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I viaggi nel tempo potrebbero diventare realtà

I viaggi nel tempo potrebbero diventare realtà

I viaggi nel tempo, un classico dei film di fantascienza, sono teoricamente fattibili. A patto di risolvere qualche paradosso logico e manipolare campi gravitazionali, come sostiene lo studio appena pubblicato di un fisico italiano dell’Università del Queensland. Oggi no, d’accordo. Ma un domani…


Chi, guardando il celebre film Ritorno al futuro di Robert Zemeckis, non avrebbe voluto fare un viaggio nel tempo, cambiare ciò che è andato storto, e poi tornare in un futuro reinventato? Un giorno, forse, si potrà. Meglio: si potrebbe. Lo sostiene uno studio del fisico Fabio Costa, ricercatore presso l’Università del Queensland, Australia, e del suo allievo Germain Tobar, pubblicato su Classical and Quantum Gravity.

Il risultato (teorico) della loro ricerca si differenzia dal film per un dettaglio non insignificante: secondo i due, il viaggio all’indietro è matematicamente possibile, ma non comporterà alcun «paradosso». Ossia, indipendentemente da ciò che il viaggiatore del tempo farà nel passato, gli eventi nel futuro si adatteranno sempre a qualsiasi incongruenza, e tutto resterà immutato. Resterà, però, il brivido di un’avventura fantascientifica.

Costa, abbigliamento informale e look da «scienziato un po’ folle» ha scoperto l’amore per la fisica all’Università di Milano e, dopo varie esperienze in Canada e a Vienna, è stato chiamato dalla prestigiosa università australiana, a Brisbane. Salire a bordo del passato, o del futuro, è da anni il suo ambito di studio.

Perché la passione per l’idea di viaggiare nel tempo? Non è proprio una cosa semplicissima…
«Mi ha sempre affascinato quest’idea. Da piccolo, guardando Ritorno al futuro, mi immedesimavo non nel progonista bensì nel personaggio di Doc, lo scienziato pazzo».

Nella fantascienza è un classico, ma nella realtà sarebbe davvero possibile?
«La teoria della relatività generale di Einstein prevede la possibilità di «curve chiuse di tipo tempo», da cui la possibilità di viaggiare nel passato».

Scusi, ma che cos’è questa curva?
«È una linea di universo chiusa: implica che un oggetto, continuando a viaggiare nel futuro, torni, nello spazio e nel tempo, al punto da cui è iniziata la linea di universo stessa. Ma l’eterno problema nell’ipotizzare un viaggio simile seguendo regole matematiche e scientifiche sono i cosiddetti “paradossi”: inconsistenze logiche che appaiono spesso nei modelli di spostamenti spazio-temporali. Il più conosciuto è il “paradosso del nonno”».

Ossia?
«Immaginate un esploratore del tempo che, visitando il passato, incontri il proprio nonno da ragazzo. Se dovesse scegliere di ucciderlo prima che questo abbia figli, il viaggiatore stesso non potrebbe nascere. Questo, però, significherebbe che neppure potrebbe tornare indietro nel tempo né potrebbe eliminare il suo lontano parente. È una contraddizione logica: o il viaggiatore è nato o non è nato, entrambe le cose non possono essere contemporaneamente vere».

E come si fa a evitare questa incongruenza?
«Un approccio basato sulla meccanica quantistica prevede che, tornando al passato, si entri in realtà in contatto con universi paralleli. Ma questa è solo una delle tante interpretazioni della meccanica quantistica. Nel nostro lavoro io e Germain Tobar abbiamo invece preferito un modello con un unico universo, dove si possono effettuare alcune azioni nel passato senza creare paradossi. Provo a spiegarmi: in base alle nostre ricerche, gli eventi che sono già accaduti non possono cambiare. La novità consiste in una «causalità non lineare», in cui gli effetti di un’azione non ricadono necessariamente nel futuro. Il viaggiatore nel tempo può sì influenzare gli eventi, a patto che questa interferenza non contraddica la sua conoscenza di eventi già accaduti».

Insomma: anche se Marty McFly, il protagonista del film, nel passato avesse sconfitto il suo eterno nemico Biff, nel futuro tutto sarebbe rimasto come prima.
«Sì. Per riprendere il paradosso del nonno, il viaggiatore va nel passato e uccide il marito di sua nonna. A causa di ciò, la nonna vedova conosce un avvocato da cui avrà una figlia che diventerà sua madre. In questa storia, più che dire che le cose si aggiustano da sé, è meglio affermare che gli eventi si rivelano per ciò che sono sempre stati, e che il viaggiatore ha agito in base a informazioni parziali. Non era a conoscenza della vera storia della sua famiglia: che il suo vero nonno non era il primo marito di sua nonna».

Si potrebbe tornare indietro e impedire la pandemia?
«No. Si potrebbe andare nel passato e fare in modo che il paziente zero non si infetti, ma non impedire a qualcun altro di diventarlo e diffondere il virus nel mondo».

Secondo lei sarà davvero possibile un giorno questo tipo di viaggio?
«Mi piace immaginare di sì. Sono convinto che scopriremo fenomeni che ci faranno riscrivere le nostre nozioni di tempo e causalità in modi che ancora non immaginiamo. E magari un viaggio simile non sarà solo ipotetico. Forse ci si riuscirà con mezzi ancora più sviluppati rispetto a quelli che vediamo nei film: macchine del tempo, navicelle spaziali, raggi trasportatori…»

Con quale tecnologia ci si potrebbe spostare avanti o indietro?
«Per andare nel futuro sarebbe necessario raggiungere velocità vicine a quelle della luce. Sebbene al momento ciò sia fantascienza, non ci sono motivi per cui un giorno non diventi realtà. Tornare al passato è più difficile. Secondo le conoscenze attuali, richiederebbe manipolare forti campi gravitazionali, simili a quelli che si trovano vicino ai buchi neri, possibilmente tramite materia “esotica” in grado di reagire alla gravità in modo diverso dalla materia conosciuta. Nell’ultimo secolo e mezzo abbiamo visto progressi tecnologici e scientifici incredibili. Non possiamo escludere che, un domani, la tecnologia per i viaggi nel tempo diventi disponibile».

Se lei potesse acquistare un biglietto «extratemporale», che epoca sceglierebbe?
«Il futuro, tra 500 o mille anni. Sono curiosissimo di sapere come ci evolveremo e come la nostra epoca verrà vista dai nostri lontani discendenti. Mi piacerebbe anche conoscere le scoperte scientifiche che verranno fatte».

Senza intraprendere viaggi troppo lontani, cosa vede nel suo futuro?
«Sono in attesa del mio primo figlio. Mi godrò il viaggio fino a quell’evento».

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