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Tecnologia

La maturità dei pieghevoli. Samsung svela i nuovi modelli Galaxy Z

Con il Flip4 e il Fold4, gli smartphone con gli schermi flessibili trovano l’equilibrio fra prestazioni tecniche e design. Arriva anche il Galaxy Watch5, con la versione Pro che unisce resistenza, autonomia e ossessione per lo sport

Look ancora più ingentilito, per vestire d’eleganza l’effetto magia dello schermo che si piega, dimezzando il suo ingombro. Caratteristiche tecniche migliorate, per spegnere i dubbi d’incompiutezza, scacciare le nubi del dubbio del compromesso. Dunque, irrobustimenti dove occorre, sul fronte della batteria, della fotocamera, del processore. Innesti da top di gamma, per smartphone che non lo sono solo nei costi, ma nella sostanza. In definitiva, una prova di maturità. Da un esercizio di stile, alle ambizioni, centrate, di una consacrazione.

In sintesi, al posto di un diluvio di specifiche e tecnicismi, si possono riassumere così i neonati del pianeta Galaxy Z, la serie dal display flessibile secondo Samsung. Due extraterrestri che provano a normalizzare il non più straordinario, a sdoganarlo come fenomeno di massa, a farne regola anziché eccezione del tascabile per eccellenza. Il Flip4, il piccoletto della diade, che da chiuso si fa minuto, predicando discrezione e, al contempo, esercitando magnetismo; il Fold4, il grandicello comunque messo a dieta, che da cellulare vive la metamorfosi in tablet, esibendo i muscoli quando si tratta di produttività ubiqua, di ufficio in viaggio, di lavoro e divertimento ovunque, senza l’ancoraggio alla scrivania, con il supporto della S Pen. Il tramonto della schiavitù del non nomadismo.

A ciascuno il suo, verrebbe da dire, nella direzione di una personalizzazione che è l’ultima ossessione dei costruttori di telefoni, per chetare la piattezza della standardizzazione, l’eterno ritorno dell’identico che spegne la voglia di comprare.

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Il Flip4 è pensato per i creator, che poi siamo tutti noi mentre spammiamo di storie e video i social, scattiamo foto dell'attimo fuggente, stringiamo la nostra vita in un rettangolo animato. Lo schermo principale da 6,7 pollici è una delizia per gli occhi, ne fa uno smartphone vero, non la sua mimesi; quello da 1,9 pollici, in continua evoluzione, permette di fare molto senza scomodare il principale. Consente di realizzare selfie sfruttando le fotocamere principali – una doppietta da 12 megapixel l’una, con grandangolo e ultragrandangolo, per abbracciare qualunque orizzonte – chiamare, rispondere, pagare, controllare la casa connessa se nel proprietario alberga un’anima nerd.

Le cose che ci piacciono, al di là del look, smussato, assottigliato, gli elementi premium, dal vetro opaco alla scocca in metallo: quel gigante nerboruto del processore Snapdragon 8+ Gen 1, che cancella con la sua affidabilità gli scatti, le incertezze, i tentennamenti delle generazioni precedenti; la batteria da 3.700 mAh, che recupera la metà del suo vigore in 30 minuti, così pure quando si rimane a secco si ritorna in pista senza troppe attese. Il suo essere resistente all'acqua e alla pioggia. Infine, quella vezzosità imperscrutabile a tanti, imprescindibile per molti: la personalizzazione degli sfondi, i motivi, i colori, secondo l’umore del momento e il look del giorno. Non spigolature ma cifre del proprio stile per chi vede lo smartphone non come un dispositivo hi-tech, che già a chiamarlo così passa qualunque fantasia, ma in quanto tassello del proprio stile. Con leggerezza: il peso si ferma a 187 grammi, ben sotto la soglia psicologica dei 200 grammi.

I prezzi? Da 1.149 euro per la versione base da 8 giga di ram e 128 giga di spazio d’archiviazione, con picco da 1.329 euro per gli ingordi di foto e video, che chiedono e otterranno mezzo tera e spiccioli. Il cartellino riflette la vocazione del prodotto: rivaleggiare con i primi della classe pareggiandone il tariffario. Non troppo di più, perché siamo ormai fuori dal canovaccio dell’ultra-premium; non di meno, perché il meglio c’è e si paga.

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La logica, la coerenza tiene pure per il Fold4, cha parte da 1.879 euro, ma la ram decolla a 12 giga e lo spazio d’archiviazione minimo è 256 giga; infrange il muro dei 2 mila euro, si assesta a 2.249 per un’esagerazione di potenza e memoria, pari a un tera (solo su Samsung.com). È la somma a fare la differenza, perché qui si comprano due prodotti in uno, anzi tre in uno: uno smartphone, un tablet e pure un pc. In 263 grammi (se vi sembrano tanti, vi ricordiamo che l’iPhone 13 Pro Max sfiora i 240 e ha uno schermo solo...), si ha accesso a un display esterno da 6,2 pollici, uno principale e ben largo da 7,6 pollici, entrambi con una frequenza di aggiornamento adattiva fino a 120Hz. Ovvero, si aggiustano in base al contenuto che stanno proponendo, per salvaguardare la durata della batteria. Che comunque raggiunge i 4.400 mAh complessivi, nei dintorni del top assoluto della telefonia. Come per il comparto fotografico principale, triplo, con il sensore principale da 50 megapixel, un ultra grandangolo da 12, un teleobiettivo da 10. Lo zoom ottico è da 3x, che giunge a ingrandire 30 volte un dettaglio con la spinta supplementare del binocolo digitale.

Pure qui c’è uno Snapdragon 8+ Gen 1, che fila nel dovere come nel piacere, nei videogiochi quanto nello streaming, nel multitasking che è propensione e ovvietà in un telefono con questa costruzione ingegneristica. Un ventaglio, ecco, mentre il Flip4 è una conchiglia. Morfologie prese in prestito da orizzonti immaginifici, forme che si fanno funzione. Il preordine è già partito, va avanti fino al 25 agosto. Chi si muove in anticipo, ottiene vari benefici. Tra questi, un anno di Samsung Care+ che copre cadute e danni allo schermo, il bene prezioso non solo dei pieghevoli, però per loro ancora di più.

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L’evento agostano di Samsung, che ha visto il debutto ufficiale dei due smartphone, è stato accompagnato dal disvelamento di altri prodotti portatili che arricchiscono l’ecosistema della casa coreana. In particolare, si tratta degli auricolari Galaxy Buds2 Pro, che spiccano per la qualità audio, l’alta fedeltà nella riproduzione dei suoni, in un ingombro ridotto del 15 per cento rispetto alle generazioni precedenti. E no, non cadranno a terra al primo movimento della testa, anzi i designer promettono un’aderenza ancora migliorata. Hanno naturalmente la riduzione del rumore di serie, prerequisito per qualunque paio di cuffie in miniatura che vogliono giocare nella massima serie del comparto. E di fronte a un cartellino da 229 euro, non si può non iscriverli in questa categoria.

L’altro pezzo forte è lo smartwatch Galaxy Watch5, l’ennesimo avanzamento dei gadget da polso forse meglio riusciti nella galassia Android, gli unici in grado di rivaleggiare sul serio con l’Apple Watch. Il concetto alla base non è nulla di rivoluzionario: più fluidità, tutto quello che serve per monitorare l’attività fisica, il sonno, la salute. Un approccio olistico, ragiona Samsung, in cui i vari tasselli non sono visti come universi distanti, ma concorrono al medesimo obiettivo di benessere. In cui i dati acquisiti dai sensori si parlano tra loro, nutrono i neuroni dell’algoritmo, tendono e mirano a farci capire come stiamo e come potremmo stare meglio. Numeri, con uno scopo.

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Il Watch5 sa affermarsi per sottrazione e leggerezza, nella versione da 40 millimetri non arriva a 29 grammi. Una piuma. Eppure, stavolta, afferma il suo contrario, contempla il suo opposto. Nella versione Pro, con peso ben sotto i 50 grammi (siamo a 46,5) realizza l’apoteosi da agganciare a un cinturino.

Capiamoci: se usate lo smartwatch giusto per registrare qualche camminata e leggere una pioggia di notifiche, facendo sembrare ai vostri commensali che state guardando compulsivamente l’ora e non vedete quella di andarvene, non fa per voi. Non vale la pena spendere fino a 549 euro per i modelli Lte del Pro (e nemmeno 499 euro per quello solo Bluetooth). Il Watch5 classico, nel suo onesto cartellino a partire da 299 euro, va benissimo. Terrà d’occhio la frequenza cardiaca, il livello di ossigeno nel sangue, quanto siete stressati e tutti quei parametri all’altezza delle ipocondrie contemporanee. Quel «conosci te stesso» che si estende alla composizione corporea e arriva a indicare quanta acqua bere dopo una sudata. Già, siamo a questo.

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Il Watch5 Pro giunge oltre, esplicitando la sua vocazione per l’outdoor, per una vita attiva, in continuo movimento. «È realizzato in vetro zaffiro rinforzato, più robusto e in grado di resistere in modo efficace a qualsiasi tipo di usura, e sfoggia una cassa in titanio, con ghiera touch sporgente a protezione del display. Galaxy Watch5 Pro è inoltre fornito con il nuovissimo cinturino D-Buckle Sport Band 18 per una maggiore robustezza, con uno stile elegante e impeccabile» fanno sapere da Samsung, con un filo di boria altisonante.

Ci sta, ma a tentare è la batteria, del 60 per cento superiore di fiato rispetto al Watch4, la più potente di sempre a essere installata su un orologio della casa coreana. Servirà perché ci sarà modo di stressarla, per esempio per farsi guidare dalle indicazioni svolta dopo svolta e sfruttare il servizio che riporta al punto esatto di partenza dopo un’escursione. Il tempo si riavvolge, la variabile di perdersi viene meno, arretra il romanticismo, si guadagna un bonus di sicurezza per gli avventurieri incalliti. Già, i pro, di nome come di fatto.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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