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Politica

Un commissario straordinario per la scuola

Carenza di aule per il corretto distanziamento, difficoltà nel trasporto pubblico degli studenti, l'incubo della Dad. A settembre ci saranno i soliti problemi. A meno di soluzioni radicali.


Mancano poco meno di due mesi all'inizio della scuola e - ci dispiace dirlo - siamo ancora in alto mare. La responsabilità di questa situazione riguarda il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca perché è da lì, e dal suo responsabile Patrizio Bianchi, che devono essere fornite le direttive per la riapertura dell'anno scolastico. Le prime indicazioni del Comitato tecnico scientifico sono, a oggi, esattamente le stesse di un anno fa, mascherina, distanziamento, possibilità di lezioni in presenza solo al 50%, nessun accenno alla ventilazione nelle aule. Come diceva la vecchia pubblicità: «Siamo alle solite Calimero»; come avrebbero detto i militari: «Due mesi all'alba ma per ora siamo nel buio del tramonto».

Quello che maggiormente ci preoccupa sono alcuni dati, ma prima ancora di essi è la consapevolezza che, fino a ieri, mancavano ancora 20 mila aule per il corretto distanziamento, i trasporti forse arriveranno all'80% della capienza. Ora, è noto anche ormai al più duro degli sprovveduti, che distanziamento e trasporto pubblico degli studenti sono due strumenti fondamentali per far sì che le famiglie, e gli studenti stessi, non siano sottoposti alla tortura (perché di tale trattamento si parla) della Dad.

Se voi pronunciate la parola «Dad» a una famiglia qualsiasi (almeno che non abiti in 400 metri quadri con tre colf, quattro baby-sitter, il collegamento alla Nasa per il wi-fi e, essendo cugini di Bill Gates, disponga di dispositivi che ancora non sono sul mercato), quella stessa famiglia viene irrimediabilmente colpita, pur avendo i singoli componenti contratto varie malattie in giovane età (scarlattina, orecchioni o parotite, morbillo, rosolia, pertosse e sesta malattia...), ecco, in questo caso, se ne aggiunge anche una settima, ovvera una rottura di coglioni assoluta. Solo chi vive fuori dalla realtà non sa quali effetti devastanti produce la didattica a distanza. Delle famiglie abbiamo detto. E per i professori e gli alunni la questione è molto sinteticamente definibile: la didattica a distanza significa la fine della didattica.

Vogliamo dire che ci si trovi di fronte a una questione di facile soluzione? Assolutamente no. Vogliamo dire che di fronte alla totale impreparazione dovuta alla indimenticabile Lucia Azzolina (che alberga nei sonni degli studenti, dei professori e delle famiglie italiane) ci troviamo oggi, a meno di 60 giorni dalla riapertura, in una situazione di incertezza ingiustificabile e ingiustificata? Alla prima domanda abbiamo risposto no, a quest'ultima rispondiamo sì.

Non c'è dubbio che l'orientamento a iniziare con prudenza l'anno scolastico nelle superiori, per valutare consistenza ad effetti della curva epidemiologica, non sia tanto una questione scientifica ma di buon senso. Possibile mai che manchino ancora il 20% delle aule che consentano il distanziamento e che siamo ancora al probabile (molto probabile e poco sicuro) 80% nella capienza dei trasporti? Ma non lo sapevamo già? Non è bastato un anno e mezzo per capire che si deve provvedere per tempo?

Dopo il generale Francesco Paolo Figliuolo per la vaccinazione dobbiamo ricorrere a una coppia di generali che, in continuità, potremmo ipotizzare generale Padre e generale Spirito Santo? No, perché a parte gli scherzi, poiché si devono recuperare spazi - e cioè 20.000 spazi, quindi qualcosa di ancora difficile ma comunque fattibile - noi, fossimo in Mario Draghi, penseremmo a commissariare con un generale la logistica della questione.

A oggi, quelli che dovrebbero organizzare il ritorno in aula non sono neanche paragonabili ai nipoti del generale Figliuolo, anche perché quando pensano di organizzarla questa cosa? Ad agosto, mese notoriamente febbrile nel lavoro di tutti i ministeri e delle strutture pubbliche? E poi, siccome a settembre non saremo più in tempo, pensano di darci a bere la favoletta che non c'era alternativa alla Dad? Certo che il vaccino rimane la soluzione primaria - anche perché i vaccinati con due dosi hanno una immunità importante persino nei confronti della variante Delta; ma distanziamento, mascherina e trasporto sono altrettanto fondamentali e, in particolare, il distanziamento.

In altri termini, è un peccato mortale non provvedere in tempo a individuare spazi che consentano il distanziamento per la didattica in presenza. È possibile. Va fatto. E responsabile per l'individuazione di questi spazi sia fatto chi ne è capace e la cosa avverrà; altrimenti ci troveremo in una situazione che descriveranno, in modo menzognero, come una strada senza alternative quando le alternative ci sarebbero state. Sempre che fossimo partiti per tempo.

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Paolo Del Debbio