alpi. Sette biplani furono dirottati su altri scali, tre dei quali furono danneggiati nell'atterraggio.

Campo di aviazione di San Pelagio (Padova). Alba del 9 agosto 1918

Dubbioso sull'effettiva possibilità di sacrificare un reparto per il volo su Vienna, il Generale Bongiovanni pose un ultimatum a D'Annunzio, che fu costretto a ritentare la mattina del 9 agosto. Poco dopo l'alba gli SVA erano nuovamente pronti a staccarsi dalla pista di San Pelagio. Questa volta con Gino Allegri e D'Annunzio nuovamente in cielo, l'impresa riuscirà nonostante la rinuncia di 3 SVA per problemi tecnici poco dopo il decollo. Il biplano del Tenente Sarti fu costretto invece ad un atterraggio di fortuna presso Wiener Neustadt dove fu fatto prigioniero. Gli altri furono sopra Vienna alle 9:20 dove lanciarono migliaia di manifestini mai contrastati dal nemico durante il lungo volo. La formazione toccherà nuovamente la pista di San Pelagio alle 12,20 del 9 agosto dopo un volo di 1.000 km, accolta trionfalmente dai vertici del Corpo Aeronautico. Sopraffatto dall'emozione e dalla tensione , Fra' Ginepro romperà in un pianto incontrollato al discorso trionfale del vate.

Girolamo Allegri perderà la vita durante il rientro dopo un'incursione su Portogruaro il 5 ottobre 1918 a seguito della collisione accidentale con un altro velivolo della sua squadriglia mentre Fra'Ginepro si esibiva nell'ultimo looping.

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