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iPad Air, il salto di qualità del tablet di Apple più versatile. La nostra prova

iPad Air, il salto di qualità del tablet di Apple più versatile. La nostra prova

Con il chip M1, alla leggerezza si aggiunge la velocità. E la duttilità: le prestazioni sono molto convincenti sia che lo si usi per lavorare, giocare, studiare o creare contenuti

Si perdonino l’ingenuità e i lampi d’entusiasmo, ma per chi viene dall’Air di qualche generazione fa (quindi, recensori e melamaniaci a parte, la maggior parte degli utenti dotati di portafogli normali), avere tra le mani il nuovo iPad ultraleggero fa sentire il salto di qualità in maniera inevitabile e potente.

Delle virtù del chip M1 made in Apple si è già detto e letto quasi tutto, ma vederlo all’opera è un altro conto: le applicazioni si aprono in maniera repentina, saltare da una all’altra è il tempo di un istante, il multitasking funziona in maniera soddisfacente. Di nuovo, rispetto al passato, la differenza è notevole. Avvertibile, tangibile nella sua impalpabilità.

La domanda successiva è dunque automatica, cosa farsene di tanta rapidità. Perché non è una fruizione di secondo a cambiare la giornata, alla fluidità ci si abitua in fretta e la si dà quasi per scontata.

Cupertino, piuttosto, lascia intendere che questo iPad Air, oltre a svolgere con solerzia i compiti ovvi – leggere libri e giornali, navigare su internet, scorrazzare tra i programmini più usati sugli schermi touch – ha una forte propensione per la creatività.

Ecco le funzioni evolute di iMovie, che rendono tutti esperti di montaggio e registi in pochi rapidi passaggi: se gli smartphone registrano clip sempre più credibili, il software proprietario per l’editing video della casa americana li trasforma in uno storytelling coerente, persino pilotato. Aggiungere effetti e transizioni è questione di pochi tocchi – e il chip M1 sorveglia il traffico e lo snellisce con agilità – mentre una serie di modelli preimpostati illustrano come costruire un filmato come si deve, suggerendo persino le inquadrature adatte.

È uno dei tanti effetti wow, come il meccanismo che riconosce i testi sugli oggetti, pure disposti in verticale, consente di copiarli, incollarli, conservarli. O la scrittura a mano riconosciuta e trasformata in digitale; le note su cui s’incollano link, riferimenti e promemoria. Tutti ambiti da approfondire, ciascuno secondo le proprie inclinazioni e priorità, però con un filo comune: l’iPad Air è una macchina della memoria, un hub – termine bruttino ma efficace – per gestire agenda, scadenze e priorità quando non c’è un computer nei paraggi e lo schermo di un telefono risulta disagevole e striminzito.

Che poi l’Air, volendo, il computer lo sostituirebbe pure: tra gli accessori ci sono le tastiere come la Smart Keyboard Folio, cover con i tasti; la più avanzata Magic Keyboard (sì, la stessa del Pro), quella che sembra far fluttuare il display e dà modo di aggiustarlo dell’inclinazione prediletta. Perché ne parliamo? Se il Pro, specie nel modello da 12,9 pollici è pesantino e quindi azzoppa abbastanza il requisito della portabilità ubiqua, precondizione di un tablet per quanto ibrido, nell’Air la leggerezza è nomenclatura e prerogativa. Da segnalare poi la compatibilità con Apple Pencil, per disegnare, prendere appunti, fare screenshot e altre scorciatoie che, una volta imboccate, diventano la strada maestra del quotidiano.

iPad Air, il salto di qualità del tablet di Apple più versatile. La nostra prova
Apple
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A proposito invece di schermo, il Retina da 10,9 pollici è una vera goduria. Inutile scendere nei tecnicismi, ma la resa dei colori è molto soddisfacente e i video in alta definizione come i videogame (M1 è lasciapassare pure per la prestanza di questo territorio) fanno fare un tuffo totale in altri mondi. Il metaverso? È già qui, senza occhialini o visori sul naso.

Apple ricorda e sottolinea tra i punti di forza pure il 5G, perché questo traffico di clip, foto e contenuti ha bisogno di essere scambiato con l’esterno in mobilità con celerità. Tra le opzioni, per chi opta per il modulo Cellular incluso (il prezzo di partenza però lievita a 869 euro, per il solo Wi-Fi ce ne vogliono 699; come spazi di archiviazione si può scegliere tra 64 e 256 giga, nel secondo caso il top di gamma assoluto schizza a 1.000 euro e spiccioli, giusto per dare i vari orizzonti), la possibilità di comprare pacchetti di dati da operatori virtuali. A tariffe variabili di Paese in Paese. Così se la sim per qualche motivo non va o il roaming ha prezzi da furto, esiste un piano B per non essere tagliati fuori dal mondo digitale. E usando l’iPad come hotspot, pure lo smartphone ritrova la rete.

Ancora, la fotocamera frontale da 12 megapixel, quella che si usa per Zoom, Webex e altri servizi essenziali della nuova normalità, ha l’inquadratura automatica: ci segue persino se ci spostiamo nella stanza, tenendoci sempre al centro del discorso; il Touch Id sul tastone principale, facilmente accessibile sia se tiene l’Air in verticale che orizzontale (magari configurando due dita, una per mano, anziché una sola), aiuta a sbloccare il tablet, entrare nelle applicazioni, pagare i propri acquisti a tempo di record.

Il tutto in un prodotto da meno di mezzo chilo, con un connettore Usb-C che evita di portarsi dietro l’ennesimo cavo diverso per ricaricarlo e che strizza un occhio allo stile: il colore blu, accanto ai più classici, gli dà un tocco di eleganza e di brio, di scanzonato pregio. I medesimi attributi che descrivono al meglio questo nuovo iPad Air. L’acquisto sicuro per chi vuole un tablet veloce, non ingombrante, portatile senza essere troppo mini.

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