Il parco della Pia riapre al pubblico
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Il parco della Pia riapre al pubblico

Riapre al pubblico il parco della Pia, dove Piero Calamandrei a fine Ottocento amava giocare da bambino quando andava dai nonni materni. Un parco dove sognare, riflettere e rigenerarsi, progettato dal nonno di Calamandrei, Giacomo Pimpinelli. Questo paradiso si trova sulle colline di San Casciano in Val di Pesa, ed è circondato da splendidi vigneti, da dove si può ammirare la cupola del Brunelleschi in tutta la sua maestosità, «un bottoncino lilla», come lo definiva Calamandrei.

Un lungo viale di cipressi di antica memoria conduce da Villa Faltignano ad un bosco di lecci, querce e ginepri con viottoli accompagnano a grotte, cunicoli, fontane adornate di statue in terracotta e fiori. In fondo al parco, era stato ricavato, da una antica cava, un laghetto, che Calamandrei descriveva così: «Non era un lago ordinario del tipo di quelle vasche addomesticate e fatte per i sogni dei pesci rossi delle ninfee che non mancano mai al centro dei vecchi parchi signorili ma era un puro nome, un simbolo rimasto fluttuante nell'aria al di sopra di un luogo terrestre a ricordare alla gente che lì una volta c'erano state le onde e le barchette di un lago vero».

Oggi in questo parco magico restano i sogni e le emozioni di quel bambino che amava tanto la libertà ma anche la magia che può essere ritrovata solo in questi luoghi di lunga memoria.

È lui stesso, in uno dei suoi scritti, Inventario della casa di campagna (pubblicato nel 1941) a narrare e ripercorrere i momenti di gioia avventurosa che ebbe modo di vivere nella città-giardino, come amava definirla, che sorgeva nel parco realizzato, circa due secoli fa, dal nonno materno l'avvocato Giacomo Pimpinelli.

Oggi questo paradiso ha riaperto il cancello grazie all'amore di una famiglia, quella di Joe Mastrangelo e Marta Santoro, americano lui, fiorentina lei, che arrivati nel 2009 si sono subito innamorati di questo luogo e qui hanno messo le radici decidendo di farci crescere i loro figli. Giorno dopo giorno, pietra dopo pietra, con passione, ascoltando i racconti delle persone che qui hanno trascorso la loro gioventù e andando alla ricerca delle testimonianze nei libri di storia, hanno cercato di ridare nuova vita e armonia a questo luogo arricchendolo anche con una collezione di oggetti di ogni genere e arnesi della tradizione contadina di Emilio Nesi, artigiano sancascianese.

Ed ora per dare modo a tutti di rivivere questa meraviglia hanno riproposto una antica usanza legata alla festa della Cocomerata, il 24 Agosto, evento che si svolgeva negli anni Cinquanta e Sessanta. Era un evento religioso per celebrare San Bartolomeo, patrono della chiesa di Faltignano. Usava andare alla messa, poi seguire la processione e infine festeggiare tutti insieme con un succoso cocomero.

Faltignano era un piccolo borgo e la cocomerata di San Bartolomeo richiamava anche persone da da tutte le frazioni circostanti. Un evento svolto in piena estate, con le vacanze agli sgoccioli e la vendemmia alle porte.

Un modo per immergersi nella bellissima campagna fiorentina, assaporare la storia e godere delle bancarelle con le leccornie locali sulle note di fisarmonica e clarinetto, ammirando il tramonto su Firenze e sul cupolone del Brunelleschi.

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Federico Minghi