Reggello, il paese del Masaccio
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Reggello, il paese del Masaccio

Reggello rappresenta un bellissimo territorio celebre per il Masaccio che qui dipinse il trittico di Giovanale, l'opera pittorica che aprì il Rinascimento.

Noto anche per la suggestiva Abbazia di Vallombrosa e il suo olio speciale, è un territorio tutto da scoprire e godere grazie alle sue aree naturali che sono delle riserve verdi di rara bellezza.

Reggello è situato all'estremo est della Provincia di Firenze, e con i suoi 122 Km² è uno dei comuni più estesi d’Italia; dal fondo della valle dell'Arno risale lungo le pendici della dorsale montana del Pratomagno che lo divide dal Casentino.

Nacque all’incrocio tra la via Cassia e le vie del Casentino, inizialmente come svincolo viario e luogo di sosta, in seguito come centro mercantile. Le prime citazioni del paese fanno riferimento a Castelvecchio di Cascia in un documento del 1066 e così continuò a chiamarsi fino al 1773, quando un provvedimento legislativo del Granduca Leopoldo costituì la Comunità di Reggello, mentre le prime notizie su un luogo chiamato "Rigellus" risalgono al 1250.

L’attuale cittadina di Reggello è probabilmente quella che un tempo era chiamata Castelnuovo della pieve di Cascia, come risulta da due bolle papali del 1103 e del 1134, e che si distingue dal Castelvecchio di Cascia, di proprietà dei conti Guidi, dove trovarono rifugio nel 1248 alcuni guelfi fiorentini cacciati dalla fazione ghibellina allora dominante in Firenze.

Nel tardo Medioevo l’insediamento di Reggello crebbe d’importanza, tanto che all’inizio del XV secolo vi furono spostati sede podestarile e mercato.

L’abitato sin dal Trecento si sviluppò intorno alla piazza centrale, oggi Piazza Potente, con i caratteristici loggiati di fine Cinquecento, e assunse ben presto una certa importanza economica.

All’inizio del 1400 vi si trovava già un nucleo industriale che sfruttava le acque del torrente Resco con tre mulini, due gualchiere e una bottega del fabbro.

Caratteristico è il panorama delle Balze di color ocra, vere e proprie sculture cesellate dalla natura. Nei pressi si trova anche la Pieve romanica di San Pietro a Cascia, un’elegante chiesa la cui struttura attuale risale tra la fine del XII e inizio del XIII secolo e che ha ospitato a lungo il Trittico di San Giovenale del 1422, prima straordinaria opera di Masaccio ora conservata nell’attiguo Museo d’Arte Sacra.

Masaccio aveva solo 21 anni quando dipinse il trittico, rivoluzionando le tradizioni tardo-gotiche verso un nuovo linguaggio artistico in linea con le innovazioni del Brunelleschi e di Donatello.

Poco distante da Reggello si trova la leggendaria e storica Abbazia di Vallombrosa.

Agli inizi dell’XI secolo Giovanni Gualberto, nobile fiorentino da poco fatto monaco, lasciò con un collega il monastero di San Miniato di Firenze, in cerca di un luogo ideale per meditare. Dopo vari peregrinaggi e un incontro con San Romualdo, fondatore dell’eremo di Camaldoli, Gualberto arrivò a Vallombrosa, allora conosciuta come “Acquabona”. Nel 1036, poi, alcuni seguaci elessero Gualberto a loro superiore e nacque così la nuova congregazione dei monaci vallombrosani, fedeli al pensiero di San Benedetto e al suo precetto “ora et labora”. Qui si trova ancora oggi una bellissima farmacia con ottimi preparati monastici, anche Galileo Galilei in persona, per via dei suoi studi scientifici, ebbe rapporti stretti con Vallombrosa ed i vallombrosani. I dintorni sono un paradiso naturale: la splendida Foresta, curata nei secoli dai monaci, ricevette nel 1977 il “Nobel dei boschi” con il titolo di Riserva Biogenetica Naturale e nel1869 l'Abbazia divenne sede del Regio Istituto Forestale, la prima scuola forestale italiana.

Queste terre producono un rinomato olio noto per la bassa acidità e per le sue particolari caratteristiche organolettiche, dovute a un terreno poco calcareo e ricco di quarzo, che ben si abbina all’ottimo Fagiolo Zolfino e il celebre Cecino Rosa di Reggello, eccellenze assolute della gastronomia.

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Federico Minghi