Amando Pablo Odiando Escobar di Virginia Vallejo
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'Amando Pablo Odiando Escobar' di Virginia Vallejo. La recensione

L’amore fatale con il Re della cocaina negli anni della guerra tra gli Stati Uniti, lo stato colombiano e i cartelli della cocaina

Quegli uomini giovani sono morti da tempo. Ed è dei loro amori e dei loro odi di quando non erano ancora dei fantasmi, delle loro cause e delle loro utopie, delle loro lotte e delle loro guerre, dei loro trionfi e delle loro sconfitte, dei loro piaceri e dolori, alleati e rivali, lealtà e tradimenti, delle loro vite e delle loro morti, che tratta il seguito di questa storia che non oserei cambiare nemmeno in sogno con un tempo più breve o uno spazio meno pieno.

Virginia Vallejo è stata la conduttrice televisiva più nota della Colombia. Una di quelle donne che “una volta provate non puoi più farne a meno”, per sua stessa – divertita – ammissione.

Se non volete confondere la figura reale di Virginia aspettate di aver finito il libro prima di andare al cinema a vedere i protagonisti di Escobar, il fascino del male, in cui la bella Virginia è interpretata da Penélope Cruz e Pablo Escobar da Javier Bardem.

Girate il libro che avete in mano e ammirate il sorriso pieno del sole del suo Paese di Virginia, la donna che ha amato ed è stata amata da Escobar.

Amando Pablo Odiando Escobar (Giunti) è la storia narrata dalla voce di Virginia di chi è stato Pablo Escobar, non solo della loro relazione. Un pezzo di storia della Colombia e del mondo intero sono raccontati da questa donna coraggiosa, unica donna e possibile futuro cronista della Storia, al battesimo di fuoco del narcoparamilitarismo colombiano.

La Hacienda Nápoles si sarebbe ben presto trasformata nello scenario delle leggendarie cospirazioni che avrebbero cambiato per sempre la storia del mio Paese e dei suoi rapporti con il mondo, ma – come nelle prime scene della versione cinematografica di Cronaca di una morte annunciata o della Casa degli Spiriti - oggi quel paradiso di maledetti è popolato solo dai fantasmi.

Pablo Escobar è a modo suo una leggenda: una fortuna colossale a disposizione, adorato come Robin Hood perché gran benefattore, osannato come un Re (tanto da definirsi tale), amato dalle donne e amante delle belle donne, sognava di diventare il leader politico più popolare di tutti i tempi.

Virginia come lui ha amato circondarsi di lussi e privilegi, sicura e consapevole della propria bellezza, temeraria, è stata testimone dell’ascesa di un uomo, il suo uomo.

Pablo Escobar appartiene a quella ristretta minoranza di bambini privilegiati che fin dalla più tenera infanzia sanno cosa vogliono fare da grandi. E anche quello che non vogliono fare: Pablito non ha mai sognato di fare il pilota, né il pompiere, né il medico o il poliziotto.
«Io volevo solo essere ricco, più ricco degli Echavarría di Medellín e più ricco di tutti i ricchi della Colombia, a qualsiasi costo e utilizzando qualsiasi mezzo e ogni singolo strumento che la vita mi mettesse a disposizione.»   

Fino a quando essere in contatto con il mondo di Pablo ha iniziato ad avere degli effetti collaterali: complice il trattato di estradizione verso gli Stati Uniti. Da quel momento in poi la pace del luogo deputato ad essere il serbatoio di cocaina per il mondo si è trasformata in una bomba ad orologeria, pronta a scoppiare in luoghi e in momenti impensabili.

Il 2 dicembre del 1993 Pablo Escobar viene ucciso. Virginia aveva già incominciato a collaborare con il Governo degli Stati Uniti che la considera testimone chiave – e l’unica rimasta in vita – a conoscenza di alcuni dei crimini più orrendi della storia recente della Colombia, insieme a utilissime informazioni sulla penetrazione del narcotraffico ai livelli più influenti e intoccabili del potere presidenziale, politico, giudiziario, militare e mediatico.     

Virginia ha pagato tutto questo sapere, non solo perdendo il lavoro e il suo Paese, ma portando dentro di sé, per sempre, il ronzio delle motoseghe e le suppliche dei torturati, il boato delle bombe e i lamenti degli agonizzanti, l’esplosione degli aerei e i singhiozzi delle madri.

Questa è la storia di come Virginia ha incontrato Pablo, la mente criminale più terrificante e complessa dei tempi recenti, di come lo ha vissuto e con lui ha assistito alla trasformazione del loro Paese, lo stesso Paese con un milione di morti e tre milioni di dislocati, con i vizi (tanti) e le virtù (poche) di uomini padroni al servizio della polvere bianca.

Amando Pablo Odiando Escobar
di Virginia Vallejo
Giunti, 2018

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Valeria Merlini

Nasco ariete, cresco caparbia maturo risorgendo. “Ho capito che sei una fenice, rinata dalle tue stesse ceneri e per far questo ci vuole una grande forza d'animo, chapeau Vale”. Un’insospettabile (donna) mi ha scritto queste parole. E allora ho capito, una volta di più, che si può mollare tutto e ricominciare. Inizio allora a leggere. Poi a scrivere. Poi ancora a leggere e a scrivere. Via così. Mai fermarsi. Mai accontentarsi. Lamentarsi sempre. Una lettera mirata ha fatto sì che finissi nel posto giusto. Panorama.it. Questo. Una sfumatura (anzi tre, quelle del grigio, del nero e del rosso per la precisione) mi hanno relegata nel mondo del Sexy&Co., fatto di pizzi e mascherine, di frustini e di latex, di sex toys e sexy boys. Libri erotici? Il mio pane (e ho detto pane!) quotidiano.

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