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Dopo il caso Boeing, gli Usa cambiano le regole per la certificazione degli aerei

Dopo il caso Boeing, gli Usa cambiano le regole per la certificazione degli aerei

Un’impresa complicata quella di far tornare in volo il Boeing 737Max dopo oltre un anno di fermo causato dagli incidenti avvenuti a Lion Air ed Ethiopian Airlines tra il 2018 e il 2019, nei quali persero la vita 346 persone. Una messa a terra che ha causato danni a una trentina di vettori, sia al costruttore americano che ha dovuto affrontare un terremoto finanziario al quale si sono sommate le conseguenze della pandemia.


Diversi gli aspetti della vicenda: bisogna approvare le modifiche all’aeroplano, quelle al programma di addestramento degli equipaggi, occorre modificare gli esemplari di B737Max prodotti da momento dello stop fino a oggi e anche i 385 esemplari bloccati a terra. Ora il gruppo di tecnici formato da funzionari dell’autorità aeronautica Usa (Faa) e dei collaudatori Boeing designati alle prove di volo ha terminato i voli di ricertificazione che si sono conclusi inaspettatamente con quasi dieci giorni d’anticipo rispetto ai tempi previsti.

Una buona notizia e un passo importante per superare uno degli ostacoli prima che la Faa consenta il rientro in servizio del Max. Ma prima che ciò accada, le autorità devono stabilire se le modifiche apportate al software del sistema Mcas soddisfano i nuovi criteri di progettazione e se le variazioni applicate al metodo di addestramento dei piloti a questo aeroplano consentono di gestire positivamente eventuali emergenze. Per questo la Faa sta per pubblicare una nuova proposta normativa (Nprm) che cambierà anche il metodo di progettazione e di autocontrollo della produzione, norma che precederà la direttiva di aeronavigabilità (Ad), ovvero l’elenco delle modifiche da apportare ai 737Max già prodotti e ora fermi.

L’agenzia ha fissato un periodo di 45 giorni per poter raccogliere le impressioni e i commenti dagli operatori anche se non ha detto esattamente quando verrà pubblicata la proposta di modifica ai regolamenti. Indipendentemente da questo l’ente ha anche affermato che manterrà la sua autorità nel rilasciare i certificati di aeronavigabilità e di esportazione per tutti i nuovi velivoli 737Max fabbricati da Boeing a partire dalla data di messa a terra, eseguendo revisioni individuali sugli esemplari. Un procedimento che rallenterà le consegne e al quale potrebbero in futuro essere sottoposti tutti i nuovi aeromobili che devono volare negli Usa, indipendentemente dal costruttore.

All’interno della Faa è stato quindi creato il B-737Max Technical Advisory Board (Tab), ovvero un gruppo di lavoro che pur affermando di essere consapevole del lungo tempo necessario per completare le procedure e rivedere a fondo il lavoro di Boeing, sostiene che questo serva per poter riportare in volo l’aereo soltanto dopo che i suoi esperti avranno verificato che è conforme agli standard di sicurezza. Nel frattempo il presidente della commissione per i Trasporti e le Infrastrutture degli Usa Peter DeFazio ha inviato una lettera all’amministratore della Faa Steve Dickson chiedendo una relazione sulla sicurezza delle procedure di auto certificazione delle aziende aeronautiche in merito alla supervisione del programma Oda (Organization Designation Authorization). DeFazio, pur riconoscendo il patrimonio culturale presente all’interno della Faa, sostiene che siano necessari maggiori controlli del programma Oda, dando tempo a Dickson fino al 3 agosto per rispondere.

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