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I ruba bambini

I ruba bambini

L’ultimo, recentissimo episodio è la sparizione di Kataleya, cinque anni, dall’albergo-ghetto Astor di Firenze. Ma ogni anno nel nostro Paese sono migliaia i minori che scompaiono in modo inspiegabile: 30 al giorno. In molti casi sono vittime di rapimento, o vengono coinvolti nei traffici di adulti che li vogliono tragicamente sfruttare.


Tutti gli stranieri che al momento della scomparsa della piccola Kataleya vivevano nell’ex hotel Astor – lo stabile del quartiere fiorentino di Novoli che era diventato il simbolo dell’occupazione abusiva tollerata dall’amministrazione dem di Dario Nardella – sono state sottoposte al test del Dna. Una mossa degli inquirenti che ricorda molto da vicino quella che portò alla soluzione del giallo di Yara Gambirasio a Brembate, nella Bergamasca.

In Procura a Firenze sono convinti che il sequestratore della bambina peruviana di cinque anni sia più vicino di quanto si immagini. E, per questo, vogliono cercare di individuarlo in fretta, prima che parta per il Perù o per la Romania, Paesi d’origine della maggior parte degli abusivi dell’Astor. Ma chi indaga è convinto che ci sia anche un altro punto fermo: il rapimento è stato portato a compimento da un improvvisato che finora ha avuto fortuna. Non un professionista. Se ha schivato le telecamere è perché conosceva bene l’ambiente. In sostanza, viveva lì. Il fatto che non sia arrivata una richiesta di riscatto è un altro tassello che connoterebbe verso il basso il livello criminale del rapitore. «Non è detto che questo dato sia positivo per l’incolumità della piccola, che noi però immaginiamo ancora viva», dice un investigatore dei carabinieri a Panorama. Di vicende che si sono chiuse nel peggiore dei modi, però, la cronaca italiana è disseminata. Alcuni riportano alla mente immagini ormai sbiadite, come il caso di Donato Cefola, 16 anni, strappato ai genitori e ucciso nel 1997 a Barile, in Basilicata, da una banda improvvisata di quattro persone. O quello di Tommaso Onofri, rapito nel 2006 a Casalbroncolo di Parma e assassinato dai due arrangiati sequestratori.

Anche Simone Allegretti, quattro anni, ucciso a Foligno nel 1992, e Lorenzo Paolucci, 13 anni, assassinato un anno dopo, furono vittime di uno squilibrato che si autodefinì il Mostro di Foligno. È rimasto un giallo invece il rapimento di Maria Mirabela Rafailà, romena di otto anni scomparsa a Bari nel 2000 e uccisa, si ipotizza, da un maniaco. Ma il primo rapimento di un bambino ai fini di riscatto risale al 1969: Ermanno Lavorini, 12 anni, di Viareggio, si allontanò da casa in bicicletta e sparì. La vicenda fu costellata di suicidi, polemiche e depistaggi. Il cadavere fu ritrovato sulla spiaggia di Marina di Vecchiano (Pisa), alcune settimane dopo. L’anno era il 1969. Il caso fu usato per attribuire il sequestro ad ambienti dell’estrema destra, con l’ipotesi che il bimbo fosse stato rapito per finanziare azioni eversive, poi si puntò sulla pista omosessuale, infine, la pedofilia. Uno degli accusati, un imprenditore, si tolse la vita in un bosco e un benestante viareggino, poi scagionato, fu costretto a difendersi dalla mostruosa accusa di pedofilia. Il dramma si è dissolto senza colpevoli.

Sono tutte vittime che hanno contribuito a incrementare la lunghissima lista dei bambini rapiti o scomparsi in Italia. Una piaga. I numeri parlano chiaro. Le ultime statistiche (pubblicate nel 2022) del commissario di governo per le Persone scomparse parlano di 3.589 minori dei quali si sono perse le tracce (2.409 stranieri e 1.180 italiani) in un solo anno. Circa 30 al giorno. I casi più recenti segnalati dalle Prefetture italiane sono sei: Maddalena Victoria Clerici, 14 anni, bionda, scomparsa a fine maggio da Lurate Caccivio in provincia di Como; Abou Pac Doumba, 14 anni, viveva nella comunità La Casa di Alice a Massa; Brahim Jarmouni, 15 anni, anche lui si trovava a Massa e dallo scorso febbraio non si hanno sue notizie; Ahmed Fakir, 15 anni, capelli dal taglio afro, sparito a Como; Adam Ovali, 14 anni, inghiottito da un buco nero mentre era in un centro commerciale ad Aulla, in Toscana, il 1° giugno; Zakaria Hsain, 15 anni, che viveva a Rimini e che da un anno è introvabile. A questi piccoli non è stato dedicato neppure un articolo online sulla cronaca locale. E, oltre alla segnalazione delle Prefetture, al momento non c’è altro.

Ma se si va indietro nel tempo il numero dei bambini finiti nel nulla diventa impressionante: un’indagine condotta dal governo, che ha registrato le denunce di scomparsa dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 2020, svela che su un totale di 258.552 persone sparite (di cui 62.842 ancora da ritrovare), il 52,94 per cento rientra nella fascia di età inferiore ai 18 anni. I casi mediatici non mancano: la piccola Ottavia De Luise, 12 anni, rapita probabilmente da un pedofilo a Montemurro, in provincia di Potenza nel 1975. Un caso fotocopia a quello di Sandra Sandri, anche lei 12 anni, che si ipotizza essere finita in un tragico giro di pedofilia a Bologna nel 1975. La Sicilia è la regione con il maggior numero di denunce. Tra le tante spicca quella dei genitori di Denise Pipitone, quattro anni, rapita davanti alla sua abitazione nel 2004, a Mazara del Vallo. Il caso è diventato un vero rompicapo per gli investigatori che hanno aperto e chiuso le indagini infinite volte senza mai essere riusciti a sbrogliare l’intrigo.

Come quello di Angela Celentano, tre anni, sparita sul Monte Faito, in Campania, durante una gita con la famiglia e mai più ritrovata. Anche la percentuale dei ritrovamenti, stando ai dati del Viminale, è particolarmente bassa: il 72,11 per cento per gli italiani, ma solo il 31,17 per cento per gli stranieri. Proprio negli ultimi mesi c’è stata una escalation di tentati rapimenti. Il 25 maggio a Correzzana (Monza)una bimba di otto anni passeggia con due amiche più grandi. Un’auto si ferma e qualcuno la invita a salire a bordo. Poi scende una donna e cerca di tirare dentro il veicolo la piccola. L’intervento delle altre due ragazzine ha impedito che sparisse. Il 22 maggio scorso una donna si è poi avvicinata a un bimbo di due anni in piazza Gae Aulenti a Milano e l’ha preso in braccio, cominciando ad allontanarsi. Il padre ha urlato e la donna lo ha lasciato a terra. I carabinieri l’hanno identificata e hanno scoperto che era una giovane di 21 anni con problemi psichici.

A Fiumicino, il 23 aprile, un cinquantenne è entrato nel giardino di un’abitazione e ha cercato di far entrare un ragazzino di nove anni nella sua auto. Il piccolo ha urlato più forte che poteva ed è riuscito a sfuggire. A Massa Lubrense, il 3 febbraio, si sono perse le tracce di un bimbo che era a casa con la mamma, per quattro ore. I carabinieri lo hanno ritrovano poco dopo: era impigliato in una rete metallica, spaventato ma senza ferite. Il caso è rimasto un giallo. Pedofili, malintenzionati, coppie senza figli, persone con disagi mentali. Il ruba-bambini è dietro l’angolo.

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